In questi giorni è tornata alla ribalta della cronaca cantonale la questione del risanamento dei conti della cassa pensioni cantonale (IPCT) a seguito di un’interpellanza al CdS del deputato PS nonché segretario sindacale VPOD Raoul Ghisletta. Interpellanza che si basa su informazioni confidenziali verosimilmente trasmesse all’interpellante da fonti interne alla stessa cassa pensioni, e pubblicizzata dalla RSI con la consueta partigianeria.
E’ chiaro l’intento di sabotare il modello di risanamento tramite prestito obbligazionario da 700 milioni di Fr formulato nel rapporto Guerra-Pamini (firmato da Durisch, Gianella, Dadò e Bourgoin), ed approvato dal Gran Consiglio a larghissima maggioranza (PS compreso) lo scorso 12 aprile. Una modalità che permette di rimediare al buco della cassa pensioni cantonale senza gravare ulteriormente sulle spalle del contribuente.
Evidentemente c’è chi vorrebbe discostarsi dalla decisione parlamentare per tornare a mettere le mani nelle tasche dei cittadini per 500 milioni di Fr, come inizialmente previsto dal CdS nel suo Messaggio del gennaio 2020.
La Lega dei Ticinesi invita il CdS (segnatamente i vertici PLR del DFE), come pure la direzione IPCT, ad eseguire i compiti che sono stati loro assegnati ad aprile dal GC. La Lega dei Ticinesi ribadisce infatti che non esiste alcuna alternativa all’opzione approvata dal Legislativo per il risanamento della cassa pensioni cantonale.
La Lega dei Ticinesi conferma ancora una volta che qualsiasi tentativo di “risanare” l’istituto pensionistico cantonale mettendo le mani nelle tasche dei contribuenti sarà immancabilmente avversato da un referendum, e questo vale anche per eventuali misure compensatorie alla necessaria riduzione del tasso di conversione (dall’attuale 6.17% al 5%).
Lega dei Ticinesi