Pieno sostegno alle forze di polizia

I Giovani Leghisti sostengo gli agenti e le forze di polizia impiegati o che prestano servizio per mantenere l’ordine nei CFA.
Finalmente si è aperto il vaso di pandora. La SEM ora deve ammettere che certe politiche di asilo senza controllo non funzionano più.
Spaccio, aggressioni, furti e ora anche minacce di morte. Queste sono le principali attività che ha portato l’immigrazione mal gestita dalla Politica Federale di Berna e della sua amministrazione.
La legge sull’asilo e quella sugli stranieri e la loro integrazione vanno completamente riviste e rese più stringenti.
Chi delinque e nuoce alla società non deve poter rimanere in possesso di un permesso per richiedenti l’asilo.
I Giovani Leghisti si schierano al pieno sostegno degli agenti e delle forze di polizia che quotidianamente lavorano e si impegnano a favore della nostra sicurezza.
Berna deve intervenire affinché queste inaccettabili situazioni si risolvano.
Favorire i rimpatri, espellere i delinquenti, snellire le procedure e sostenere le persone meritevoli.

Movimento Giovani Leghisti

Alessio Allio nuovo coordinatore del MGL

Durante l’assemblea del movimento è stata inoltre approvata la lista per le federali di ottobre.
Alessio Allio di Arzo è il nuovo coordinatore del Movimento Giovani Leghisti. Il 26enne è stato eletto lo scorso 10 giugno a Rivera in occasione dell’assemblea. Durante l’incontro è stata inoltre formalizzat la lista degli 8 candidati MGL alle elezioni federali. Sono in corsa, oltre al coordinatore, Alex Valsangiacomo (Mendrisio), Kevin Pagnonini (Agno), Christian Tresoldi (Lugano), Stefano Olgiati (Bioggio), Kevin Pidò (Locarno), Joel Quattrini (Maggia) e Raffaele Darani (Faido). “Siamo riusciti a candidare giovani provenienti da ogni regione del Cantone, città, periferia e soprattutto dalle valli”, sottolina il movimento. “I candidati MGL sono pronti a lottare per questa lista e a riportare in primo piano le battaglie e idee leghiste della prima ora”.

https://www.ticinonews.ch/ticino/alessio-allio-nuovo-coordinatore-dei-giovani-leghisti-378888

Elezioni federali: la Lega sceglie la via della prudenza

Niente strappo con i cugini dell’UDC e, almeno per il momento, niente nuovo coordinatore. La Lega dei ticinesi, detto altrimenti, ha optato per la prudenza. Dopo le dichiarazioni del capogruppo Boris Bignasca, che settimana scorsa aveva aperto una breccia nell’accordo con i democentristi (e non aveva escluso una sua potenziale candidatura al ruolo di coordinatore), il Movimento di via Monte Boglia, riunito questa sera in assemblea a Sant’Antonino, ha evitato improvvisi «scossoni» in vista delle elezioni federali di ottobre.

Due idee diverse
Partiamo dall’accordo con l’UDC, siglato qualche mese prima delle Cantonali di aprile. Esso prevede che a ottobre, per l’elezione della Camera alta, i due partiti presentino un candidato unico, ossia l’uscente Marco Chiesa. Settimana scorsa, però, Bignasca aveva aperto alla possibilità di candidare anche un esponente della Lega. Una possibilità subito «stoppata» dai democentristi e che, concretamente, avrebbe rimesso in discussione l’accordo. Ad ogni modo, durante l’assemblea (rigorosamente a porte chiuse) non ci sono state forzature in questa direzione.

Così, la portavoce del Movimento, Sabrina Aldi, ha commentato la questione alla fine dell’assemblea: «È chiaro che su questo punto noi pensiamo possa essere una buona cosa, nell’interesse dell’area, candidare anche qualcuno della Lega. Però, l’accordo è l’accordo. Quindi evidentemente se dall’altra parte dovesse arrivare un “no” definitivo, così sarà». Insomma, la proposta verrà fatta e poi discussa tra i due partiti, ma da parte della Lega non sembra esserci l’intenzione di forzare troppo la mano su questo punto.

