“Sono pronto per il Nazionale e a difendere il popolo ticinese”

Acolloquio con l’avvocato Mazzoleni per il suo “viaggio” verso Berna. Tra il suo ruolo di padre e professionista.

Mi candido perché…
Sono convinto di avere l’età ideale (45 anni) per impegnarmi con tutte le mie forze, grazie alla mia esperienza professionale (avvocato specialista nell’ambito delle assicurazioni sociali) e al mio curriculum politico (quattro legislature a Minusio quale municipale e vicesindaco e da quest’anno deputato in Gran Consiglio), per contribuire a costruire un Ticino migliore, un Ticino che meglio risponda ai bisogni dei suoi cittadini, in particolar modo di quelli più vulnerabili che ogni giorno si trovano confrontati con una crescente inflazione, con dei costi della salute che stanno esplodendo, oltre che con un inarrestabile aumento dei costi energetici (elettricità e benzina). La socialità è dunque al centro del mio impegno politico e della mia vita professionale. Come si legge nel preambolo della nostra Costituzione, sono pienamente convinto che “la forza di un popolo si commisura al benessere dei più deboli dei suoi membri”. 

Lei si è dedicato anche al tema delle scuole per la prima infanzia. Il Ticino riceve un buon supporto da Berna? 
È vero, sono molto interessato al tema in quanto padre di un bambino di cinque anni. Lo testimonia pure il mio impegno decennale in un’associazione del mio Comune (“Infanzia e Vita”), di cui sono membro attivo, un’associazione che dedica tutte le sue attenzioni al tema dell’infanzia, con particolare riguardo alle famiglie monoparentali e a quelle in difficoltà, ma in generale a tutte quelle famiglie che, per poter assicurare ai loro figli un futuro dignitoso, devono potersi appoggiare su delle strutture per la prima infanzia al passo dei tempi. Al Cantone e ai Comuni va dato atto di un crescente impegno, ma le difficoltà finanziarie sono molte, e un maggior coinvolgimento della Confederazione mi sembra doveroso.

Quali sono i temi che le piacerebbe trattare in caso di elezione?
Come ho già detto, il mio impegno principale è la socialità, ma per il Ticino trovo che sia molto importante anche occuparsi di altri temi quali la perequazione finanziaria, la pianificazione territoriale, la promozione economica, l’offerta turistica, il vertiginoso aumento dei frontalieri, il costante aumento degli asilanti. 

Migrazione: la Confederazione secondo lei sta facendo tutto il possibile per migliorare la situazione? 
Quando leggo alcune prese di posizione bernesi sui problemi che stanno vivendo i cittadini di Chiasso a causa del centro di accoglienza, ho l’impressione che stiano parlando di un altro paese. Ho la netta impressione che concretamente non si rendano conto del fatto che i problemi ticinesi, se irrisolti, primo o poi diventeranno i problemi di tutta la Svizzera, e a quel momento ritengo sarà troppo tardi per risolverli. Rendiamoci conto che la pressione alle frontiere continua ad aumentare così come le richieste d’asilo: basta fare un giro fra le vie della cittadina di confine per rendersene conto, ma sembra che Berna preferisca ignorare i segnali che giungono da Chiasso. La stessa sensazione l’ho vissuta con il COVID: all’inizio della pandemia a Berna se ne discuteva con estremo distacco, come se non riguardasse il nostro Paese, anche se in Ticino cominciava a morire la gente. Quando poi il problema si è esteso oltralpe, i tempi erano ormai scaduti. Quanto alla politica migratoria a mio parere a livello federale bisogna fare molto di più, o meglio trovare delle soluzioni concrete, prima delle quali il rinvio immediato di tutti quei migranti che non provengono da paesi in cui è in atto una guerra civile, penso in modo particolare a tutto coloro che evidenziano una forte attitudine a delinquere. Importante sarebbe pure aiutare i paesi più poveri con concreti aiuti in loco, con la creazione di posti di lavoro supervisionati dal nostro governo, così da impedire un dispendio di risorse dovuto alla corruzione dei governi locali. 

