Un segnale importante a sostegno della nostra agricoltura

La Lega dei Ticinesi accoglie con soddisfazione il No all’iniziativa estremista “contro l’allevamento intensivo”. La Svizzera già dispone della legge sulla protezione animali più severa del mondo. E’, inoltre, l’unico paese che stabilisce per legge gli effettivi massimi di galline, maiali e vitelli per ogni azienda.

Fosse stata approvata, l’iniziativa sull’allevamento intensivo avrebbe danneggiato la nostra sicurezza alimentare, facendo aumentare la dipendenza dall’estero e – per quanto attiene al Ticino – il turismo degli acquisti in Italia. 

Il prezzo degli alimenti di origine animale sarebbe schizzato verso l’alto, andando a gravare sulle sempre più esauste finanze dei cittadini che, causa l’impennata del caro vita, non sanno più da che parte voltarsi per arrivare a fine mese. La carne sarebbe diventata un lusso per ricchi. La produzione locale sarebbe diminuita. Certi prodotti sarebbero scomparsi dai negozi.

La Lega auspica che questo No popolare segni la fine delle iniziative irrealistiche proposte da animalisti da salotto urbano: costoro adesso si spacciano per paladini del benessere degli animali da reddito. In contemporanea, però, difendono pure il lupo, che fa strage di ovini ed anche di bovini. Quindi, forse, a queste cerchie il benessere degli animali da reddito non sta poi tanto a cuore. La loro priorità il sabotaggio delle attività umane.

In Svizzera il 78.1% di tutti gli animali è allevato nel rispetto del programma di benessere volontario della Confederazione con un’uscita regolare all’aperto. Le famiglie contadine si prendono cura dei propri animali giorno dopo giorno con grandi conoscenze, impegno e volontà.

I contadini svizzeri vanno dunque  lasciati lavorare. Il loro ruolo è fondamentale nell’approvvigionamento del Paese con alimenti sani e prodotti a livello regionale. E questi ultimi, contrariamente a quanto sembrano credere certe cerchie della gauche-caviar sempre più disconnesse dalla realtà, non si materializzano da soli sugli scaffali dei negozi.

Lega dei Ticinesi

LEGA: difesa contro l’immigrazione illegale e sostegno degli agricoltori

Il gruppo LEGA è soddisfatto della tornata parlamentare di settembre appena conclusa. Due intense giornate dove si è discusso in particolare di immigrazione incontrollata, di ambiente e di difesa del territorio.

MIGRAZIONE – Sono state respinte le mozioni della sinistra tese ad allargare ancora le maglie della politica migratoria in Ticino. La sinistra conferma di voler stendere tappeti rossi a stranieri immigrati illegalmente, mentre al contempo non si fa nessun problema a tartassare i ticinesi. 

Il Gran Consiglio ha accolto dunque il rapporto di Sabrina Aldi (LEGA) al fine di respingere la proposta di un’amnista per tutti i sans-papier e altre proposte a favore dell’immigrazione illegale. Almeno questa volta il principio prima i nostri è stato rispettato. La questione è chiara: risorse per accogliere in Ticino altri sans papier non ce ne sono. Il gruppo continuerà a difendere le politiche in questo campo del dipartimento istituzioni guidato da Norman Gobbi (LEGA). 

AGRICOLTORI – È stata anche approvata la mozione di Sem Genini (LEGA) al fine di proteggere l’allevamento ovicaprino in Ticino, oggetto di una difficile situazione durante gli ultimi mesi a causa di diversi attacchi da parte del lupo.

MENDRISIOTTO – Il gruppo LEGA è inoltre soddisfatto che finalmente sia stata approvata dal Gran Consiglio la valorizzazione naturalistica e agricola del comparto Valera – promossa dal dipartimento del territorio guidato da Claudio Zali (LEGA) – come sottolineato in aula dai deputati Momò Daniele Caverzasio, Massimiliano Robbiani e Stefano Tonini.

Il gruppo LEGA continuerà dunque a lavorare anche in questi mesi ultimi mesi di legislatura a favore del ceto medio e in difesa del nostro territorio. 

LEGA dei Ticinesi

Premi di cassa malati: la Lega dei Ticinesi schierata dalla parte della gente

Al via l’iniziativa popolare “Basta spennare il cittadino, cassa malati deducibile integralmente!”