Una lista ancora da confermare
Veniamo ora ai candidati che il Movimento intende schierare alle Federali. Ci sarà una lista principale (i cui nomi non sono ancora stati ratificati) e tre liste sotto-congiunte: una per i giovani, una per le donne e una per i «senior».

Riguardo alla lista principale in corsa per il Consiglio nazionale, con ogni probabilità vi figureranno, oltre all’uscente Lorenzo Quadri, anche i granconsiglieri Daniele Caverzasio, Sem Genini e Michele Guerra. Gli otto candidati, tuttavia, non sono ancora definitivi. «I nomi sono più o meno quelli trapelati negli scorsi giorni – spiega la portavoce–, però ci sono delle persone che stanno attendendo delle conferme, anche da parte del datore di lavoro, e quindi per il momento preferiamo non ufficializzarle».

Al di là dei nominativi, in vista dell’appuntamento con le urne del 22 ottobre l’ambizione principale della Lega resta quella di riprendersi il seggio perso nel 2019. «L’obiettivo è sicuramente quello di fare un risultato migliore rispetto a quattro anni fa», spiega ancora Sabrina Aldi». E «sì, ciò significa anche riconquistare il seggio perso al Nazionale».

Due «new entry»
Nella riunione c’è stato anche qualche piccolo cambiamento organizzativo per la Lega. Il Consiglio esecutivo ha visto l’entrata di due nuovi esponenti.

Oltre ai membri di diritto (il consigliere nazionale Lorenzo Quadri, il capogruppo in Gran Consiglio Boris Bignasca e i due consiglieri di Stato Norman Gobbi e Claudio Zali), sono stati riconfermati gli uscenti Sabrina Aldi, Patrizio Farei e Alessandro Mazzoleni. L’esponente del mendrisiotto Massimiliano Robbiani sarà invece sostituito da Daniele Caverzasio. L’altra «new entry» è il granconsigliere Daniele Piccaluga. Complessivamente, dunque, i membri del Consiglio esecutivo saranno nove.

Un piccolo cambiamento organizzativo che potrebbe però diventare rilevante nelle prossime settimane. E questo perché, come previsto dagli Statuti del Movimento, la competenza per nominare un coordinatore spetta proprio al Consiglio esecutivo.

Su questo punto, però, la portavoce taglia corto: «La nomina del coordinatore è compito del Consiglio esecutivo, motivo per cui tale opzione non è stata discussa oggi in assemblea. Spetta al consiglio determinare i ruoli al suo interno, quindi nelle prossime settimane farà le sue valutazioni e deciderà se è il caso di nominare un coordinatore».

Uno sguardo ad aprile
Nella prima parte dell’assemblea, durata in totale circa tre ore, i delegati sono pure tornati sul deludente risultato ottenuto alle Cantonali di aprile, in cui il Movimento ha perso ben quattro seggi. Un risultato che lascia qualche preoccupazione in via Monte Boglia: «Dall’analisi delle Cantonali – riferisce Sabrina Aldi – dall’assemblea è emersa una giusta preoccupazione di fronte a una Lega che ha perso ancora quattro seggi in Gran Consiglio. È vero, abbiamo mantenuto due consiglieri di Stato, ma come già detto subito dopo i risultati delle elezioni, c’è comunque una preoccupazione. Allo stesso tempo, però, anche una voglia di guardare avanti e riguadagnare terreno».

https://www.cdt.ch/news/ticino/la-lega-sceglie-la-via-della-prudenza-319544

La Posta siamo noi: difendiamola!

