“Si taglia sui ticinesi e si aumenta il carico fiscale, ma sugli stranieri nessuna rivalutazione”
Il deputato della LEGA Alessandro Mazzoleni torna all’attacco sul tema dei sussidi destinati agli stranieri, discusso in commissione sanitaria e che presto approderà in Gran Consiglio. «È scandaloso opporsi a un semplice approfondimento – sottolinea –. Volevamo solo capire se il Cantone ha ancora le risorse per sostenere anche gli stranieri. E invece c’è chi non vuole nemmeno rivalutare la situazione».
Secondo Mazzoleni, la contraddizione è evidente: «Sui ticinesi si taglia e si intensifica il carico fiscale per le assicurazioni sociali, mentre per gli stranieri non si vuole neppure verificare la spesa reale. Scandaloso!».
Il vicecoordinatore lega la questione all’attualità: «Ci troviamo nuovamente con premi di cassa malati più alti e con un carico fiscale crescente. E se passa l’iniziativa della sinistra la situazione peggiorerà: le tasse ai ticinesi già in difficoltà aumenteranno ulteriormente, anche per mantenere gli stranieri!».
Mazzoleni annuncia che la LEGA non intende mollare la presa: «Il tema va martellato, perché riguarda la giustizia verso chi lavora, paga le imposte e vede il proprio potere d’acquisto eroso anno dopo anno».
Ceto medio: ultimo appello per una maggiore giustizia fiscale
Piergiuseppe Vescovi, economista
Sul modo a dir poco discutibile con cui Consiglio di Stato e città hanno preso posizione sull’iniziativa della Lega per una più ampia deducibilità dei premi di cassa malati mi sono già espresso. Resta l’amarezza per un episodio che segna un momento triste della politica recente, sempre più smarrita e confusa.
Sul piano dell’evoluzione dei premi della cassa malati un punto rimane fermo: senza un intervento deciso a livello federale sarà molto difficile contenere l’esplosione dei costi della salute, un settore particolare in cui l’offerta finisce troppo spesso per determinare la domanda, con un ruolo rilevante da parte dell’industria farmaceutica. A livello cantonale, però, lo spazio d’azione non può che passare dalla leva fiscale.
Venendo all’iniziativa della Lega, è innegabile che essa rappresenti almeno un parziale rimedio a una palese ingiustizia fiscale, cresciuta negli anni insieme all’aumento ininterrotto dei premi. La legge fiscale attuale risale al 1994: se allora le deduzioni ammesse potevano avere una loro logica, oggi non è più così.
In concreto, l’iniziativa propone di aumentare le deduzioni di 3’500 franchi per i singoli e di 7’000 per i coniugati. Per capire meglio l’impatto reale, ho voluto vedere cosa questo significherebbe per diverse fasce di reddito imponibile, considerando livelli compresi tra i 60’000 e i 100’000 franchi annui: una forbice che può a ragione essere ricondotta al cosiddetto ceto medio.
Ebbene: con un reddito imponibile di 60’000 franchi, il risparmio fiscale annuo per l’imposta cantonale sarebbe di 400 franchi per un singolo (pari al 10%) e di 550 per una coppia (25%). A 100’000 franchi, il vantaggio salirebbe di poco, a 450 franchi per il singolo (pari al 5,0%) e a 900 per la coppia (13.5%).
Considerando un moltiplicatore comunale dell’85% (circa il valore medio fra le diverse realtà), il risparmio complessivo ammonterebbe a 750 franchi per i singoli e a 1’000 per i coniugati con imponibile di 60’000. Risparmio che passerebbe rispettivamente a 800 e 1’650 franchi in presenza di un imponibile di 100’000. Le percentuali di sgravio rimangono pressoché identiche.
