“Per una Svizzera forte”? No, per una Svizzera inesistente!

La Lega dei Ticinesi apprende con sconcerto del lancio di una nuova iniziativa popolare
dall’assurdo ed ingannevole titolo “Per una Svizzera forte (iniziativa per l’Europa)”.
L’iniziativa in questione vuole in realtà svendere la Svizzera all’Unione europea tramite la
favoletta della “stretta collaborazione”. Tant’è che essa si prefigge anche di “sostenere
politicamente il Consiglio federale nei negoziati in corso con Bruxelles (Bilaterali III)”. Si tratta,
in concreto, dell’accordo quadro 2.0 il quale prevede, tra l’altro, la ripresa dinamica, ossia
automatica, del diritto UE, la sottomissione ai giudici stranieri (della Corte europea di giustizia)
e contributi di coesione miliardari e ricorrenti all’UE.
Una simile prospettiva equivarrebbe alla fine dei diritti popolari, poiché le leggi ci verrebbero
imposte direttamente da Bruxelles. E qualsiasi decisione dei cittadini in contrasto con i Diktat
UE resterebbe lettera morta.

I promotori della nuova iniziativa, esponenti della sinistra climatista, antisvizzera,
immigrazionista, sovranofoba, tassaiola ed islamo-gauchista, vi inseriscono pure istanze –
appunto – climatiste: come l’adesione al Patto Verde per l’Europa, che a loro dire “consentirà di
compiere progressi in materia di protezione del clima” i quali avranno impatto globale pari a zero
ma devasteranno per contro il potere d’acquisto dei cittadini e le loro libertà con sempre nuovi
obblighi, divieti, tasse e balzelli.

Nel mirino degli iniziativisti c’è pure la neutralità elvetica, che va rottamata per adeguarsi
integralmente ai Diktat dell’UE – a sua volta al servizio degli USA e della NATO – sull’invio di
armi all’Ucraina e sulla confisca di bei russi congelati.

Il comitato promotore – tra i quali spicca anche il movimento antisvizzero Operazione Libero
(Libero da cosa?), che tra le altre cose si oppone all’iniziativa popolare per la neutralità – nel
tentativo di fare fessi i cittadini, asserisce senza timore del ridicolo di voler difendere “i valori
fondamentali quali la democrazia ed il federalismo”.

In realtà il suo obiettivo è l’esatto contrario. I promotori dell’iniziativa vogliono una
Svizzera completamente asservita all’UE dove i cittadini, i Cantoni, i rappresenti politici
eletti non abbiano più nulla da dire.

Altro che “Per una Svizzera forte”: per una Svizzera inesistente!


La Lega confida pertanto che un’iniziativa popolare siffatta, ammesso e non concesso che
raccolga le firme necessarie alla sua riuscita, verrà asfaltata in votazione popolare. Il che
contribuirebbe a chiudere definitivamente la porta alle velleità di certi ambienti di sinistra bramosi
di demolire il nostro Paese, col quale evidentemente hanno poco o nulla a che fare.

Lega dei Ticinesi


Una montatura politico mediatica fondata sul nulla

La Lega dei Ticinesi prende atto della decisione del Consigliere di Stato Norman Gobbi di
autosospendersi dalla direzione politica della Polizia cantonale.
La Lega rileva che questa decisione non era affatto necessaria. A provocarla è infatti una
vicenda che, non lo si ribadirà mai abbastanza, è soltanto una sordida montatura politico-mediatica a scopo elettorale, fondata sul nulla.
Si ricorda alla partitocrazia ed ai media a lei asserviti che Norman Gobbi non è oggetto di
alcun accertamento da parte della Magistratura.
La Lega comprende tuttavia la volontà del Consigliere di Stato di tutelare – pur non avendo
assolutamente nulla da rimproverarsi – la propria famiglia, come pure le istituzioni (nello
specifico la polizia cantonale) dalla strumentale “shitstorm” messa in atto contro di lui. Ed è
solo e soltanto questa “shitstorm”, e dunque coloro che l’hanno orchestrata, a danneggiare la
credibilità delle istituzioni: di questo, i responsabili dovranno rendere conto.
La Lega conferma di nuovo il pieno appoggio al proprio Consigliere di Stato, apprezzandone il
senso dello Stato che lo ha portato a compiere un passo per lui certamente doloroso in quanto
– come detto – assolutamente non necessario dal profilo oggettivo.
La Lega rileva infine con soddisfazione che tra l’opinione pubblica cresce il malcontento per lo
scandaloso trattamento riservato a Norman Gobbi dalla partitocrazia e dai media al servizio
della medesima, che è giustificato unicamente da motivi politici.