La scorsa settimana, il CEO di La Posta ha fornito significative dichiarazioni sulle future strategie del
Gigante Giallo. In particolare, Cirillo ha annunciato una riorganizzazione operativa e un conseguente
aumento dei prezzi, giustificato con il rallentamento della crescita nel settore dei pacchi e il calo del
volume delle lettere, oltre che con l’aumento dei costi legati alla logistica e all’energia dovuto all’inflazione.
Capiamo benissimo la situazione dell’aumento dei costi nella quale pure La Posta si trova confrontata,
difficoltà che tuttavia non hanno impedito a La Posta di chiudere il 2022 con un utile di 295 milioni di
franchi e un risultato d’esercizio (EBIT) di 358 milioni, che garantiscono una certa solidità a un’azienda
parastatale: la sua missione primaria non dovrebbe quindi essere quella di produrre utili, ma di garantire
in primis un adeguato ed efficiente servizio a tutta la popolazione.
Proprio per questa ragione preoccupa la volontà di voler revisionare il mandato del servizio pubblico,
dato che all’annunciato aumento dei costi è stato spiegato come seguiranno infatti delle misure di
contenimento delle spese, in particolare la sostituzione dei classici sportelli postali con gli automatici.
Una misura che condurrà inevitabilmente, nel medio-breve termine, alla chiusura di filiali e alla perdita di
posti di lavoro, causando disagi specie nei Comuni più periferici.
In virtù di queste considerazioni, chiedo al Consiglio di Stato:

  1. Qual è la propria posizione, riguardo al fatto che, nonostante la solidità finanziaria, La Posta intende
    sostituire gli sportelli postali classici con gli automatici?
  2. Intende intervenire per contrastare l’immediato aumento dei costi dei servizi postali, ritenuta l’attuale
    situazione finanziaria di molti ticinesi?
  3. Cosa intende fare per tutelare quei Comuni periferici che rischiano di vedere chiuse, nell’arco di pochi
    anni, le proprie filiali postali?
  4. Quali misure intende adottare il Governo per garantire che La Posta continui a fornire un servizio
    pubblico di qualità e accessibile a tutti i cittadini?

Per il Gruppo Lega dei Ticinesi
Eolo Alberti
Balli – Bignasca – Mazzoleni –
Minotti – Tonini

Sanvido e Caccia: “Parcheggi e autosili con 40mila posti per combattere il traffico”

I deputati di Lega e Centro chiedono degli stalli supplementari, non nei centri urbani, per cercare di risolvere un problema sempre più annoso in Ticino. “Se possibile, vicini alle stazioni e con un collegamento col trasporto pubblico”

Almeno 40mila parcheggi, se possibile interrati e non distanti dalle stazioni FFS. Questa è la proposta, presentata in una mozione interpartitica, per combattere il traffico sempre più problematico in Ticino. A inoltrare l’atto parlamentare, ritenuto urgente, Andrea Sanvido per il Gruppo Lega dei Ticinesi e Arnaldo Caccia per il Gruppo il Centro + Giovani del Centro.

Come premessa riportano alcuni numeri: “Le auto private occupano oggi la parte maggioritaria dei metri quadrati di asfalto del Cantone, di conseguenza si deve trovare una soluzione al loro stazionamento per risolvere il traffico congestionato che se una volta concerneva solo gli orari di punta, oggi invece occupa quasi 13 ore consecutive al giorno. Analizzando il numero di persone che si spostano per lavoro in Ticino ci troviamo con il seguente numero: lavoratori totali 241’200 di cui stranieri 128’800 dei quali frontalieri 78’230 (per ora). Dobbiamo quindi trovare il modo di poter evitare colonne nei centri urbani e sulle nostre autostrade e spingere concretamente gli automobilisti a posteggiare la propria vettura lontano dai centri urbani e utilizzare i mezzi pubblici per recarsi al lavoro”.

Un problema sempre più sentito, se è vero che l’Associazione svizzera dei trasportatori stradali ha chiesto misure, sottolineando come nel 2022 le ore di ingorghi sono state 39’863, con un raddoppio in dieci anni. “E anche se, con il 22,77%, il tasso di crescita è leggermente inferiore a quello del 2021, che raggiungeva addirittura il 43,9%, le cifre sono difficilmente paragonabili a causa, da un lato, della normalizzazione post-coronavirus e, dall’altro, dell’aumento vertiginoso delle cifre, che supera massicciamente i soliti valori del passato”, si leggeva in una nota (leggi qui).