È quindi difficile sostenere, come fanno alcune fonti di area progressista, che la misura andrebbe a beneficio esclusivo delle fasce più agiate. Anche con redditi imponibili di 200’000 franchi il risparmio per l’imposta cantonale rimarrebbe contenuto: 500 franchi per un singolo (2%) e 1’000 per i coniugati (5%), percentuali sempre riferite al risparmio sull’importo dovuto senza considerare le maggiori detrazioni richieste dall’iniziativa.
Chiarito questo punto – troppo spesso distorto per alimentare pregiudizi verso l’iniziativa – non resta che auspicare che il ceto medio sappia accogliere questa proposta ragionevole e necessaria. Non una svolta epocale, certo, ma finalmente un gesto concreto verso chi da sempre sopporta gran parte degli oneri di uno Stato costoso e sovradimensionato.
I minori introiti per gli enti pubblici derivanti da questo adeguamento sono molto contenuti: poco più dell’1% rispetto alla spesa complessiva. Importi che potrebbero essere facilmente assorbiti da un minimo di risparmio, vocabolo purtroppo sempre meno conosciuto da chi ci governa. Su questo fronte non nutro più troppe illusioni. In ogni caso, con questa iniziativa si offrirebbe almeno al ceto medio un segnale giusto e atteso da tempo.
“Cassa malati: due iniziative, due risposte diverse”
Didier Gaberell, vice coordinatore MGL
Negli ultimi anni i premi di cassa malati sono cresciuti in modo costante, diventando la principale preoccupazione delle famiglie ticinesi. Per molte economie domestiche rappresentano ormai la spesa più pesante dopo l’affitto. II 28 settembre i cittadini saranno chiamati a esprimersi su due iniziative popolari che intendono alleggerire questo carico, ma con soluzioni molto diverse.
L’iniziativa socialista “Esplosione premi: ora basta! (10%)” propone di limitare i premi al 10% del reddito disponibile. La parte eccedente verrebbe coperta dal Cantone e quindi da noi cittadini con l’aumento delle tasse costante, nel prossimo decenio! L’obiettivo è comprensibile, ma lo strumento scelto è sbagliato. Secondo il Consiglio di Stato, questa misura costerebbe oltre 300 milioni di franchi all’anno, una cifra insostenibile. Già oggi il Ticino spende più di 420 milioni per i sussidi RIPAM che aiutano circa 110’000 рersone. Aggiungere altri 300 milioni significherebbe quasi raddoppiare la spesa, obbligando ad aumentare le imposte o a tagliare servizi essenziali come scuola, sanità e infrastrutture.
Inoltre, la cassa malati è disciplinata a livello federale: un’iniziativa cantonale isolata non risolve il problema strutturale. Diversa, invece, è la proposta della Lega dei Ticinesi, che chiede la deducibilità integrale dei premi dalla dichiarazione fiscale fino a 9’000 CHF per i single e 18’000 CHF per le coppie (22’300 CHF per coppie AVS). Il principio è chiaro: i premi non sono una spesa facoltativa, ma un costo obbligatorio, e non è giusto tassare soldi che i cittadini non hanno più in tasca. Le soglie fiscali non vengono aggiornate da vent’anni, mentre i costi sanitari sono cresciuti di oltre il 40%.
Con questa riforma, molte famiglie potrebbero risparmiare diverse centinaia di franchi. L’impatto per le finanze pubbliche è stimato in circa, un pò più di 50 milioni: una cifra significativa, ma sostenibile, soprattutto se paragonata ai 300 milioni dell’iniziativa socialista. Toccherà in seguito al governo adoperarsi per assimilare questi 50 milioni di spesa non tagliando i servizi né aumentando le tasse, ma ottimizzando le risorse e riducendo i costi. Se i cittadini voteranno le iniziative, messaggio sarà chiaro: dei costi della cassa malati non se ne può più. Tuttavia, non si può pensare che la destra dia e la sinistra tolga; dovrà invece essere intrapreso un lavoro serio e condiviso di il risparmio da parte di chi ci rappresenta. Per queste ragioni voterò NO all’iniziativa del 10% e Sl a quella Leghista.