Cosa pensa del rapporto tra Berna e il resto del mondo?
Le relazioni internazionali sono molto importanti soprattutto per un paese piccolo come il nostro che da secoli ha scelto la via della neutralità. È importante mantenersi al di sopra delle parti, proporsi come mediatori come sempre si è fatto con successo in passato. Ho apprezzato, e apprezzo, la posizione che la Confederazione ha assunto per il conflitto in corso fra Russia e Ucraina, in cui, nonostante le forti pressioni, ci si è tutto sommato opposti al nostro coinvolgimento con l’invio di armi; più preoccupato invece per le relazioni con l’UE, nelle quali troppo spesso ci si piega alla volontà di Bruxelles.

Uno, due, tre: Lorenzo, Marco e…

Questa campagna elettorale per le elezioni federali, è segnata dal politicamente corretto e dal pensiero unico globale. Qualche sussulto di autonoma intelligenza si è manifestato con l’annuncio delle punizioni delle casse malati.
Ma vi rendete conto che tutti quanti parlano di clima, energia, immigranti, accoglienza come se la Svizzera fosse un pozzo senza fondo al quale attingere soldi per curare tutti i mali del mondo?
E quasi tutti i partiti parlano dell’Europa come se fosse la soluzione dei nostri problemi. L’unico movimento che canta fuori dal coro è la Lega.
Con Lorenzo e il Mattino ci battiamo per tenere vivo l’orgoglio degli svizzeri, quelli che hanno fatto la Costituzione del 1848, quelli che hanno saputo accordarsi per difendere la propria indipendenza.
La nostra storia è oggi messa sotto il tappeto: non ho letto nessun candidato al nazionale celebrare il 175° della Costituzione.
Gli unici che possono garantirci indipendenza e dignità sono i candidati della coalizione LEGA – UDC.
E fra i candidati leghisti al Nazionale abbiamo sicuramente persone che possono essere efficaci e ficcanti nel difendere la nostra nazione.
È arrivato il momento di riscattarci, di togliere alla sinistra quel seggio improbabile che ci ha scippato, far capire al resto della Confederazione che noi siamo svizzeri, veri svizzeri; non mezzi con doppi passaporti, non fluidi che slinguazzano con tutti coloro che vogliono annientare il nostro sistema istituzionale.
Votiamo tutti per Lorenzo e per eleggere un secondo leghista al nazionale.
Le condizioni ci son tutte, dobbiamo solo crederci ed attivarci.
E poi confermiamo Marco Chiesa agli Stati che la pensa come noi.
Cosa ce ne facciamo di politici che discutono di questioni di genere, che parlano di transizioni energetiche ma che non si preoccupano dei cittadini? Nulla, ma loro faranno male e molto male a chi non è ricco e a chi non riceve sussidi.

Michele Foletti, Sindaco di Lugano
Candidato al Consiglio Nazionale Lista 7 (Lega nei Comuni) candidato N. 1

Galleria di base del Gottardo (GBT)