Lega dei Ticinesi
Alessandro Mazzoleni
Daniele Piccaluga
Antonella Bignasca
Roberta Pantani

Grottesca montatura politico-mediatica

La Lega dei Ticinesi deplora l’ennesima, grottesca montatura politico-mediatica a proposito dell’incidente occorso al Consigliere di Stato Norman Gobbi. Un caso costruito sul nulla da esponenti della partitocrazia e da testate al servizio della medesima (altro che “indipendenti”!). Lo squallido sciacallaggio della sinistra della morale a senso unico – ed in particolare di alcuni esponenti di partitini che passano il tempo a raccogliere qualsiasi cicca nella spasmodica ed ossessiva ricerca di visibilità mediatica – ha ora conosciuto una nuova impennata, con pretestuose richieste di passi indietro o addirittura di dimissioni (!). Richieste che travalicano ogni decenza oltre che infrangere il senso del ridicolo. E’ ovvio che Norman Gobbi non deve compiere passi indietro da nulla. Altrettanto ovvio è che i cittadini sono perfettamente in grado di
comprendere che l’intera operazione è solo una triste montatura con finalità elettorali (le elezioni comunali sono vicine) e che, come tale, non meriterebbe alcun commento.
La Lega ribadisce la propria vicinanza al Consigliere di Stato e la fiducia nel suo operato.

Lega dei Ticinesi
Alessandro Mazzoleni
Daniele Piccaluga
Antonella Bignasca
Roberta Pantani

13esima AVS: finalmente!

Di seguito la presa di posizione della Lega dei Ticinesi sull’esito dell’odierna votazione federale.

La Lega dei Ticinesi prende atto con soddisfazione dell’approvazione della Tredicesima AVS
sia in Ticino che a livello federale.

Come noto la Lega si batte, praticamente dalla sua nascita, per il versamento di un sostegno
finanziario agli anziani in difficoltà. Negli anni ha presentato varie proposte in questa direzione,
anche a livello popolare. Proposte purtroppo sempre respinte a seguito dell’opposizione della
partitocrazia, sinistra in primis, che ha fatto quadrato contro per motivi di bottega partitica.

Le iniziative della Lega, diversamente dalla 13a AVS approvata oggi, erano mirate al sostegno
degli anziani di condizione economica modesta, e non versate ad innaffiatoio.

Tuttavia la Lega ha sostenuto con convinzione la proposta odierna, perché aiutare gli anziani
diventa sempre più urgente, specialmente in Ticino dove un terzo della popolazione over 65 si
situa sotto la soglia di povertà. In considerazione degli aumenti vertiginosi dei premi di cassa
malati (e la situazione non è certo destinata a migliorare nei prossimi anni), delle bollette
elettriche (ringraziamo anche la svolta verde ideologica) e dei prezzi in generale, la 13a AVS è
ormai, di fatto, una compensazione del rincaro.

Se oggi la 13a AVS fosse stata respinta, possiamo stare certi che non sarebbe arrivato alcun
aiuto alternativo per molti anni.

Sul fronte del finanziamento della nuova prestazione: la Lega si opporrà ad aumenti dell’IVA
come pure dei contributi riscossi dai lavoratori e dai datori di lavoro. I fondi necessari a finanziare
la 13a AVS vanno raccolti risparmiando sull’asilo, sulle prestazioni sociali agli stranieri, sugli
aiuti all’estero, sui contributi all’UE ed all’Ucraina. Tutti ambiti in cui il margine di manovra è
assai ampio.

