No caro Ignazio: i Ticinesi lottano ogni giorno per il loro benessere e la loro sicurezza!

Comunicato stampa

La Lega dei Ticinesi esprime profonda inquietudine per le recenti dichiarazioni del Consigliere
federale Ignazio Cassis, il quale ha affermato che la Svizzera è “abituata alla prosperità e sicurezza”
e che tali condizioni sono percepite come “quasi un dono di Dio”.
Riteniamo che queste affermazioni siano inaccettabili e denotino una visione distorta della realtà
svizzera e in particolar modo ticinese. La prosperità e la sicurezza del nostro Paese non sono frutto
del caso, ma il risultato di secoli di impegno, lavoro e dedizione da parte del popolo svizzero e
ticinese.
È altresì preoccupante che il Ministro degli Esteri sembri suggerire un allineamento della Svizzera a
modelli esteri che nulla hanno a che vedere con la nostra tradizione di neutralità e indipendenza. La
Svizzera ha costruito il suo benessere sulla base di valori solidi e di una politica estera equilibrata,
lontana dalle logiche di potere che caratterizzano altre regioni del mondo.
La Lega dei Ticinesi invita pertanto il Consigliere federale Cassis a rettificare le sue dichiarazioni e
a riconoscere il valore del modello svizzero, che ha garantito al nostro Paese decenni di stabilità e
prosperità. Esortiamo inoltre il Consiglio federale a mantenere una politica estera che tuteli gli
interessi della Svizzera e del suo popolo, senza cedere a pressioni esterne. I cedimenti fatti nei
confronti dell’UE sono devastanti per una realtà socioeconomica fragile come quella del Canton
Ticino.
Caro Ignazio, i Ticinesi – abbandonati dalla Berna federale – lottano ogni giorno per difendere il
proprio benessere e la propria sicurezza!

Il Consiglio federale ci ha tirato un pacco!

Oggi il Consiglio federale comunicherà i contenuti delle trattative con l’Unione europea, che si sono formalmente conclusi. La soluzione chiamata “a pacchetti” e settoriale è – per la Lega dei Ticinesi – piuttosto un pacco tirato alla sovranità del nostro Paese!
La Lega dei Ticinesi esprime profonda preoccupazione per i recenti sviluppi nei negoziati tra la Confederazione Elvetica e l’Unione Europea.
In particolare, siamo contrari a qualsiasi accordo che possa compromettere l’indipendenza della Svizzera, limitare il controllo sulla migrazione e indebolire la tutela della manodopera indigena. Ed è quanto andrà a comunicare il Consiglio federale nel pomeriggio.
La nostra posizione si basa sulla convinzione che:

  • Sovranità Nazionale: La Svizzera deve mantenere il pieno controllo sulle proprie leggi e politiche, senza ingerenze esterne che possano minare la nostra neutralità e indipendenza.
  • Gestione della Migrazione: È fondamentale che la Svizzera conservi la capacità di regolare autonomamente i flussi migratori, garantendo sicurezza e stabilità al nostro Paese.
  • Protezione dei Lavoratori svizzeri: Dobbiamo assicurare che i lavoratori svizzeri non siano svantaggiati da accordi che favoriscono una concorrenza sleale o che riducono le tutele salariali e lavorative.

Ci batteremo su questi assi per preservare il nostro Paese.
Parallelamente, invitiamo la politica federale a porre al centro gli interessi e la volontà del popolo svizzero. È essenziale che qualsiasi accordo futuro rispetti e preservi la nostra sovranità, garantendo al contempo il benessere e la sicurezza dei cittadini.

RSI e il brigatismo: un legame indissolubile!

Comunicato stampa

La RSI, finanziata da un canone obbligatorio tra i più alti in Europa, ha una responsabilità verso i cittadini e le aziende che la sostengono economicamente. L’evento organizzato settimana prossima con ospite un ex-terrorista è l’ennesima dimostrazione della faziosità vissuta a Comano, che va stoppata!

Dare spazio a figure come Adriano Sofri, terrorista di Lotta Continua condannato in via definitiva come mandante morale dell’omicidio del commissario Luigi Calabresi, e ad altri ex brigatisti in passato, rappresenta una scelta editoriale che non solo manca di rispetto verso le vittime, ma mina anche la credibilità dell’intera emittente.

I ticinesi e i contribuenti hanno il diritto di chiedere che il servizio pubblico promuova valori di trasparenza, giustizia e memoria storica, invece di offrire visibilità a personaggi divisivi e legati alla violenza politica. Continuare su questa linea alimenta le ragioni, di chi come noi della Lega dei Ticinesi, critica la legittimità di un canone tanto costoso e ormai sempre più ingiustificabile.