Proseguono il leghista e il rappresentante del Centro: “A nostro modo di vedere ci ritroviamo quindi obbligati a creare dei posteggi collettivi per almeno 40’000 auto (quantitativo prudenziale), e questi stalli non devono ovviamente essere posizionati nei centri urbani, ma fuori da essi. Una possibile soluzione può essere quella degli autosili interrati per non rovinare il colpo d’occhio oppure in taluni casi degli autosili multipiano con la capienza di 2000 posti auto”, proseguono Sanvido e Caccia. “Il tutto dovrà avere il collegamento con il traporto pubblico, dove il nostro Cantone ha investito milioni di CHF per renderlo sempre più al passo coi tempi e soprattutto sempre più facilmente raggiungibile dai cittadini ticinesi. L’ubicazione di questi autosili dev’essere vicino alle stazioni FFS o punti percorribili dai mezzi pubblici”.

I costi, sono elevati, ne sono consapevole. “Un investimento di questo tipo richiede uno sforzo economico non indifferente, ed è per questo che secondo noi bisogna far intervenire in questa operazione anche l’economia privata affinché possa partecipare agli investimenti ed ai costi di gestione attraverso un accordo di partenariato pubblico-privato. Anche i fruitori dei futuri stalli verranno chiamati alla cassa, attraverso un metodo tariffario interessante sotto forma di abbonamenti”.

E chiedono al Governo:

“1. Cosa pensa il Consiglio di Stato della proposta presentata dagli scriventi?

  1. È possibile preparare uno studio di fattibilità per l’edificazione di questi autosili? delle possibili correzioni onde ridurre le ore di colonna, improduttive ma costose, per accedere ai centri urbani per motivi commerciali e di lavoro, il tutto migliora anche la qualità di vita del lavoratore.
  2. In alternativa quali sono i piani del Consiglio di Stato per risolvere il problema del traffico nel nostro Cantone?”.

https://www.ticinolibero.ch/rubriche/eventi-cultura-spettacoli/1675740/eventmore-responsabile-organizzativa-del-congresso-internazionale-sui-linfomi-icml-2023

Cassa pensioni, Bignasca dopo lo sciopero: “Sarà battaglia”

Il capogruppo leghista: “I soldi dei contribuenti servono per le deduzioni di cassa malati e per la tredicesima AVS”

di Boris Bignasca (a nome del Gruppo parlamentare della Lega)

La recente protesta di alcuni insegnanti, che ha coinvolto gli studenti delle scuole pubbliche solleva preoccupazioni sulla qualità dell’educazione in Canton Ticino. La difesa dei privilegi pensionistici dei docenti è ritenuta da buona parte della popolazione ingiusta e obsoleta. La differenza tra le condizioni lavorative degli insegnanti della scuola pubblica rispetto ai lavoratori del settore privato è abissale.
La scelta di manifestare durante un giorno lavorativo, invece del fine settimana o durante le vacanze scolastiche, è stata fortemente criticata per l’impatto che ha sugli studenti e le famiglie coinvolte. Si solleva il dubbio se fosse opportuno trovare modalità alternative di protesta che non interrompessero le attività didattiche. È essenziale inoltre che certi temi rimangano al di fuori della scuola per garantire un’istruzione imparziale e apolitica. Il Consiglio di Stato e il Gran Consiglio hanno inoltre recentemente deciso di aumentare del 2.5% gli stipendi dei docenti cantonali e degli altri dipendenti, tramite un esborso finanziario non indifferente per le già fragili finanze cantonali.

Andando avanti così i nostri giovani, avranno un’istruzione debole e politicizzata e al contempo avremo delle finanze fragili dovute a debiti enormi. Basti pensare che per risanare completamente l’IPCT servirebbero 3 miliardi dei contribuenti, cioè per fare un paragone il valore globale di Credit Suisse. Si vuole che questo buco venga finanziato completamente dai contribuenti ticinesi? Se questo sarà il clima intorno alla cassa pensioni cantonale, il gruppo LEGA annuncia già battaglia. I 500 milioni di risanamento deciso nel 2012 e i 700 milioni di prestito varati la scorsa legislatura sono già troppi. Basta spennare i cittadini! I ticinesi hanno bisogno di altre decisioni politiche urgenti come la deduzione integrale dei premi di cassa malati e l’istituzione della tredicesima AVS per le classi sociali svantaggiate.

https://www.liberatv.ch/news/politica-e-potere/1666933/cassa-pensioni-bignasca-dopo-lo-sciopero-sara-battaglia

A scuola di anarchia!