Da troppo tempo i premi di cassa malati in continua crescita rappresentano uno dei principali crucci dei ticinesi. A maggior ragione se si pensa che in questo Cantone gli stipendi sono i più bassi della Svizzera
(a causa della libera circolazione delle persone voluta dalla partitocrazia), mentre i premi di cassa malati sono tra i più elevati.

In Svizzera nel 2022 il premio medio mensile per gli adulti è infatti di 373.80 franchi. In Ticino, invece, esso ammonta a ben 424 franchi. Nel nostro Cantone una persona sola spenderà quest’anno in media 5’088 franchi. In Svizzera 4’485.60 franchi. Una coppia sposata ticinese deve invece sostenere una spesa di 10’176 franchi, contro una media nazionale di 8’971.20 franchi.

Nel mentre che i cittadini vengono spennati con premi sempre più cari, le riserve degli assicuratori malattia esplodono. Esse ammontano ormai ad oltre 12 miliardi di franchi. La politica federale non è ancora riuscita – per mancanza di volontà – ad imporre la restituzione delle riserve in esubero. 

La stessa politica federale (a partire dal Dipartimento dell’Interno, a guida PS) neppure riesce a tenere in qualche modo sotto controllo i continui aumenti dei premi, fallendo quindi in uno dei propri compiti più importanti: quello di restituire alla cassa malati quella sopportabilità finanziaria che dovrebbe essere caratteristica di un’assicurazione sociale obbligatoria.

Nel 2023 la situazione si prospetta particolarmente drammatica. Sono infatti già stati annunciati aumenti di premio che, per il Ticino, potrebbero raggiungere il 10%. Da notare che questo sarebbe l’aumento medio: ciò significa che numerosi assicurati si troverebbero confrontati con un rincaro ancora più elevato.

Un ennesimo, ingiusto salasso, dunque. Che quest’anno va ad aggiungersi, aggravandola in modo insostenibile, alla tristemente nota esplosione del costo della vita, trascinata dalla spesa per l’energia ed il carburante. A tal proposito, si ricorda che a Berna la partitocrazia ha rifiutato di concedere gli sconti sulla benzina insistentemente chiesti anche dalla Lega.

La fallace dichiarazione, purtroppo reiterata, secondo cui i “ricchi svizzeri” si potrebbero permettere ogni genere di rincaro è scandalosa. Non risponde in alcun modo alla situazione di troppi ticinesi che non sanno più da che parte voltarsi per far quadrare i conti.

La cassa malati è un ambito di competenza federale. La Lega si è tuttavia a più riprese attivata per trovare delle soluzioni a livello cantonale. Vale la pena ricordare che nel 2003 la partitocrazia in Gran Consiglio impedì ai cittadini ticinesi di votare sull’iniziativa popolare leghista per la creazione di una cassa malati pubblica cantonale con premi accessibili. Quell’iniziativa, oltre ad aiutare i cittadini ticinesi, avrebbe anche permesso di verificare concretamente i conti delle casse malati e quindi anche le pretese di aumento del premio mensile.

Davanti ad una situazione sempre più insostenibile, la Lega non può e non vuole stare a guardare. Intende pertanto sfruttare il margine di manovra a disposizione a livello cantonale.

La nuova iniziativa popolare «Basta spennare il cittadino, cassa malati deducibile integralmente!» (testo allegato) parte domani, giovedì 1° settembre. Il Comitato promotore l’ha presentata ufficialmente oggi ai media in una conferenza stampa tenutasi presso l’Hotel Lugano Dante.

L’iniziativa chiede una maggior deducibilità fiscale dei costi assicurativi e quindi pure una maggior deducibilità dei premi di cassa malati. Oggi i costi del premio di cassa malati spesso non sono integralmente deducibili: di conseguenza, molti cittadini si trovano a pagare imposte su dei soldi di cui non dispongono più. Questo non è accettabile. A maggior ragione se si ricorda che i beneficiari del sussidio cantonale, che possono anche loro dedurre i premi pagati così come altre spese per assicurazioni (p.e. polizza sulla vita, assicurazione infortunio, capitali a risparmio, ecc), se confrontati con un aumento di premio possono contare su un adeguamento del sussidio. L’importo fiscalmente deducibile non è invece mai stato adeguato e ciò nonostante l’aumento dei costi delle assicurazioni ed in particolare dei premi di cassa malati.

Per raggiungere l’obiettivo che si prefigge, l’iniziativa popolare della Lega chiede – tramite modifica della legge tributaria – l’aumento della deduzione per le persone sole (“altri contribuenti”) dagli attuali 5’200 franchi a 9’000 franchi e, per i coniugati, da 10’500 franchi a 18’000 franchi.