Premi di cassa malati: non un centesimo di tasse su soldi già bruciati”
Andrea Sanvido, Granconsigliere
È ora di dirlo senza giri di parole: i ticinesi sono i più tartassati della Svizzera. I premi di cassa malati qui da noi volano fino al +25% rispetto alla media nazionale. Ogni anno le famiglie versano cifre astronomiche, e come se non bastasse lo Stato pretende pure di tassare quei soldi già evaporati.
La Lega dice basta. La nostra iniziativa è limpida: deduzione fiscale integrale dei premi cassa malati. Non chiediamo la luna, chiediamo giustizia. Perché se il premio è obbligatorio, allora non è reddito. Punto.
Oggi la deduzione è ferma a 5’500 franchi, mentre i costi reali superano di slancio i 9’000. Noi proponiamo di portare le deduzioni a 9’000 per i singoli e 18’000 per le coppie, con la possibilità per pensionati e famiglie di cumulare i vantaggi. Non è teoria: significa un risparmio annuo tra 130 e 1’000 franchi a nucleo familiare.
E non è un regalo ai ricchi, come qualcuno prova a far credere. Il 70% del beneficio fiscale andrà a chi ha un reddito imponibile inferiore ai 100’000 franchi. Questa è una misura pensata per il ceto medio, quello che paga i premi senza sussidi e le tasse senza scappatoie, quello che tiene in piedi il Cantone mentre la politica fa promesse vuote.
I costi? Ridicoli. Solo l’1% del bilancio cantonale. Una cifra che si recupera facilmente tagliando sprechi, snellendo la burocrazia, digitalizzando servizi che oggi sono ancora fermi agli anni ’80. Basta volerlo.
E attenzione: il 28 settembre non voteremo una sola iniziativa, ma due. Quella della Lega e quella del P$. La differenza è abissale. La nostra è sostenibile, legale, equa. Quella socialista è una follia che costerebbe 300 milioni l’anno, destinata a crescere senza controllo, e che si abbatterebbe come una mazzata sul ceto medio. Altro che giustizia: sarebbe un salasso.
“Un convinto sì all’iniziativa leghista”
Michele Guerra, Granconsigliere
Ci sono decisioni che non appartengono alla contabilità ma alla coscienza civile. Quella del 28 settembre 2025 è una di queste. Da anni denunciamo l’insostenibilità dei premi di cassa malati, in Ticino fino al 25% più alti della media nazionale. Pagare i premi non è una scelta, è un obbligo di legge. Ed è quindi obbligatorio pagare questo surplus oltre che pagarne i continui aumenti. Tassare un obbligo – soprattutto in queste condizioni di costante aumento – significa chiedere al cittadino di pagare due volte: prima alla cassa malati, poi al fisco. Questa è la stortura che intendiamo correggere.
Un percorso coerente, non uno slogan. Anni fa ho promosso – e scritto – un’iniziativa parlamentare per una cassa malati pubblica cantonale (prendendo spunto da un atto simile che la Lega aveva presentato quasi 30 anni prima): una riforma strutturale per riportare sotto controllo un sistema già allora fuori equilibrio. Come quella di quasi 30 prima, fu bocciata, persino quando proponemmo varianti mediane per favorire un compromesso praticabile. Quella sconfitta non ha spento il dovere di cercare soluzioni.
E se strutturalmente non vengono implementate soluzioni, ecco che la via fiscale può aiutare ad abbattere il peso dei premi. Oggi siamo al culmine di quel cammino: proponiamo una via immediata, legale e giusta – la deducibilità integrale dei premi.