Come faranno a recuperarle? Inoltre siamo uno Stato democratico o dobbiamo sottostare alle leggi sindacali? I docenti sono impiegati dello stato e anche ben retribuiti. È ora che la so smetta di piangersi addosso quando, in questo Cantone, ci sono persone che un lavoro nemmeno ce l’hanno. Questi docenti stanno insegnando l’anarchia ai propri allievi… altro che democrazia.

Maruska Ortelli
GC Lega dei Ticinesi

https://www.mattinonline.ch/it/article/54231/a-scuola-di-anarchia

Aumento dei prezzi … basta non ne possiamo più

Il presente contributo è l’opinione personale di chi lo ha redatto e non impegna la linea editoriale di Ticinonews.ch. I contributi vengono pubblicati in ordine di ricezione. La redazione si riserva la facoltà di non pubblicare un contenuto o di rimuoverlo in un secondo tempo. In particolare, non verranno pubblicati testi anonimi, incomprensibili o giudicati lesivi. I contributi sono da inviare a info@ticinonews.ch con tutti i dati che permettano anche l’eventuale verifica dell’attendibilità.
Il tempismo con cui Alliance Swiss Pass annuncia l’aumento dei prezzi che andranno a pesare sul portafoglio dei cittadini svizzeri ci da parecchio fastidio. Infatti dopo i numerosi aumenti che abbiamo già avuto negli scorsi mesi, quello relativo al settore dei trasporti pubblici non ci mancava. A questo punto permettetemi di scrivere che ci aspettiamo un servizio all’altezza e di qualità , che permetta a chi paga di potersi sedere o per lo meno non essere schiacciato come una sardina e arrivare puntuale a destinazione. Lo sappiamo tutti che il traffico è uno dei problemi più importanti da risolvere, se vogliamo incentivare l’utilizzo dei trasporti pubblici dobbiamo incentivare le persone, e andare ad aumentare il tariffario non è una scelta saggia. Così facendo aumentiamo le persone che preferiscono usare la propria vettura sebbene possono anche passare ore nel traffico. Perché non introduciamo anche un bonus agli utenti, quando il mezzo di trasporto è in ritardo o non è possibile viaggiare seduti rimborsate una quota del biglietto o dell’abbonamento che è stato pagato.

https://www.ticinonews.ch/ospiti/aumento-dei-prezzibasta-non-ne-possiamo-piu-376665

Mozione: Piano d’azione cantonale per la gestione e la regolazione del lupo

“Previo consenso dell’Ufficio federale dell’ambiente, i Cantoni possono prevedere una regolazione degli effettivi di:
stambecchi, dal 1 agosto al 30 novembre;
lupi, dal 1 settembre al 30 novembre.”

Il Consiglio federale, speriamo a breve, emanerà la relativa ordinanza che preciserà l’applicazione di suddetto articolo come pure tutte le altre disposizioni introdotte nella Legge, ma saranno necessari ancora alcuni mesi per cui la possibilità di regolare i lupi arrischia di non poter essere applicata prima del 1° settembre 2024.
Tuttavia il principio che la regolazione dei lupi è affidata ai singoli cantoni è chiara ed è logico che sia così in quanto le differenze tra i vari cantoni del nostro Paese sono notevolissime: da situazioni senza presenza di lupi a situazioni dove i branchi e i singoli lupi sono troppi e i danni agli animali da reddito in continuo aumento e molto preoccupanti. Senza contare anche l’avvicinarsi di molteplici lupi agli agglomerati e alle abitazioni.