Approvando questa iniziativa, sarà dunque possibile sostenere in modo concreto il potere d’acquisto dei cittadini ticinesi. Ed in particolare quello di un ceto medio sempre più depauperato da stipendi spinti al ribasso (a causa della libera circolazione delle persone) accoppiati ad un costo della vita in crescita incontrollata.

L’iniziativa popolare «Basta spennare il cittadino, cassa malati deducibile integralmente!» si fa ancora più importante ed urgente in considerazione del fatto che – al contrario di quanto accade in altri Paesi – in Svizzera la politica non si degna di sostenere in alcun modo i cittadini colpiti dai rincari.

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Il periodo di raccolta firme si estende dal 1° settembre 2022 al 12 dicembre 2022.


Il Comitato d’iniziativa risulta così composto:

Andrea Censi, Lugano (primo firmatario)

Boris Bignasca, Lugano

Sabrina Aldi, Lugano

Patrizio Farei, Faido

Alessandro Mazzoleni, Minusio

Lorenzo Quadri, Lugano

Massimiliano Robbiani, Mendrisio

Stefano Tonini, Chiasso

Piergiuseppe Vescovi, Capriasca

Al Comitato di sostegno hanno aderito:

Eolo Alberti, Bioggio
Omar Balli, Terre di Pedemonte
Bruno Buzzini, Locarno
Daniele Caverzasio, Mendrisio
Sem Genini, Riviera
Alessandro Gnesa, Gordola
Michele Guerra, Pollegio
Lelia Guscio, Bellinzona
Mauro Minotti, Bellinzona
Maruska Ortelli, Lugano
Enea Petrini, Lugano
Giancarlo Seitz, Agno

Lega dei Ticinesi

Abbassiamo le tasse per compensare l’inflazione

Il gruppo LEGA si è riunito stamattina a Faido per fare il punto sulla situazione dellalegislaturaicorso e riguardo questa difficile situazione economica generale. A preoccupare è soprattutto la questione dell’inflazione.

La Lega propone una ricetta semplice e di immediata attuazione: bisogna compensare il rincaro dei prezzi dove è possibile e cioè con la diminuzione della pressione dei costi che toccano tutti.

In parte è già stato fatto, ma è necessario dare nuovi impulsi e continuità.

Presto si voterà sulla diminuzione delle imposte di circolazione in Ticino e questo già a partire dal 2023. Il popolo potrà decidere di abbassare queste imposte di circa 16 milioni: quindi un maggior beneficio per tutti i ticinesi.

Inoltre, il gruppo LEGA, tra pochi giorni, con un’iniziativa popolare promuoverà una deduzione fiscale più alta dei premi di cassa malati. I premi pagati dai singoli e dalle famiglie sono (purtroppo) molto più alti delle deduzioni possibili a livello di dichiarazione fiscale.

L’aumento delle deduzioni proposto dalla LEGA porterà dunque ad importanti risparmi fiscali per il ceto medio.

La riunione è stata anche l’occasione per elencare il positivo bilancio ottenuti a favore della popolazione, in questa difficile legislatura, segnata sia dalla pandemia che dalla guerra in Ucraina.

Infatti, nonostante queste difficoltà si è riusciti a dare un indispensabile contributo su alcuni importanti temi per il Ticino, ossia:

–       risanamento della cassa pensione cantonale, tramite prestito e senza gravare ancora sui cittadini contribuenti;

–       abolizione del vitalizio per i Consiglieri di Stato in pensione: approvato in votazione dal popolo;

–       approvazione da parte del popolo del decreto per il freno all’aumento della spesa pubblica;

–       approvazione parlamentare dell’iniziativa sulla diminuzione delle imposte di circolazione;

–       inizio dei lavori dell’audit esterno sui misfatti dell’ex funzionario DSS;

–       sostegno al nuovo concetto di ostetricia sicura di qualità (!);

Il Gruppo LEGA è dunque pronto a lanciarsi nella campagna elettorale 2023 cercando di essere una forza capace di ascoltare i bisogni della gente, fornendo risposte efficaci e concrete, soprattutto arginando le politiche di eccessiva apertura verso l’estero e frenando un eccessivo assistenzialismo e una inutile burocrazia statale.