Lo scorso 10 agosto, come tutti ricordiamo, si è verificato un deragliamento di un treno merci all’interno della galleria di base del Gottardo (GBT), provocando dei danni molto seri alla struttura, e catapultando il Ticino, la Svizzera e parte dell’Europa a prima del 2016, data della sua apertura.
L’evento ha causato inizialmente, per certi versi, una sorta di smarrimento e di incredulità. La precisione e puntualità Svizzera che si fermano per un deragliamento. Cose dell’altro mondo, per molti cittadini e politici.
La chiusura prolungata di entrambi i tunnel, ha causato inizialmente disagi per merci e passeggeri. La fortuna avuta, è stata quella di poter contare di nuovo sulla “vecchia” linea del Gottardo, o meglio chiamata linea panoramica: anni fa c’era chi voleva a tutti i costi smantellare tale linea. Invece la vecchia “Gotthardbahn” , sta scrivendo ancora un pezzo di storia, che avrebbe potuto avere dei riscontri ben peggiori. Si pensi solo a trasboradare centinaia di migliaia di passeggeri giornalmente, su gomma, così come centinaia di migliaia di tonnellate di merci. Per fortuna che i fautori dello smantellamento, non hanno avuto troppa voce in capitolo.
Dopo un lavoro curato e minuzioso, ma soprattutto veloce da parte delle FFS, si è potuta ristabilire una valida offerta di posti a sedere e una certa normalità, transitando di nuovo da Airolo e da Wassen. L’ora di viaggio supplementare, è ri-divetata un’abitudine, che chiunque ha vissuto prima dell’apertura della galleria di base.
Cambiare le abitudini delle persone non è affatto scontato e hanno fatto forse anche troppo rumore le minoranze di utenti, che subito hanno gridato allo scandalo: pretesa ai rimborsi (rimborsi di cosa?), alla solita questione dei prezzi troppo alti (dicerie da piazza ben discutibili), alla mal organizzazione delle ferrovie,… Senza minimamente rendersi conto del disastro avvenuto all’interno del GBT. Un disastro che inizialmente non immaginava nessuno.
La massima comprensione va anche a chi vive in Ticino e lavora e/o studia oltre Gottardo. Queste sorte di sacrifici (nuovi sacrifici dettati dalla società del 2023) vengono senz’altro anche dagli stessi utilizzatori delle FFS. È più che comprensibile che 1-2 ore di viaggio aggiuntive, possano implicare anche dei cambiamenti, riguardo al tempo trascorso in famiglia, al tempo libero, agli appuntamenti,…
Le ferrovie federali hanno sicuramente anche lavorato intensamente sull’ottica dell’offerta, ascoltando i polveroni alzati (dalla politica e non), venendo incontro ai possessori ticinesi degli abbonamenti generali notturni, andando incontro agli utenti con più biglietti risparmio, garantendo sempre oltre il 90% di posti disponibili (rispetto al GBT). Misure per nulla scontate.
Il lavoro svolto dalle FFS, dalle aziende intervenute per la rimozione dei vagoni deragliati e per il ripristino dell’infrastruttura, degli operai stessi (confrontati con condizioni di lavoro molto dure, temperature in galleria di 35-40 gradi), merita senz’altro più che un complimento.
A parte pochissime maestranze, non si sono spese tante parole per ringraziare tutti, soprattutto dal mondo politico. Chi lo ha fatto, ha fatto quasi solo critica, parlando addirittura di un “ritorno all’età della pietra”.  Ci pensiamo noi Giovani Leghisti, che vogliamo far passare un messaggio di comprensione del disastro avvenuto e di ringraziamento per tutti gli sforzi messi in atto da tutti, per il ripristino dell’opera del secolo, e per cercare di contenere la tempistica di ripristino.
Inoltre ci teniamo a sostenere positivamente e ringraziare gli enti che hanno lavorato per stabilire il piano di evacuazione (necessario per l’apertura parziale del tunnel di base, ai convogli passeggeri), per far transitare nei fine settimana alcuni treni nella canna est (quella intatta, dove già circolano circa 90 treni merci al giorno), in alcune finestre d’orario.
Naturalmente dobbiamo anche renderci conto ed essere onesti, che una gran parte del turismo ticinese proviene da oltre Gottardo e con i treni, perciò questa è una misura coerente, per i picchi di utenza previsti durante le vacanze autunnali e maggiormente concentrati nei fine settimana.
La linea di montagna, immaginiamo che al momento non potrebbe supportare ulteriori tracce, perciò lo sforzo sulla pianificazione va riconosciuto, anche per mantenere una certa puntualità sui collegamenti gia esistenti, che transitano dalla linea alpina.
Quasi sicuramente questa misura supplementare provocherà nuove lamentele da parte di una fascia minoritaria di utenti, che non capiranno il perché di un’offerta al momento limitata a pochissimi treni e solo nei fine settimana, e tenderanno solo a far critica.
Ovviamente immaginiamo che ci sarà una corsa e una calca (alla domenica sera), per accaparrarsi un posto sui treni che circoleranno diretti dal tunnel di base, dimenticandosi all’istante del disastro con il quale sono confrontate le FFS da agosto, dimenticandosi di nuovo che fino alla settimana prima la “vecchia signora storica” ha trasportato migliaia di utenti come faceva prima del 2016 (con soli 55’ di percorrenza in più e un bellissimo panorama sulle valli spopolate e dimenticate, ricordate solo per le residenze secondarie 3 settimane l’anno). Inoltre gli utenti dimenticheranno, o hanno già dimenticato gli operai che lavorano per il ripristino di tutta la galleria danneggiata, così come dimenticheranno anche le misure citate nell’articolo, rigurado ad abbonamenti e biglietti.