Il Ticino è tra i cantoni più colpiti sia per diffusione di lupi (4 branchi accertati ai quali si aggiunge oltre una trentina di lupi vaganti, secondo le valutazioni del centro di monitoraggio KORA) sia per capi predati (nel 2022, in un confronto federale nel nostro Cantone si è verificata la peggior proporzione di capi predati in rapporto ai capi alpeggiati). Anche gli avvistamenti, quelli denunciati alle autorità competenti, in questi primi mesi dell’anno 2023 sono aumentati in modo preoccupante: il numero rispetto allo stesso periodo del 2022 è raddoppiato e si sono verificati casi in ogni distretto, Mendrisiotto compreso. Segno quindi che i lupi sono diffusi in modo capillare anche nelle zone più antropizzate e quindi un rischio di attacchi ad animali domestici o a persone con esiti più o meno gravi non può più essere escluso.

D’altra parte le misure di protezione suggerite dalle autorità federali (cani da protezione, recinzioni, personale ausiliario) sono ben conosciute dagli allevatori, dove è possibile sono state messe in pratica e godono del sostegno finanziario della Confederazione e del Cantone anche se molto si potrebbe ancora fare per intervenire sui limiti attuali, in particolare la disponibilità di cani da protezione e di personale ausiliario.
La morfologia del nostro territorio, molto impervio, formato da alpeggi molto piccoli, le dimensioni delle aziende (dovuto alla frammentazione delle superfici agricole) e una pratica tradizionale che assicura il maggior benessere possibile degli animali (pascolo libero) e anche una cura del territorio capillare non permettono di fare di più di così (secondo lo studio di Agridea del 2017, il 70% degli alpeggi esaminati erano classificati come “non proteggibili”). Uno studio cantonale dove vengono analizzate tutte le aziende d’allevamento del Cantone è attualmente ancora in corso e permetterà una visione completa del nostro territorio e della situazione attuale in Ticino.

La situazione come visto nella difficile annata 2022, dove diversi allevatori hanno deciso di smettere la loro attività, è nettamente fuori controllo e bisogna fare qualcosa urgentemente, altrimenti per il nostro allevamento sarà veramente la fine.
Inoltre, il Consiglio di Stato stesso, nel corso del 2022, aveva rimarcato come il proprio margine di azione fosse limitato dalle disposizioni federali. Ora può far seguire i fatti alle parole.

Richieste
Sarebbe quindi più che necessario non attendere l’emanazione dell’Ordinanza da parte del Consiglio federale, ma iniziare già ora a realizzare un piano d’azione per la gestione e la regolazione del lupo che tenga conto in particolare, oltre alle leggi, di altri elementi fondamentali ossia:
il numero di branchi e lupi già presenti in Ticino nonché gli aumenti prevedibili dovuti alla posizione del nostro cantone, a confine con regioni con una forte densità di lupi;
le peculiarità della pastorizia del nostro Cantone e la necessità di conservare un numero di capi e di aziende che possano continuare ad avere cura del vasto e frammentato territorio montano e che possano continuare a produrre prodotti locali di qualità sia a favore dei residenti sia dei turisti;
trovare delle soluzioni attuabili per le aziende maggiormente in difficoltà, cioè quelle classificate come non proteggibili, che vengono trascurate e messe da parte anche negli aiuti previsti dalla Confederazioni per l’alpeggio, sebbene contribuiscano in maniera essenziale alla cura e al mantenimento del nostro paesaggio nelle zone più discoste ed impervie.

Di conseguenza, i sottoscritti deputati chiedono al Consiglio di Stato, sulla scorta di quanto già approvato anche dal Parlamento del Canton Vaud:

che venga realizzato un piano cantonale d’azione efficiente e coraggioso, che dimostri la visione del Cantone per una gestione e una regolazione del lupo;

il piano d’azione deve tener conto delle considerazioni descritte e avere come obiettivo, tra gli altri, quello di prefissare il numero di lupi singoli e di branchi che il Cantone ritiene e stima sopportabile e gestibile affinché il nostro sistema di allevamento tradizionale possa continuare a esistere senza restrizioni inaccettabili come raccomandato dalla Camere federali e dalla Strategia Lupo Svizzera;

