Esenzione del partner dall’imposta di successione e donazione.

Nel corso dell’ultima seduta di Gran Consiglio la LEGA ha presentato un’iniziativa parlamentare
elaborata volta a modificare la Legge Tributaria. Nel concreto viene chiesto di estendere l’esenzione
dall’imposta di successione e donazione, oggi riconosciuta unicamente al coniuge, ai discendenti e
agli ascendenti in linea diretta, anche per il partner convivente che, al momento della donazione o del
decesso, viveva in concubinato con il disponente da almeno cinque anni o aveva figli in comune con
lui.
Il nostro Cantone, infatti, non conosce l’esenzione fiscale in ambito di imposte di successione e
donazione a favore del partner convivente, presente invece in altri Cantoni. Peraltro, è anche parere
del Tribunale federale che in caso di una convivenza che dura già da cinque anni, si debba in linea di
principio presumere che si tratti di una comunità di destino simile al matrimonio.
La LEGA reputa necessario modificare la legge tributaria per rimanere al passo con i tempi e con gli
altri Cantoni. Con questa proposta si vuole infatti allineare il Cantone Ticino agli altri cantoni svizzeri
che, con una visione più moderna della società, hanno riconosciuto la valenza di un legame duraturo
sempre più attuale.
Per il Gruppo Lega dei Ticinesi, Enea Petrini

No ai sussidi ai media: chiamare alla cassa i colossi del web

La Lega dei Ticinesi esprime la propria soddisfazione per il No odierno al pacchetto di sussidi ai media (151 milioni di franchi all’anno).

Questi sussidi, ben lungi dall’avere una durata limitata a 7 anni, sarebbero invece diventati permanenti.

Il 70% dei nuovi aiuti sarebbe finito nelle capienti tasche dei grandi gruppi editoriali, quelli che nel 2021 hanno realizzato ben 300 milioni di Fr di utili.

I nuovi sussidi, respinti dai votanti, avrebbero asservito sempre più la stampa alla partitocrazia: chi paga comanda! Ed è evidente che non si crea “indipendenza” rendendo i media sempre più dipendenti dal denaro pubblico.

I nuovi sussidi non avrebbero affatto finanziato la pluralità, ma proprio il contrario: ovvero l’omologazione e l’appiattimento sul pensiero unico “mainstream”.

La volontà di finanziare non già i media in generale, bensì quelli di regime, permeava l’intero pacchetto in votazione, che – ad esempio – escludeva i media gratuiti da qualsiasi sostegno.

I cittadini svizzeri già pagano oltre 1,2 miliardi di Fr all’anno per il canone radioTV. Quanti soldi pretendono di estorcere al contribuente, oltretutto in tempo di crisi, le maggioranze politiche per finanziare i propri megafoni mediatici?

Le difficoltà finanziarie della stampa scritta dipendono dal calo pubblicitario. I colossi americani del web (Google, Facebook, Amazon, Microsoft, Apple,…) si sono accaparrati una grossa fetta di pubblicità.

La Lega dei Ticinesi si aspetta ora che la politica:

  •  affronti il problema del calo del mercato pubblicitario sulla stampa cartacea nelle dovute modalità, ossia chiamando alla cassa chi – i colossi statunitensi di cui sopra – ha fatto man bassa.
  • Rinunci definitivamente ad ogni velleità tassaiola in ambito mediatico, specialmente sotto il pretesto della “pluralità”: il panorama mediatico svizzero non è affatto pluralista, è solo affollato.
  •  Si astenga dall’introdurre ulteriori divieti di pubblicità, che la Lega dei Ticinesi combatterà.

Lega dei Ticinesi