Risultato votazione federale

Comunicato stampa

Iniziativa biodiversità: NO
La Lega dei Ticinesi esprime la propria soddisfazione per la bocciatura dell’iniziativa popolare “Per la biodiversità”. Si trattava infatti di un’iniziativa estremista, che avrebbe trasformato ampie superfici del nostro Paese in aree protette praticamente intoccabili. L’iniziativa avrebbe avuto conseguenze deleterie sull’agricoltura, sull’autoapprovvigionamento alimentare (meno terre coltivabili a fronte di una continua impennata della popolazione a seguito dell’immigrazione incontrollata), sulla filiera del legno, sul turismo,… Ma anche i proprietari di immobili e gli inquilini ne avrebbero pagato le conseguenze, sottoforma di maggiori costi (con ripercussioni sugli affitti) e burocrazia legati ad inutili misure di protezione.
La Lega dei Ticinesi, pur non facendosi illusioni al riguardo, auspica che questa nuova sconfitta serva ad infondere un po’ di realismo ai benestanti climatisti da salotto urbano – quelli che sognano di imporre alla popolazione una pletora di costi, obblighi e divieti, alla faccia della “difesa del reddito” – spingendoli ad assumere un atteggiamento più pragmatico e meno improntato all’isterismo ideologico.

Riforma previdenza professionale: NO
La Lega dei Ticinesi è dispiaciuta per la bocciatura della riforma previdenziale. Essa avrebbe infatti permesso a centinaia di migliaia di persone di accedere al secondo pilastro o di aumentarne le future rendite, preservando ed aggiornando il nostro sistema di previdenza a tre pilastri, che costituisce un modello di successo svizzero. La riforma avrebbe favorito i lavoratori e le lavoratrici a tempo parziale, i redditi bassi e gli “over 55”. Avrebbe inoltre risolto il problema del travaso di fondi tra assicurati e pensionati.
Essendo purtroppo il tema estremamente “tecnico” e a tratti fumogeno, i contrari – sinistra e sindacati – hanno avuto buon gioco nel fomentare incertezze e nel diffondere “fake news”. Anche i conti sbagliati dell’AVS, la cui responsabilità ricade sul Dipartimento dell’Interno a conduzione socialista, possono aver creato un generale clima di sfiducia attorno alle cifre del sistema previdenziale. L’obiettivo della sinistra e dei sindacati è notoriamente quello di delegittimare ed indebolire il secondo pilastro a beneficio di un modello ridistributivo ed assistenzialista ad oltranza. Spiace che, con il no odierno, la popolazione – non si sa quanto consapevolmente – abbia permesso di compiere un passo in questa direzione, tutt’altro che
auspicabile.

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