Continueremo a sostenere un’Amministrazione Pubblica funzionale, a supporto della popolazione e delle attività economiche e non che diventi un freno alla vita e alla libertà dei cittadini e delle famiglie.Il gruppo Lega sarà sempre una forza propositiva e in difesa degli interessi di tutti i ticinesi!

Dopo la squallida battaglia per affossare la 13a AVS promossa dalla Lega, il PS di nuovo schierato contro gli anziani ticinesi di condizione economica modesta

La Lega dei Ticinesi prende atto con sconcerto della sentenza del Tribunale federale (TF) che ha accolto il ricorso dei deputati socialisti Raoul Ghisletta e Carlo Lepori contro lo sgravio sul valore locativo, deciso dal Gran Consiglio nel 2021, a beneficio dei titolari di sostanza immobiliare inferiore al mezzo milione di franchi.

La Lega appoggiò con convinzione tale sgravio per sostenere in particolare quegli anziani beneficiari della sola redita AVS (o poco più) che vivono in casa propria e che si trovano a fronteggiare il valore locativo, ovvero un’entrata fittizia.

E’ dalla sua nascita  – vedi l’iniziativa “Mila franc par i noss vecc”, ed in seguito la Tredicesima AVS a Lugano e nel Cantone – che la Lega si batte per attenuare le difficoltà con cui si trovano confrontati gli anziani ticinesi, specie se proprietari di una casetta, scontrandosi però con la strumentale e sistematica opposizione della partitocrazia, a partire proprio dalla sinistra. Quest’ultima rifiuta stizzita delle misure sociali solo perché esse provengono dalla parte politica “sbagliata”.

Non è accettabile che anziani i quali, con grandi sacrifici, sono diventati proprietari della loro abitazione, oltre non beneficiare di aiuti sociali vengano poi salassati dal fisco e di conseguenza costretti a vendere la casa per vivere.  

Il risparmio va incentivato e non criminalizzato, come invece accade ora a seguito delle politiche tassaiole ed assistenzialiste della sinistra.

Con il suo ricorso contro uno sgravio che Samuele Vorpe, responsabile del Centro competenze tributarie della SUPSI, sulle colonne de La Regione (!) ha definito “una misura mirata ai contribuenti modesti, una sorta di misura sociale” – e che oltretutto è realtà in vari altri Cantoni – il partito socialista dimostra per l’ennesima volta la propria cecità ideologica e la propria lontananza dai problemi reali dei ticinesi del ceto medio e basso, che il PS ed i suoi esponenti non rappresentano più in alcun modo, e questo da parecchio tempo. 

“Grazie” al PS, dunque, molti anziani si troveranno a fare fronte all’aumento del costo della vita provocato dalla nota situazione internazionale, ed alle reiterate “stangate” sui premi di cassa malati (Dipartimento federale gestito dal PS), senza poter neppure beneficiare di uno sgravio sul valore locativo.

Dopo essere stato in prima fila nella squallida battaglia per l’affossamento della Tredicesima AVS proposta dalla Lega, ancora una volta il PS si conferma il primo nemico degli anziani di condizione economica modesta. Si spera che la popolazione ticinese se ne ricorderà ai prossimi appuntamenti elettorali.

Lega dei Ticinesi

Cassa Pensioni cantonale: il CdS e la direzione IPCT facciano i compiti! Il referendum contro qualsiasi misura di risanamento e/o di “compensazione”  a spese dei contribuenti è garantito

In questi giorni è tornata alla ribalta della cronaca cantonale la questione del risanamento dei conti della cassa pensioni cantonale (IPCT) a seguito di un’interpellanza al CdS del deputato PS nonché segretario sindacale VPOD Raoul Ghisletta. Interpellanza che si basa su informazioni confidenziali verosimilmente trasmesse all’interpellante da fonti interne alla stessa cassa pensioni, e pubblicizzata dalla RSI con la consueta partigianeria.

E’ chiaro l’intento di sabotare il modello di risanamento tramite prestito obbligazionario da 700 milioni di Fr formulato nel rapporto Guerra-Pamini (firmato da Durisch, Gianella, Dadò e Bourgoin), ed approvato dal Gran Consiglio a larghissima maggioranza (PS compreso) lo scorso 12 aprile. Una modalità che permette di rimediare al buco della cassa pensioni cantonale senza gravare ulteriormente sulle spalle del contribuente.