La Lega dei Ticinesi prende pure atto con soddisfazione della prevedibile bocciatura
dell’iniziativa popolare PLR che chiedeva l’aumento dell’età pensionabile in una prima fase a 66
anni per tutti, con poi successivi adeguamenti automatici in base alla crescita della speranza di
vita: un modello che avrebbe sottratto in futuro il tema dell’età della pensione dal dibattito
politico, legandolo tramite Costituzione ad un solo fattore (l’aumento della speranza di vita,
appunto) e misconoscendo tutti gli altri. A partire dalla situazione socioeconomica e del mercato
del lavoro.

L’iniziativa in questione era particolarmente improponibile in Ticino vista la situazione sul
mercato del lavoro del nostro Cantone, imputabile alla libera circolazione delle persone voluta
dalla partitocrazia, a seguito della quale chi perde l’impiego a 55 anni (o anche prima) ha
scarsissime possibilità di trovarne un altro.
La Lega dei Ticinesi continuerà pertanto ad opporsi a proposte che mirano ad un aumento
dell’età della pensione.

Comunicato stampa. 3 marzo 2024

Sciopero: nessun servizio essenziale venga messo in discussione

Premesso il massimo rispetto per tutti i lavoratori sia del settore pubblico che del privato, riteniamo assurdo che alcuni funzionari e alcuni docenti con un salario mediano di circa 110mila CHF annui scendano in piazza per scioperare. È assurdo che venga fatto in Svizzera. È assurdo che si scioperi dopo che il personale cantonale ha ricevuto anche quest’anno l’aumento di salario (quasi) automatico dovuto agli scatti. È assurdo che si scioperi dopo aver ricevuto il rincaro completo nel 2023 e un bonus di 400 CHF per il 2024.
In realtà tutto ciò ha un senso, ed è stato detto pubblicamente da persone ben informate sul mondo dell’impiego pubblico. Lo sciopero serve ad alcune frange del sindacalismo di ultra-sinistra per avere visibilità in vista del rinnovo del comitato della cassa pensioni. Un gioco al massacro, dunque, allo scopo di occupare cadreghe di prestigio soffiandole ad altri sindacalisti.
Un gioco disfattista che per nostra fortuna agevolerà il compito di chi dovrà convincere la popolazione a votare NO al contributo miliardiario a copertura del buco della cassa pensioni cantonale.
Ci auguriamo, infine, che nessun servizio essenziale venga messo in discussione da questo assurdo sciopero atto solo ad avvantaggiare alcuni nel raggiungimento di scopi personalistici.

Gruppo LEGA dei Ticinesi

Alcuni dati in breve correlati al tema

–  I docenti cantonali hanno uno stipendio mediano di circa 110 mila chf (il reddito mediano in Ticino é di 30 mila franchi in meno)
– ⁠Il 99.5% dei dipendenti pubblici ha ricevuto anche lo scatto. Solo lo 0.5% non lo riceve a causa di prestazioni insufficienti.
– ⁠I dipendenti cantonali hanno ricevuto il rincaro completo nel 2023 e riceveranno inoltre 400 chf di bonus per il carovita nel 2024.
– Il blocco delle sostituzioni incide al massimo per lo 0.5% del totale del personale. È già stato applicato all’interno dell’amministrazione nel 2023 e non ha provocato particolari problemi.

– ⁠Presto i ticinesi dovranno votare se dare altri 20 milioni all’anno alla cassa pensioni cantonale. Questo oltre ai 500 milioni di contributo già deciso solo 10 anni fa.

Quadri: “Mercato del lavoro ticinese: ma dove vive il Consiglio federale?”

Come da copione, il Consiglio federale non vuole sentir parlare di clausole di salvaguardia a tutela del mercato del lavoro ticinese devastato dal frontalierato. Si ricorda che i frontalieri presenti in Ticino sono ormai 80mila: ovvero, un terzo dei lavoratori attivi nel nostro Cantone ha il permesso G. Una quota che non risponde ad alcuna “esigenza dell’economia”.

Lo scorso dicembre chi scrive ha presentato una mozione al Consiglio federale, con la richiesta di “elaborare ed introdurre un clausola di salvaguardia del mercato del lavoro ticinese mirata a fronteggiare il continuo aumento dei frontalieri”. Non sorprende che il CF abbia detto njet; va però rilevato che a votare sulla mozione dovrà essere il parlamento.