Un sentito Grazie a chi lavora ininterrottamente per il ripristino completo.

Movimento Giovani Leghisti

Raffaele Darani
(Consigliere comunale a Faido)
Candidato n°2 nella lista MGL per il Consiglio nazionale

Diamo voce all’agricoltura

Le sfide che affliggono gli attori e le attrici del settore primario sono molteplici e di primaria importanza. Di seguito desidero menzionare in modo breve e puntuale i temi che più mi stanno a cuore.
Questione lupo. La convenzione di Berna non risponde più agli attuali bisogni in materia di protezione del lupo. I branchi son sempre più numerosi; considerare il lupo come animale a rischio d’estinzione è al giorno d’oggi errato. Ci sono altri animali molto più a rischio d’estinzione del lupo che andrebbero invece protetti. La convivenza tra lupi ed agricoltura è stata voluta se non addirittura forzata ma non di certo pianificata. Le misure di protezione per molte aziende a causa della conformità del territorio non sono attuabili. Urge ora di conseguenza sostenere puntualmente gli allevatori e le allevatrici con agevolazioni sugli abbattimenti e circoscrivendo le aree dove il lupo può cacciare liberamente (nel Parco Nazionale). Inoltre, non è assolutamente accettabile che questi pericolosi animali possano liberamente invadere le zone abitate impaurendo i nostri abitanti sia anziani che bambini.
Il secondo punto che mi sta a cuore sono i pagamenti diretti. Bisogna favorire l’agricoltura nelle zone montane. I pagamenti diretti così come sono concepiti vanno a favore delle aziende grandi e con grandi distese di pianura. Il Ticino per la sua morfologia, con le aziende agricole che spesso si trovano in zone montane o con pochi terreni meccanizzabili, necessita di uno statuto a parte. Un segnale è la continua chiusura di aziende agricole in Ticino. Se non si fa nulla, questa tendenza sarà inarrestabile.
Lo statuto speciale serve anche per i prezzi. In Ticino il latte, ad esempio, per varie ragioni viene pagato meno rispetto alla Svizzera Interna. Pagare in Ticino lo stesso prezzo del mangime come in Svizzera Interna, va dunque a sfavorire l’economia dell’azienda ticinese.
Ultimo ma non da ultimo, è necessario agevolare il ricambio generazionale. Decidere di fare il contadino non deve essere una scelta dettata solo dalla passione.
Rafforziamo la presenza a Berna di chi difende gli interessi degli agricoltori e delle agricoltrici ticinesi. Agire in questo senso significa dare delle opportunità e un futuro all’agricoltura in Ticino e in Svizzera.

Joel Quattrini
Lega dei Ticinesi – Giovani Leghisti
Candidato 6, lista 9

Cassa malati: ennesima stangata per i Ticinesi

La Lega dei Ticinesi è sconcertata dall’ennesimo aumento dei premi di cassa malati annunciato per il 2024, che ammonterà per il Ticino al 10.5%. Un’impennata che si aggiunge all’aumento medio per l’anno corrente, che è stato del 9.2%

Questi dati mettono i brividi. Essi comportano una significativa erosione del potere d’acquisto delle cittadine e dei cittadini, già costretti a fare i conti con l’aumento delle tariffe energetiche, degli affitti e con la diminuzione del salario per la pressione (dumping) esercitata dalla presenza di 80 mila frontalieri.

Anche quest’anno, dunque, il Consigliere federale PS Alain Berset si è dimostrato incapace di contenere salassi che si fanno sempre più insostenibili in particolare per il ceto medio, ma anche per le finanze pubbliche cantonali (esplosione dei sussidi). Mentre il parlamento federale, in balia delle lobby del settore sanitario – rappresentate in particolare da deputati de “Il Centro” e del PLR – non trova (o non vuole trovare) soluzioni per invertire il deleterio andazzo.