Cosa cambia, concretamente. L’iniziativa modifica l’art. 32 cpv. 1 lett. g LT e alza i massimali di deduzione per oneri assicurativi così da coprire, in pratica, i premi obbligatori (LAMal):
Persone sole: da 5’500 a 9’000 CHF
Coniugati: da 10’900 a 18’000 CHF
Pensionati: persone sole da 7’800 a 11’200 CHF; coniugati da 15’400 a 22’300 CHF
Per figlio a carico: 1’200 CHF (invariato)
Il Gran Consiglio ha respinto la proposta (62 NO, 18 SÌ, 4 astenuti). In democrazia, quando il Parlamento dice di no ad un atto popolare, decide il Popolo. E la domanda è semplice: ciò che sei costretto a pagare (e che continua ad aumentare), lo puoi almeno dedurre?
Numeri alla mano, senza infingimenti. I contrari ricordano che il Ticino concede già deduzioni più alte della media svizzera. È vero. Ma non danno peso al dato decisivo: i premi ticinesi sono anche tra i più alti e ogni anno subiscono aumenti spaventosi (che colpiscono una popolazione non proprio fra le più ricche di Svizzera).
L’impatto finanziario. Le stime tecniche indicano un onere in più di diversi milioni per Cantone e Comuni. Sono cifre importanti, che spingono a scelte di priorità, efficienza e digitalizzazione: e non rassegnazione all’ingiustizia. Se c’è un problema serio che tocca le ticinesi ed i ticinesi, va affrontato con coraggio. E per fare questo non bisognerà mandare in fallimento lo Stato, ma semplicemente ottimizzare una spesa pubblica che ormai da troppi anni aumenta soltanto.
Questa è una misura fiscale, non pretende di riformare da sola il sistema sanitario: serve a interrompere la doppia penalizzazione su premi altissimi ed in costante aumento mentre continuiamo a batterci per correttivi strutturali a livello federale.
Perché è giusto sostenere questa iniziativa?
1. Equità: siamo obbligati a pagare premi altissimi e in costante aumento. Non è giusto essere tassati su quanto sborsiamo per sostenerli.
2. Semplicità e certezza: massimali chiari, applicazione lineare.
3. Rispetto per chi tiene in piedi il Paese: famiglie, lavoratori, indipendenti e pensionati, tutti avranno respiro immediato.
4. Coerenza istituzionale: dopo anni di proposte riformatrici respinte, non fare nulla non è più un’opzione. Questa è la via praticabile oggi.
La nostra storia insegna che libertà e giustizia camminano insieme. Oggi ci viene chiesto se vogliamo continuare a tassare una spesa imposta dalla legge o se vogliamo rimettere al centro il cittadino.
Il 28 settembre vi chiedo di affermare con forza un principio semplice: ciò che sei obbligato a pagare (sopratutto se eccessivo e in costante aumento), lo puoi dedurre.
Per rispetto della vostra fatica, per coerenza con le battaglie di ieri, per responsabilità verso chi verrà domani.
“Raffaele De Rosa, la coerenza dov’è?”
Massimiliano Robbiani
Il Consigliere di Stato Raffaele De Rosa, noto per le sue frequenti lamentele sugli aumenti dei premi della cassa malati, ha espresso una ferma opposizione all’iniziativa leghista che propone di rendere interamente deducibili dalle imposte i costi dell’assicurazione sanitaria.
Questo atteggiamento solleva interrogativi sulla sua coerenza. Da un lato, si presenta come un difensore delle famiglie ticinesi, manifestando pubblicamente il suo sdegno per i continui rincari; dall’altro, si schiera contro una proposta concreta che, alleggerirebbe il peso finanziario sulle famiglie.
In qualità di Consigliere di Stato del Centro e responsabile del Dipartimento della sanità e della socialità, De Rosa non sembra intraprendere azioni efficaci per frenare l’aumento dei premi, limitandosi a un ruolo di “piagnone” piuttosto che di attore proattivo.
L’iniziativa leghista, al di là del suo merito politico, rappresenta un’azione tangibile e non solo una serie di promesse o lamentele verbali. Sarebbe auspicabile che il Consigliere di Stato passasse dall’atteggiamento di semplice reazione a un’azione concreta, riflettendo sul fatto che è suo compito agire per il benessere dei cittadini e non solo commentare la situazione.