Le argomentazioni addotte dal governo per il suo rifiuto sono improponibili. Il governo esordisce sostenendo che introdurre clausole di salvaguardia “sa po’ mia” perché sarebbe contrario all’accordo sulla libera circolazione delle persone. Si dà però il caso che l’accordo in questione contenga un articolo 14 cpv 2 in cui si legge che “in caso di gravi difficoltà di ordine economico o sociale, il Comitato misto si riunisce, su richiesta di una delle parti contraenti, al fine di esaminare le misure adeguate per porre rimedio alla situazione”.

Inoltre, la proposta della mozione si rifà allo studio svolto nel 2016 dal prof. Michael Ambühl del Politecnico di Zurigo, su mandato ticinese. Ora, il prof. Ambühl ha alle spalle vari decenni di carriera diplomatica, è  stato capo della missione svizzera a Bruxelles tra il 1992 ed il 1999, ed in seguito Segretario di Stato per le questioni finanziarie internazionali in seno al Dipartimento federale delle finanze. Quindi, se Ambühl sostiene che introdurre clausole di salvaguardia è possibile, c’è ragione di credere che sia così.

Al di là degli aspetti formali, è assurdo che il CF usi, quale argomento a sostegno del frontalierato selvaggio,  l’invecchiamento della popolazione che “implica un maggiore fabbisogno di lavoratori provenienti dall’estero”. E’ il colmo! In Ticino, a seguito della libera circolazione delle persone, i lavoratori over 55 (ma anche quelli più giovani) vengono lasciati a casa e sostituiti da frontalieri pagati la metà. E chi perde l’impiego dopo questa età ben difficilmente riesce a ricollocarsi. Ma adesso il CF sostiene che bisogna assumere sempre più frontalieri perché, a seguito dell’invecchiamento della popolazione, mancherebbero i lavoratori residenti? Quando questi ultimi vengono lasciati a casa e sostituiti da permessi G?

A Berna fingono non sapere che in Ticino l’invecchiamento della popolazione è imputabile anche al fatto che sempre più giovani lasciano il Cantone per la Svizzera interna. E non tornano più perché in Ticino, proprio a causa degli eccessi del frontalierato, non hanno possibilità lavorative né salari decenti. E, se in questo Cantone nascono sempre meno bambini, ciò accade a seguito del continuo impoverimento e della progressiva precarizzazione della popolazione, anch’essi imputabili ad un mercato del lavoro in sofferenza a causa della libera circolazione senza limiti. Chi fatica ad arrivare a fine mese e – soprattutto – non sa se domani avrà ancora un impiego o no, non mette su famiglia. La libera circolazione non può dunque essere il rimedio all’invecchiamento della popolazione in Ticino, dato che ne è una delle cause!

Ancora una volta, il governo federale non ha perso l’occasione di fare sfoggio della propria ignoranza su quel che accade sul mercato del lavoro ticinese.

La Lega reputa che la clausola di salvaguardia sia necessaria e continuerà pertanto a battersi per la sua introduzione. 

Lorenzo Quadri, Consigliere nazionale

Preventivo 2024 – Usciamo dal caos con parziale soddisfazione

Il Gruppo Lega dei Ticinesi esprime la propria posizione in merito alla firma del rapporto sul Preventivo, sottolineando la necessità di uscire dal caos mediatico che ha caratterizzato le ultime settimane.

Pur manifestando solo parziale soddisfazione, il Gruppo desidera evidenziare alcuni risultati positivi ottenuti durante le negoziazioni. In primo luogo, siamo lieti di annunciare che abbiamo ottenuto il mantenimento dei sussidi di cassa malati, riconoscendo l’importanza di preservare il sostegno economico per coloro che lo necessitano in questo difficile momento. Inoltre, siamo soddisfatti di annunciare il consenso riguardo a risparmi significativi nel settore degli asilanti.

Il principio approvato è molto semplice: il Ticino spenda solo i soldi che riceve dalla Confederazione (e cioé 50 milioni per il 2024) e non aggiunga altri milioni dei contribuenti ticinesi. Tuttavia, il Gruppo Lega dei Ticinesi riconosce che vi è ancora lavoro da fare per affrontare appieno le sfide finanziarie del Canton Ticino.