Le dichiarazioni bellicose del direttore del DSS Raffaele De Rosa, come pure delle altre forze politiche (incluse quelle che hanno tra le loro fila i deputati-lobbisti degli assicuratori malattia) si sono dimostrate, per l’ennesima volta, semplici dichiarazioni di circostanza a scopo elettorale, prive di effetto pratico, che si ripetono uguali ogni anno.

La scorsa settimana a Berna la maggioranza composta dalla sinistra rossoverde e dal Centro è inoltre riuscita ad affossare l’aumento delle deduzioni dei premi di cassa malati dall’imposta federale diretta: una misura che avrebbe permesso di dare un po’ di sollievo al ceto medio.

Nei giorni scorsi perfino l’associazione mantello degli ospedali H+ si è espressa a favore di una cassa malati unica, ritenendo che il sistema attuale sia ormai giunto al capolinea.

A livello cantonale, la Lega dei Ticinesi chiede che il Gran Consiglio ticinese esamini e sottoponga rapidamente al voto popolare la sua iniziativa popolare per la deducibilità fiscale integrale dei premi di cassa malati.

A livello federale la Lega chiede che:

  • Si decida rapidamente lo stanziamento di un contributo federale per abbassare i premi di cassa malati a tutti;
  • Si (ri)valuti con urgenza, quale soluzione definitiva, la creazione di una cassa malati pubblica, come pure la possibilità, per i Cantoni, di costituire delle casse cantonali;
  • Si renda obbligatoria per gli assicuratori malattia la restituzione delle riserve in esubero;
  • I deputati – lobbisti degli assicuratori malattia o di loro associazioni mantello siano tenuti a rendere note le remunerazioni che ottengono in tale funzione;
  • Il catalogo delle prestazioni coperte dall’assicurazione obbligatoria LAMal venga esaminato criticamente.

Solo con interventi di ampia portata si potrà riportare entro parametri decenti i premi di cassa malati. Da anni la Lega dei Ticinesi chiede queste misure. Purtroppo finora i partiti che portano responsabilità in questo ambito continuano a fare melina, impoverendo ulteriormente le cittadine e i cittadini di questo Paese.

Lega dei Ticinesi

Lugano, 26 settembre 2023

Gottardo: FFS e Consiglio federale deludenti

Comunicato stampa

La Lega dei Ticinesi esprime il proprio disappunto per l’annuncio, da parte delle FFS, che non ci saranno indennizzi o riduzioni di prezzo generali ai viaggiatori sulla tratta del Gottardo (in particolare ai titolari di abbonamenti) a seguito dell’importante aumento dei tempi di percorrenza dovuti al noto incidente nel tunnel di base AlpTransit. Non è infatti corretto che i viaggiatori paghino, rispettivamente abbiano pagato, a prezzo pieno per delle prestazioni che per molti mesi non potranno ottenere nelle modalità pattuite.

Una diminuzione provvisoria dei prezzi rappresenterebbe inoltre un segnale importante nell’ottica della coesione nazionale, come lo fu ad inizio Novecento l’abolizione – chiesta nelle “Rivendicazioni ticinesi” – della sovratariffa per le tratte ferroviarie di montagna.

La Lega dei Ticinesi trova inoltre incredibile che, a seguito di una banale ruota rotta, la funzionalità di un’opera mastodontica quale il tunnel di base del San Gottardo, costato ai contribuenti elvetici 12.2 miliardi di franchi (il costo complessivo della NTFA è di 23 miliardi, risulti pesantemente compromessa non per ore, non per giorni, ma per mesi e mesi.

La Lega dei Ticinesi si attende dalle FFS – oltre al massimo impegno per accelerare le tempistiche di ripristino, giacché quelle annunciate sono inaccettabili – una chiara assunzione di responsabilità per l’accaduto, con tutte le conseguenze del caso.