“Basta spennare il cittadino: SÌ alla cassa malati deducibile integralmente!”
Luca Frasa, municipale di Quinto e MGL
Il 28 settembre 2025 saremo chiamati a votare su un’iniziativa fondamentale: “Basta spennare il cittadino, cassa malati deducibile integralmente!”. Questa misura chiara, equa e concreta propone un principio semplice e giusto: non si può tassare una spesa che è obbligatoria e non può essere evitata.
Cosa prevede l’iniziativa?
Condizione Attuale limite deduzione Nuovo limite proposto
Persone sole 5’500 CHF 9’000 CHF
Coppie 10’900 CHF 18’000 CHF
Pensionati soli 7’800 CHF 11’200 CHF
Pensionati coniugati 15’400 CHF 22’300 CHF
Perché votare SI?
Abbiamo premi tra i più alti della Svizzera: in Ticino paghiamo i premi LAMal fino al 25% in più rispetto alla media nazionale. È ingiusto che una spesa obbligatoria siaparzialmente deducibile.
Una boccata d’aria per il ceto medio: circa il 70% del vantaggio fiscale ricadrà su cittadini con reddito imponibile inferiore ai 100’000 CHF.
Risparmio reale: si parla di un risparmio tra 130 e 1’000 CHF all’anno a famiglia.
Sostenibilità finanziaria: l’iniziativa pesa appena sull’1% del budget cantonale, un’entrata recuperabile grazie a efficienza, digitalizzazione e meno burocrazia.
Legalità garantita: il diritto federale permette ai Cantoni di fissare i limiti di deducibilità; questa iniziativa lo fa in modo legittimo e opportuno.
Una scelta di equità e buon senso
Con questa iniziativa, restituiamo giustizia fiscale: lo Stato non può tassare soldi che i cittadini non hanno più perché obbligatoriamente spesi. È una misura che sostiene concretamente il ceto medio, le famiglie e i pensionati, e allo stesso tempo dà una spinta positiva all’economia cantonale.
Il tuo voto conta
Il 28 settembre, con un semplice ‘Sì’, possiamo fare la differenza: – Per la giustizia fiscale – Per il sostegno reale al nostro tessuto sociale – Per un Ticino più equo e responsabile Votiamo SÌ all’iniziativa “Basta spennare il cittadino, cassa malati deducibile integralmente!”
Cassa malati: conti malati, cittadini salassati
Daniele Piccaluga, coordinatore
C’è chi dice che la nostra iniziativa costa troppo. È il PLR, lo stesso partito che per anni ha giurato che la libera circolazione fosse una benedizione. Il risultato lo conosciamo: stipendi compressi, disoccupazione in crescita, premi di cassa malati alle stelle e un ceto medio spremuto come un limone. Ma tranquilli: a Palazzo i conti quadrano sempre. Peccato che siano i loro, non i nostri.
Dall’altra parte il PS, che promette il tetto del 10%. Bello, generoso, quasi poetico. Peccato che manchi il finale della favola: chi paga i 300 milioni? È come offrire a tutti la cena al ristorante e poi sparire lasciando il conto sul tavolo dei ticinesi. Una toppa che rischia di costare più del vestito.
Noi invece proponiamo una cosa chiara e concreta: se lo Stato ti obbliga a pagare premi altissimi, almeno non ti tassi pure sopra. Non è un regalo, è semplice giustizia fiscale: non si può tassare due volte la stessa spesa, prima come premio obbligatorio e poi come imposta. E non si tratta di difendere i privilegiati: si tratta di aiutare il ceto medio, quello che non ha diritto ai sussidi ma che ogni mese deve sacrificare spese essenziali come il dentista o le attività dei figli per pagare la cassa malati. Sono proprio queste famiglie – la maggioranza silenziosa del Ticino – a trarre il vero beneficio dall’iniziativa.