Pur apprezzando i progressi finora compiuti, continueremo a vigilare attentamente sulla gestione delle risorse pubbliche per garantire un futuro più stabile e sostenibile per tutti i cittadini. Tutto questo senza bloccare gli investimenti, senza colpire i più deboli e senza alzare le imposte.

Boris Bignasca

Per il gruppo LEGA in Gran Consiglio

Industria del sociale: risparmiare senza penalizzare gli utenti. Si può?

Interrogazione
Nell’ambito dell’attività e della conseguente spesa dello Stato, molte attività sono delegate ad enti e organizzazioni esterne attraverso dei mandati di prestazione di varia natura e di vario oggetto, ma referenti alle stesse organizzazioni. Pur partendo dal principio della buona fede, possiamo però immaginarci che determinati servizi e prestazioni possano essere svolti con qualche risorsa in meno senza penalizzare gli utenti.
Infatti, i vari mandati vengono concessi da unità amministrative diverse (socialità, integrazione, lavoro, trasporti, formazione, …), senza un reale coordinamento e supervisione dei singoli contratti.
Per valutare questa situazione si chiede al Consiglio di Stato di:

  1. Quanti sono i mandati di prestazione cantonali ad organizzazioni attive nell’ambito sociale e formativo?
  2. Perché questi mandati non vengono resi pubblici o almeno messi a disposizione del Gran Consiglio per una valutazione?
  3. Quante sono le organizzazioni che ricevono mandati di prestazione nell’ambito sociale e formativo?
  4. Quanti sono i dipendenti di queste organizzazioni?
  5. Quanti sono gli utenti di queste organizzazioni?
  6. Che tipo di permesso hanno gli utenti di queste organizzazioni? (CH, domiciliato, dimorante, asilante, ecc)
  7. Quante sono le organizzazioni che ricevono più di un mandato? (Indicare il nome dell’organizzazione, il numero di mandati e l’importo complessivo)
  8. È garantita una visione d’insieme dei mandati dati in diversi settori per identificare eventuali miglioramenti nella gestione dei costi?
  9. Il Cds intende valutare nuove modalità di contrattualizzazione globale per ovviare a mandati cumulativi, anche in settori diversi, alla stessa organizzazione (es. SOS, CRS, Caritas, …)?

Boris Bignasca
Per il gruppo LEGA dei Ticinesi

13a AVS: per i ticinesi la LEGA dice SÌ

La maggioranza delle pensionate e dei pensionati ticinesi fatica ad arrivare a fine mese. È un dato di fatto avvalorato dai continui aumenti delle bollette per pagare i premi di cassa malati, per pagare l’elettricità e a volte gli affitti. A ciò si aggiungono le recenti riforme (tagli) alla Prestazione complementare (PC): con il primo gennaio 2024 verranno  innalzati i valori soglia della sostanza che danno diritto alla complementare. Di conseguenza, un certo numero di anziani si vedrà decurtare o addirittura revocare la rendita. Anche il recente obbligo di restituzione imposto agli eredi spingerà parecchi anziani a rinunciare a chiedere la PC. Per questo motivo la Lega dei Ticinesi dice SÌ all’iniziativa sulla Tredicesima AVS, che i cittadini svizzeri saranno chiamati a votare domenica 3 marzo.

La Lega dei Ticinesi già 25 anni fa aveva portato avanti una “storica” battaglia per accordare agli anziani ticinesi una rendita supplementare. In quel caso si trattava di una prestazione destinata alle persone in età AVS, che sarebbe stata finanziata dal Cantone. Soprattutto – e qui sta la differenza rispetto all’iniziativa su cui si voterà a marzo – non sarebbe stata elargita a tutti indiscriminatamente. Era infatti riservata agli anziani di condizione economica modesta e residenti da molto tempo in Ticino. Quella battaglia – avversata da tutti i partiti storici, P$ in primis, che dichiaravano che i nostri anziani non avevano bisogno di alcun aiuto (sic!) – venne persa in votazione popolare il 23 settembre 2012.