La situazione creatasi conferma inoltre la fragilità dei collegamenti tra il Ticino ed il resto della Svizzera, ciò che rende ancora più insostenibile l’ipotesi di introduzione di un pedaggio al tunnel autostradale del S. Gottardo: un balzello che, oltre a rendere il Ticino meno svizzero, graverebbe anche sui ticinesi che si recano nel resto del Paese, come pure sugli svizzeri che vogliono raggiungere il Ticino.

La recente risposta fornita  dal CF ad alcuni atti parlamentari sull’ipotesi di pedaggio autostradale al Gottardo – tra cui l’interpellanza Quadri che chiedeva che tale ipotesi venisse esclusa – è oltremodo deludente: il governo si limita a rinviare ad un futuro rapporto, senza prendere posizione sui temi sollevati ed in particolare senza escludere l’ipotesi di un balzello discriminatorio per il Ticino come quello richiesto da deputati del Centro, del PLR e dei Verdi-liberali, con l’appoggio della sinistra rossoverde.

Lega dei Ticinesi

NO alla propaganda “gender” del DECS

Comunicato stampa

La Lega dei Ticinesi deplora la scelta del DECS di inserire nell’agenda scolastica messaggi ideologici di propaganda gender, che promuovono concetti quali la “fluidità” ed il “terzo sesso” (che neppure esiste), di fatto incoraggiando gli scolari – già a partire dalla V elementare (!) – ad un orientamento sessuale non binario.

La Lega dei Ticinesi reputa che il Dipartimento a conduzione PS tenti ancora una volta di approfittare della scuola pubblica per diffondere i messaggi che piacciano all’area politica di riferimento, calpestando il diritto delle famiglie di scegliere tempi e modalità con cui affrontare con i figli temi delicati quali l’orientamento sessuale e l’identità di genere.

La Lega dei Ticinesi chiede al DECS di rinunciare a consegnare l’agenda in questione. In particolare, reputa la distribuzione agli allievi di V elementare altamente inappropriata: ha quindi invitato i propri municipali a portare la questione nei rispettivi Esecutivi, con la richiesta di decidere di non distribuire l’agenda nelle scuole comunali.

Lega dei Ticinesi

Immigrazione fuori controllo per colpa della partitocrazia

Comunicato stampa

La Lega dei Ticinesi prende atto con sconcerto, ma senza sorpresa, degli allarmanti dati migratori appena resi noti: nei primi mesi dell’anno in corso sono immigrate in Svizzera quasi 50mila persone, 10mila in più rispetto allo stesso periodo del 2022. 
Questi numeri fanno stato di un’immigrazione andata completamente fuori controllo, che non risponde affatto – contrariamente a quanto si vuole far credere – alle esigenze dell’economia: quest’ultima infatti continua a lamentare carenza di manodopera specializzata, ciò significa che gli stranieri che arrivano a frotte sono quelli sbagliati.
Al dato sopra citato si aggiunge quello sugli ingressi clandestini in Ticino, che a luglio sono esplosi, raggiungendo quota 1.486, quando il mese precedente erano 1.125.
Gli eccessi migratori che il nostro Paese subisce passivamente per colpa della partitocrazia sono perniciosi in ogni ambito: mercato del lavoro, sicurezza, spesa pubblica, coesione sociale, infrastrutture, traffico, inquinamento, consumo di risorse, cementificazione, approvvigionamento energetico, costi dell’alloggio, sistema scolastico e sanitario,…
La prospettiva di una Svizzera con 10 milioni di abitanti – ovvero con un milione di stranieri in più rispetto ad oggi – non è tollerabile e va pertanto sventata.
E’ quindi urgente che il nostro Paese ripristini finalmente la sorveglianza sistematica dei confini e riprenda il controllo sull’immigrazione, frontalierato in primis, così come votato dal popolo nel 2014. Una volontà che è però stata affossata dalla partitocrazia.
Non è più possibile chiudere gli occhi. Un Paese che non è in grado di controllare confini ed immigrazione è un Paese morto. Ricordarsene alle elezioni federali di ottobre!

Lega dei Ticinesi

«A Bombinasco al posto dell’assistenza sociale arrivano gli asilanti?»