Al comitato PLR di Mendrisio hanno votato no all’unanimità all’iniziativa della Lega. Ma in fondo i liberali restano sempre il partito del «nì»: mai un sì convinto, mai un no coraggioso, sempre un equilibrismo da funamboli. Questa volta hanno scelto il «no» perché dire «sì» sarebbe stato troppo rischioso e dire «forse» troppo imbarazzante.
La nostra iniziativa, lo abbiamo sempre detto, non ferma l’aumento dei premi. Ma almeno riduce il salasso. È un aiuto concreto, immediato, misurabile. Non un’utopia rossa, non un’astensione blu, ma una risposta di buon senso.
Alla fine, la differenza è tutta qui: i socialisti sognano, i liberali e i centristi esitano, la Lega agisce senza troppi bla bla. I ticinesi, che i conti li fanno davvero a fine mese, hanno davanti una scelta semplice: continuare a farsi spennare come polli o dire finalmente basta. Il 28 settembre votiamo «sì» all’iniziativa della Lega.
“28 settembre: un voto per chiarezza, equità e responsabilità”
Piergiuseppe Vescovi, economista
Negli scorsi giorni il Consiglio di Stato e i Comuni polo hanno avviato la campagna per il voto del 28 settembre. Purtroppo, invece di aiutare i cittadini a orientarsi, si tenta di confondere le acque: nello stesso calderone finiscono le due iniziative popolari sulla cassa malati (una della Lega, l’altra del PS) e persino la votazione federale sull’abolizione del valore locativo, che non c’entra nulla.
A complicare il quadro, sono poi state diffuse anticipazioni sul Preventivo cantonale 2026, con un deficit previsto di 100 milioni. Il messaggio implicito è chiaro, “non ci sono soldi”, dunque i contribuenti devono solo pagare e star buoni, anche di fronte a una palese ingiustizia fiscale, quella sollevata dalla Lega, che è finalmente tempo di correggere. Un atteggiamento che tradisce un minimalismo politico sconcertante.
Iniziamo col dire che entrambe le iniziative non porranno purtroppo alcun rimedio ai gravosi costi della salute: questo è un campo dove le leggi economiche non funzionano ed è chiaramente l’offerta a determinare la domanda. Finché la politica resterà condizionata dalle potenti lobby del settore e non avrà il coraggio di reagire, ogni tentativo di riforma resterà lettera morta.
Venendo alle proposte in discussione per alleviare le conseguenze dei gravosi premi di cassa malati, abbiamo chiaramente due visioni opposte.
L’iniziativa del PS propone un tetto massimo del 10% del reddito disponibile per i premi. Apparentemente allettante, questa promessa è profondamente insostenibile: sussidiare la differenza costerebbe oltre 300 milioni all’anno e richiederebbe aumenti fiscali significativi, finendo per gravare ulteriormente sul ceto medio. Inoltre, creerebbe un sistema di sussidi permanenti, riducendo la responsabilità individuale e generando aspettative impossibili da sostenere a lungo termine. Su questo punto vi è ben poco da aggiungere.
La proposta della Lega chiede la deducibilità integrale dei premi di cassa malati. Si tratta di una misura mirata, sostenibile e di equità fiscale: riconosce che queste spese obbligatorie non dovrebbero essere tassate e allevia il carico sulle famiglie, senza creare sussidi indiscriminati né mettere a rischio i conti pubblici. Un aiuto quindi indiretto, ma significativo.
A livello cantonale il minor gettito, stimato attorno ai 50 milioni, rappresenta una quota contenuta del bilancio pubblico e potrebbe essere facilmente compensato con un minimo di razionalizzazione della spesa: riducendo l’eccessiva burocratizzazione dell’amministrazione, ripensando in modo più efficiente l’erogazione dei servizi e rivedendo l’ampliamento continuo delle prestazioni legate a bisogni sociali, spesso sovrastimati.