Spese fuori controllo nella pedagogia speciale: sì al contenimento della crescita!

Comunicato stampa

Negli ultimi anni, la spesa per la pedagogia speciale sotto la forte spinta ideologica del DECS a
conduzione socialista ha ormai raggiunto livelli insostenibili e fuori controllo. Dal 2015, i costi diretti
sono più che raddoppiati, passando da 38,6 milioni di franchi a una previsione allarmante di 82,2
milioni per il 2025, con un aumento del 112,87%!

È innegabile che il settore della pedagogia speciale svolga un ruolo importante, ma la gestione
attuale non tiene conto della sostenibilità finanziaria. Si registra una crescita spropositata della spesa
pro capite, senza che i risultati siano misurabili o che si vedano benefici tangibili per la popolazione.
Questo è nostro modo di vedere inaccettabile, soprattutto in un contesto in cui le famiglie e le
imprese ticinesi devono fare i conti con bilanci sempre più ristretti.

Per questo motivo, la Lega dei Ticinesi chiede:

Maggiore trasparenza sui criteri di utilizzo dei fondi e sui benefici effettivi per gli allievi coinvolti.

Contenimento immediato della crescita dei costi, eliminando sprechi e ottimizzando le risorse.

Una verifica rigorosa dell’efficacia dei programmi finanziati, per assicurare che ogni franco speso
produca un reale miglioramento.

La spesa cantonale per la pedagogia speciale oltre che ad essere raddoppiata ha superato – a titolo
di paragone – il totale dei salari dell’intero corpo della Polizia cantonale! Inoltre, agli oltre 82 milioni
di franchi previsti per il 2025 vanno aggiunti i costi indiretti, come ad esempio il trasporto per le
scuole speciali; questa spesa è aumentata di circa 2 milioni di franchi nel giro di pochi anni!

Mal capiamo quindi l’incapacità del Centro e della Sinistra nel non ammettere e riconoscere la
necessità di contenere la crescita di questo settore. Come non possiamo più tollerare una gestione
miope e dispendiosa da parte del Dipartimento interessato. La Lega dei Ticinesi si batterà affinché
venga introdotta una politica di spesa responsabile, che tuteli sì i più fragili, ma che rispetti anche il
principio dell’equità verso i contribuenti.

    Libero e svizzeri: Ticino contrario a ogni cedimento nei confronti dell’UE!

    Comunicato stampa congiunto Lega dei Ticinesi – UDC Ticino

    Pro Svizzera, UDC e Lega dei Ticinesi si sono riuniti oggi alla Swissminiatur di Melide per dire un chiaro
    no all’accordo quadro che il Consiglio federale vuole sottoscrivere con l’Unione europea. Il Consigliere
    di Stato Norman Gobbi, il Consigliere nazionale Piero Marchesi, l’ex Consigliere nazionale Oskar
    Freysinger e il Granconsigliere Alessandro Mazzoleni hanno ribadito la necessità di informare le
    cittadine e i cittadini svizzeri sull’importanza di combattere per una Svizzera libera e sovrana.

    L’accordo con l’UE – frutto del mandato negoziale che Berna ha approfondito con Bruxelles – in sostanza
    prevede una serie di sottomissioni all’Unione europea: l’adozione automatica del diritto europeo, il
    riconoscimento di giudici stranieri, il costante pagamento di contributi di coesione che con il passare del
    tempo saranno destinati a diventare più consistenti, l’imbrigliamento delle nostre istituzioni nelle leggi
    europee. Si rischia di distruggere un valore tipico svizzero che ci rende competitivi, ossia la democrazia
    diretta.

    Norman Gobbi, Piero Marchesi, Oskar Freysinger e Alessandro Mazzoleni hanno sottolineato nei loro
    interventi che l’UE e la Svizzera hanno sistemi democratici e istituzionali agli antipodi: centralista,
    burocratico e liberticida quello dell’UE; democratico, liberale e federalista quello svizzero. Ne consegue
    l’impossibilità di accettare le regole dell’UE in Svizzera, perché soffocherebbe il nostro paese.

    Accettando l’accordo quadro, la Svizzera compierebbe un vero e proprio salto nel buio che anticiperebbe
    la conseguenza più nefasta: l’adesione all’UE.

    Pro Svizzera, UDC e Lega dei Ticinesi sono favorevoli a migliorare i nostri accordi commerciali con l’UE, ma a patto che questi non minino la sovranità della Svizzera. Intervenire su questo non è necessario a ogni costo.