Boris Bignasca, a nome del gruppo della Lega dei Ticinesi, ha firmato un’interrogazione focalizzata sul “Centro Al Suu” di Bombinasco e diretta al Governo.

Nella ricostruzione fatta dal deputato, corroborata da un articolo pubblicato da Il Mattino, la struttura «gestita dall’associazione Vivere insieme, ha chiuso, lasciando a casa 17 dipendenti e 8 ospiti disabili senza alloggio». La preoccupazione dei cittadini locali, riporta Bignasca, è che «possa diventare un centro per richiedenti asilo minorenni», anche alla luce di «quanto sta succedendo a Chiasso e nelle zone limitrofe».

L’aumento delle domande d’asilo ha portato a «una carenza di strutture a livello nazionale. Il Dipartimento sanità e socialità sta valutando l’uso della struttura. La reale necessità di una struttura del genere e l’approccio da adottare per risolvere il problema sollevano interrogativi tra i residenti locali».

Da qui, le 15 domande:

  • Le informazioni riguardo l’insediamento di un centro per richiedenti d’asilo a Bombinasco sono corrette?
  • L’eventuale utilizzo della struttura come centro per richiedenti d’asilo sarebbe compatibile con la tutela di cui gode l’edificio e con le norme di Piano Regolatore?
  • Quanti sono i centri per richiedenti d’asilo in Ticino?
  • Le autorità federali vogliono trasformare il Ticino (e in particolare il sottoceneri) in un unico grande centro asilanti a cielo aperto?
  • La ripartizione dei richiedenti d’asilo è omogenea in tutti i Cantoni, oppure il Ticino è molto più esposto?
  • Gli operatori del settore, pubblici e privati (sicurezza, sanitari, amministrativi, ecc.), che sono a contatto con i richiedenti d’asilo, si sentono al sicuro considerato l’incremento marcato dei richiedenti?Quali rassicurazioni sono state date loro? Sono previsti aumenti dell’organico? In che misura?
  • Quanti sono i richiedenti d’asilo in Ticino? Di che nazionalità sono? (fornire dati degli ultimi 5 anni)
  • Tutti i paesi da cui provengono sono in guerra?
  • In quanti casi la richiesta d’asilo ha poco o nessun fondamento e viene dunque respinta?
  • Quanto tempo passa in media tra la richiesta d’asilo e la decisione negativa?
  • Quanto tempo passa in media tra la decisione negativa e l’effettiva espulsione?
  • Quanti sono all’anno gli interventi di polizia legati ai richiedenti d’asilo? Quanto costano questi interventi?
  • Quanti sono all’anno gli interventi dei pompieri legati ai richiedenti d’asilo? Quanto costano questi interventi?
  • Quanti sono all’anno gli interventi sanitari legati ai richiedenti d’asilo? Quanto costano questi interventi?
  • Quali sono i costi annuali in dettaglio per un richiedente d’asilo? (Vitto, alloggio, spese sanitarie, spillatico, ecc.)

Da Ticinonline.ch

Una Lega più forte per difendere il nostro Ticino

Nella giornata della Festa della Patria festeggiata a Faido, la Lega dei Ticinesi ha dato inizio alla campagna elettorale per le Elezioni federali di ottobre. È stata l’occasione per presentare agli oltre 400 presenti in Leventina gli obiettivi elettorali e svelare gli otto candidati della lista principale per il Consiglio nazionale e quelli che compongono le quattro sottoliste tematiche a supporto.

Nei loro interventi ufficiali Norman Gobbi (a nome del Consiglio esecutivo della Lega dei Ticinesi) e Lorenzo Quadri (candidato uscente al Consiglio nazionale) si sono soffermati sul quadro politico in Ticino e più in generale in Svizzera, evidenziando quanto siano attuali e importanti i valori che caratterizzano da sempre il popolo Leghista, prima di definire gli obiettivi del Movimento per questa tornata elettorale: per il Consiglio nazionale, in primis la conferma di Lorenzo Quadri nella Camera bassa e la volontà di riprendersi il secondo seggio leghista (perso quattro anni orsono per una manciata di schede), mentre per il Consiglio degli Stati la conferma del candidato di area Lega-Udc, l’uscente Marco Chiesa.