Per quanto riguarda i Comuni polo, i Sindaci di Lugano, Bellinzona, Mendrisio, Locarno e Chiasso hanno scelto di fare campagna contro l’iniziativa della Lega, minacciando aumenti del moltiplicatore e evocando scenari catastrofici privi di fondamento. Una presa di posizione che non può che suscitare perplessità se si pensa che, per l’insieme dei Comuni ticinesi, l’iniziativa comporterebbe infatti un costo di circa 40 milioni, pari a poco più dell’1% della spesa complessiva. Eppure, questo gremio cerca di presentarla come insostenibile, pur continuando – proprio come il Cantone – a rinviare una vera analisi critica delle proprie uscite. Così facendo, si preferisce sacrificare una misura equa e di buon senso piuttosto che affrontare con coraggio l’annoso problema degli sprechi accumulati.
Le città farebbero molto meglio a preoccuparsi dell’iniziativa del PS, che costa 300 milioni all’anno destinati poi a un continuo aumento. Se il Cantone fosse costretto a sostenere un onere simile, il barile verrebbe certo in buona misura scaricato sui Comuni, e allora le difficoltà sarebbero di ben altra portata.
Il 28 settembre i cittadini sono chiamati a scegliere con lucidità, senza farsi intimidire da scenari apocalittici o ricatti politici. L’iniziativa della Lega è equa, sostenibile e offre finalmente un sollievo concreto al ceto medio. Quella del PS, invece, è ideologica, insostenibile e destinata a trasformarsi in un boomerang fiscale per la stessa classe media. È il momento di premiare buon senso e responsabilità.
“Basta spennare, ceto medio ultima chiamata”
Boris Bignasca, capogruppo in GC
Il 28 settembre non si voterà soltanto su un’iniziativa popolare della Lega. Si voterà sul futuro del ceto medio in questo Cantone. Quella fascia di popolazione che lavora, paga, contribuisce e che raramente beneficia di sussidi o agevolazioni, ma che puntualmente si ritrova al centro del mirino fiscale.
La posta in gioco è altissima: se l’iniziativa per la piena deducibilità dei premi di cassa malati non dovesse passare, il messaggio politico sarà chiaro e devastante. I premi continueranno a salire senza freni, mentre la quota deducibile rimarrà ridicola, sempre più lontana dalla realtà dei costi sostenuti dalle famiglie. Intanto, il governo – incapace di frenare l’esplosione della spesa pubblica e inefficace nel contenere i costi sanitari – potrà fregarsi le mani. Un “no” all’iniziativa sarà interpretato come un lasciapassare per nuove tasse. Nei corridoi di Palazzo il sussurro diventerà certezza: «Se il popolo non vuole sgravi, allora vorrà nuove imposte».
È una dinamica pericolosa, che colpisce chi tiene in piedi il Paese. Il ceto medio non ha più margini: ogni aumento di premio è un colpo e ogni tassa aggiuntiva è un passo in più verso il baratro. Non è un’esagerazione: siamo davanti a una scelta che farà da spartiacque per i prossimi anni. Vogliamo uno Stato che serve i cittadini o cittadini che devono servire lo Stato?
Oggi lo Stato tassa perfino i soldi che non abbiamo più, già divorati dai premi di cassa malati. Un paradosso intollerabile. Se non si mette fine a questa stortura, il sistema diventerà insostenibile e sarà il ceto medio a pagare, ancora una volta, il prezzo più alto.
Chi pensa che “tanto non cambia nulla” sbaglia di grosso. Un voto contrario significherebbe legittimare l’attuale deriva: costi sanitari fuori controllo, nessuna riduzione delle spese statali e nuove imposte all’orizzonte. In sostanza, un “no” equivarrebbe ad arrendersi.
Per questo l’appello è forte: se il ceto medio non si ribella ora, in futuro potrebbe non avere più occasioni per farlo. Questa potrebbe essere l’ultima chiamata. La campana sta già suonando, e non suona per altri. Suona per i cittadini, per le famiglie, per chi lavora e tiene in piedi lo Stato senza ricevere nulla in cambio.
* capogruppo Lega dei ticinesi