il piano d’azione deve mirare altresì ad alleggerire il carico mentale degli allevatori, ad aumentare i risarcimenti per i danni o addirittura rafforzare le forze di guardia della fauna selvatica / guardiacaccia oltre alle corrispondenti misure attive di allontanamento e dissuasione. Tutto ciò, nei limiti concessi dalla Legge, coinvolgendo e responsabilizzando anche e soprattutto allevatori e cacciatori per una maggiore efficacia e capillarità delle misure di intervento;

il piano d’azione deve servire, oltre a ridurre drasticamente il numero di animali predati, anche a diminuire la percentuale di bestiame da reddito che sopravvive ad un attacco predatorio, ma che però poi vive nella paura ed è traumatizzato e tra le altre cose non produce più come prima;

il piano d’azione deve inoltre rispondere alle ansie crescenti della popolazione in merito alla presenza dei lupi nelle zone antropizzate, con la definizione di misure di intervento chiare volte a modificarne il comportamento, prima, e di prelievo nel caso non funzionassero;

il piano d’azione dovrebbe pure includere riflessioni e conclusioni sulle responsabilità dello Stato in caso di attacco ad animali domestici o a persone. Questo, tenendo conto che i pericoli supplementari citati e le relative restrizioni della libertà personale sono la conseguenza di scelte legislative che sono sempre meno condivise dalla popolazione.

presentata da Sem Genini, Fabio Schnellmann, Omar Balli, Alessandro Mazzoleni, Mauro Minotti, Paolo Ortelli, Tiziano Zanetti, Andrea Sanvido, Alessandro Corti, Lea Ferrari, Eolo Alberti, Aron Piezzi, Roberta Soldati, Daniele Piccaluga, Michele Guerra, Giovanni Berardi, Sabrina Gendotti, Sara Demir, Andrea Censi, Omar Terraneo

https://www.mattinonline.ch/it/article/54220/mozione-piano-d-azione-cantonale-per-la-gestione-e-la-regolazione-del-lupo

“Basta!” con chi denigra la Svizzera, il suo Popolo e le sue istituzioni

Lanciano accuse pesanti e infamanti nei confronti delle forze dell’ordine; raccontano i fatti con la loro distorta visione delle cose e gettano discredito su tutto il lavoro che viene fatto. Lavoro che costa soldi, molti soldi del cittadino contribuente ticinese e svizzero. Sanno – loro i falsi migranti – che ci sono le solite organizzazioni che raccolgono e divulgano tutto quanto vien detto per raggiungere il loro fine: aprire le porte a tutti, buttare all’aria la politica d’asilo, far saltare le istituzioni e chi cerca di garantire la legalità.

Per la Lega dei Ticinesi è giunto il momento di dire “Basta”! Basta con i comunicati stampa e le manifestazioni di una manciata di persone (sempre le stesse!) del collettivo R-esistiamo, riprese dai nostri media, soprattutto con la R$I in prima fila a far da grancassa. Basta dare credito a tutto quanto viene raccontato da qualsiasi richiedente l’asilo, senza alcuna controprova. Basta considerare le forze dell’ordine degli aguzzini e i collaboratori nei centri della SEM dei boia. Basta insomma a questa narrazione, montata ad arte e priva di ogni fondamento.

La realtà è ben altra: oggi gli agenti di sicurezza nei centri d’asilo non possono più alzare nemmeno la voce, perché partono prontamente le denunce. Si dimentica infatti che gli agenti di sicurezza sono chiamati in primo luogo a proteggere i veri rifugiati (famiglie con bambini, ecc.) dai falsi rifugiati (giovani maschi, violenti e irrispettosi). Se dessimo ascolto ai farlocchi comunicati crederemmo che la vita all’interno dei centri sia un inferno. Invece, spendiamo centinaia di milioni di franchi per la politica d’asilo e per la politica d’integrazione, e in questi giorni il Consiglio federale ha chiesto ancora più soldi per l’asilo: parliamo di 133 Milioni di franchi! È ora di dire “Basta!” a chi vuole solo denigrare la Svizzera, il suo Popolo e le sue istituzioni!