In questo modo il nostro Movimento di destra sociale potrà dare un contributo tangibile al rafforzamento dell’area di destra a Palazzo federale, dove il cosiddetto “centro” si conferma sempre più succube della sinistra rossoverde su quasi tutte le questioni fondamentali, con esiti allarmanti per il destino del Paese; ed in particolare del Ticino che, come regione di frontiera confinante con l’Italia, si trova confrontato con difficoltà e sfide che nessun altro Cantone deve affrontare.

Si tratta di obiettivi ambiziosi, ma raggiungibili grazie a un’“alleanza chiara e consolidata” con l’UDC nel rispetto dell’accordo elettorale preso nell’imminenza delle elezioni cantonali dello scorso aprile. Tutti traguardi che solo con un fronte comune forte e impegnato potranno essere raggiunti: nulla va però lasciato intentato o dato per scontato, perché nessuna delle altre forze politiche se ne starà con le mani in mano.

Le elezioni federali non vanno infatti sottovalutate: a Berna vengono prese decisioni che il Ticino è poi costretto a seguire.

La grafica della campagna è stata pensata per non lasciare nulla di sottinteso: Ticinés a sottolineare che a Berna i ticinesi siamo noi – la Lega è infatti l’unico Movimento politico interamente ticinese, che non deve rispondere a dirigenze nazionali –  mentre il payoff Leghisti. Liberi e Svizzeri a dare vigore alla nostra identità e a indicare alcuni dei temi che più ci stanno a cuore.

I temi principali da portare avanti durante la campagna, in parte già affrontati assieme all’UDC nell’ultima legislatura, sono legati all’immigrazione incontrollata, al caos asilo, ai rapporti con l’Unione Europea, al frontalierato, alla sovranità nazionale, alla neutralità, all’indipendenza, alla difesa del reddito dei cittadini, all’affermazione dei nostri valori, delle nostre tradizioni e delle nostre specificità, all’opposizione ad ideologie climatiste e tassaiole.

Senza dimenticare le istanze delle piccole e medie imprese, spina dorsale della nostra economia, l’annoso problema dei premi di cassa malati, gli automobilisti sempre più mobbizzati dalla maggioranza politica, l’urgenza di garantire a cittadini ed imprese l’energia di cui abbisognano.

Temi fondamentali; temi che da sempre caratterizzano l’azione politica di Lega e UDC che puntualmente si smarcano dai partiti cosiddetti storici, propensi – questi ultimi – a coltivare interessi di parte, a buttarsi tra le braccia dell’Unione europea ed a contraddire le dichiarazioni fatte in Ticino al momento di votare sotto le cupole federali, piegandosi ai diktat delle rispettive dirigenze nazionali.

Le liste sono così composte:

Lega dei Ticinesi
Lorenzo Quadri (uscente), Omar Balli, Daniele Caverzasio, Sem Genini, Giorgio Grandini (indipendente), Michele Guerra, Alessandro Mazzoleni, Maruska Ortelli.

Lega dei Ticinesi – Donne
Samantha Albertini, Athena Andrighetto, Maria Balbi Del Bello, Natascia Caccia, Valérie Camponovo, Tanya Cattani, Katia Fabris, Maruska Gianinazzi.

Lega dei Ticinesi – Giovani Leghisti
Alessio Allio, Raffaele Darani, Stefano Olgiati, Kevin Pagnoncini, Kevin Pidò, Joel Quattrini, Christian Tresoldi, Alex Valsangiacomo.

Lega dei Ticinesi – Over 60
Orlando Anastasi, Gian Antonio Baffelli, Sergio Bedulli, Roberto Ferrari, Mario Muschietti, Aldo Pedroni, Donatello Poggi, Giancarlo Seitz.

Lega dei Ticinesi – Nei Comuni
Claudia Boschetti, Bruno Buzzini, Antonio Caggiano, Marco Cattani, Patrizio Farei, Norma Ferrari, Michele Foletti, Mauro Minotti.