Negli ultimi 10 anni le condizioni economiche dei nostri pensionati in generale sono peggiorate. Assistiamo a una consistente erosione del potere d’acquisto dei cittadini e gli anziani ne risentono più di altri, non avendo la possibilità di aumentare il proprio reddito. Seppur cosciente che l’iniziativa in votazione a livello federale il 3 marzo accorderà una tredicesima AVS a tutti i pensionati (quindi anche ai fortunati benestanti che non ne avrebbero bisogno), la Lega dei Ticinesi sostiene l’iniziativa e chiede di votare SÌ. Le cittadine e i cittadini devono scegliere tra un versamento da parte della Confederazione a innaffiatoi a tutti o il niente a tutti. Coerente con il suo passato e con le battaglie a favore dei nostri anziani la Lega dei Ticinesi ritiene valida la prima opzione. Ci sarà tempo e modo per correggere a livello legislativo le distorsioni dell’iniziativa. Un eventuale NO cancellerebbe il tema per almeno altri 10 anni e sarebbe uno schiaffo a tutti i nostri anziani in difficoltà.

Lega dei Ticinesi

Gobbi sceglie 4 vice coordinatori

Di seguito riportiamo una comunicazione importante all’attenzione dei media cantonali del coordinatore della Lega dei Ticinesi, Norman Gobbi.

“Oggi sono a presentarvi i nostri vice coordinatori della LEGA, un team unito e determinato che si impegna a rilanciare il nostro amato movimento. Con passione e dedizione, ognuno porta un contributo unico e prezioso. Una scelta non semplice viste le numerose personalità del nostro movimento; una scelta che unisce le forze per il bene della LEGA.

Ho deciso di unire esperienza e storia della prima guardia leghista, con il futuro e il dinamismo dei giovani deputati neo-eletti. Due donne di esperienza che hanno dato molto alla LEGA, due uomini che credono nei valori fondanti del nostro movimento. Il nostro impegno è quello di tornare ai principi fondatori, con i quali – come scrivevano Giuliano Bignasca e Flavio Maspoli nel 1991 – “noi vogliamo dimostrare che la nostra non è demagogia ma senso pratico”.

In questi anni la LEGA ha saputo evolversi, assumendo ruoli istituzionali con impegno e capacità, grazie proprio al senso pratico e alla capacità di ascoltare i cittadini ticinesi. Quei cittadini che sono al centro delle nostre attenzioni e azioni: come recentemente comunicato dal Gruppo parlamentare leghista in merito al Preventivo dello Stato 2024, ci impegneremo a rivedere la spesa cantonale senza incidere sui ticinesi confrontati con l’aumento delle spese obbligate (cassa malati, energia, alimentari) e una stagnazione dei salari. Il nostro obiettivo è di tenere unito il nostro Cantone, evitando di perdere chi crea benessere, senza lasciare indietro i ticinesi in difficoltà: solo così rispondiamo allo spirito sociale e imprenditoriale del nostro amato Cantone.

Ecco i nomi dei quattro vice della Lega dei Ticinesi:

  • Antonella Bignasca, eletta tra i primi deputati leghisti della storia del nostro movimento nel 1991, è anche l’editrice del Mattino della domenica.
  • Roberta Pantani Tettamanti, una combattiva leghista della prima ora, che si è fatta le ossa politiche sul terreno comunale e federale.
  • Alessandro Mazzoleni, deputato e municipale, con una profonda rete di competenze professionali e conoscenze personali.
  • Daniele Piccaluga, deputato e municipale, con lo slancio tenace del fare, come quando era sportivo d’élite a livello nazionale.

Per sviluppare l’azione politica della LEGA creeremo un gruppo di pensiero coordinato da Gianmaria Frapolli che riunirà persone vicine al movimento, nell’intento di formulare proposte e idee per rispondere alle sfide del Cantone. In parallelo verrà sviluppata la formazione interna, organizzata da Andrea Sanvido, allo scopo di far crescere le giovani leve leghiste, linfa essenziale al futuro del movimento. 

Insieme, affronteremo le sfide, ispirando cambiamenti positivi e consolidando il nostro impegno per un futuro migliore per il Ticino. La forza del nostro movimento è la chiave del nostro successo, e insieme – con il vostro indispensabile sostegno e impegno diretto – costruiremo un percorso di crescita per il bene di tutti. Avanti con determinazione e fiducia, per e con i Ticinesi!”

Lega dei Ticinesi