Evidentemente c’è chi vorrebbe discostarsi dalla decisione parlamentare per tornare a mettere le mani nelle tasche dei cittadini per 500 milioni di Fr, come inizialmente previsto dal CdS nel suo Messaggio del gennaio 2020.

La Lega dei Ticinesi invita il CdS (segnatamente i vertici PLR del DFE), come pure la direzione IPCT, ad eseguire i compiti che sono stati loro assegnati ad aprile dal GC. La Lega dei Ticinesi ribadisce infatti che non esiste alcuna alternativa all’opzione approvata dal Legislativo per il risanamento della cassa pensioni cantonale.

La Lega dei Ticinesi conferma ancora una volta che qualsiasi tentativo di “risanare” l’istituto pensionistico cantonale mettendo le mani nelle tasche dei contribuenti sarà immancabilmente avversato da un referendum, e questo vale anche per eventuali misure compensatorie alla necessaria riduzione del tasso di conversione (dall’attuale 6.17% al 5%). 

Lega dei Ticinesi

Sfondato anche il tetto dei 75 mila frontalieri. E per l’IRE va tutto bene

È sempre più un mercato del lavoro in mano agli stranieri, quello che si riscontra in Ticino. Con il nuovo aumento di quasi 1’000 frontalieri sull’arco di 3 mesi (ora sono ben 75.795!) il dato del 48% di lavoratori svizzeri, rispetto al 52% di stranieri registrato alla fine del 2021, è ancora peggiorato. A causa della sciagurata libera circolazione il Ticino è sempre più un “caso” nazionale, su cui Berna tiene gli occhi chiusi, anche se la SECO stessa ammette che bisogna “monitorare il mercato del lavoro e i salari” nel nostro Cantone.

Non basta più però solo monitorare: occorre mettere in pratica vere misure di salvaguardia a favore del nostro mercato del lavoro!

Oggi i frontalieri sono oltre un terzo della forza lavoro in Ticino e sono prevalentemente occupati nel terziario, dove non c’è carenza di manodopera indigena. L’effetto dumping salariale è una evidenza. Checché ne dica l’IRE, il tasso di disoccupazione ai sensi dell’ILO (il rilevatore internazionale della disoccupazione, quello che l’IRE non usa!) in Ticino è un terzo più elevato rispetto al resto della Svizzera. Cosa ancora più impressionante è che il tasso di disoccupati ILO in Lombardia è inferiore a quello ticinese!

Se poi pensiamo che i lavoratori residenti in questo sfigatissimo Cantone si vedranno aumentare i premi di cassa malati, le bollette dell’energia, oltre a pagare un prezzo assurdo per la benzina e la nafta, mentre i frontalieri beneficiano a piene mani in busta paga del rafforzamento del franco svizzero sull’euro e della riduzione della benzina in Italia il quadro è completo.

In questa situazione l’introduzione di clausole di salvaguardia serie ed efficaci per il mercato del lavoro ticinese si rende indispensabile. A maggior ragione per il fatto che l’accordo fiscale sui frontalieri non entrerà mai in vigore in Italia, lasciando quindi il Ticino con il classico cerino in mano!

LEGA dei Ticinesi

Presto al voto per abbassare le imposte di circolazione: finalmente!

Grazie alla decisione di ieri del gran consiglio – nonostante si siano dovuti aspettare quasi 5 anni – finalmente il popolo ticinese potrà votare sulla diminuzione delle imposte di circolazione. Ciò è stato possibile grazie ad un accordo tra Lega-PPD-Udc da un lato e PS-Verdi dall’altro, finalizzato alla chiamata alle urne. Grande assente, per contro, il PLR, che ancora una volta dimostra il proprio ostracismo nei confronti dei diritti popolari.

I cittadini potranno scegliere tra il modello rosso-verde e il modello del rapporto Caverzasio (Lega) –  Dado (PPD). Quest’ultimo prevede uno sgravio sulle imposte di circolazione di circa 20 milioni di franchi  annui, ed è frutto dell’iniziativa popolare con primo firmatario Marco Passalia a cui hanno aderito diversi esponenti leghisti tra cui per esempio Boris Bignasca, capogruppo in GC.

Finalmente il popolo torna ad esprimersi su degli sgravi fiscali. Sgravi particolarmente importanti in questo periodo quando il ceto medio, ed in primis chi ha bisogno dell’automobile per andare a lavorare, è colpito dagli aumenti sulla benzina e dall’inflazione in generale.

LEGA dei Ticinesi

Sconti sulla benzina: la partitocrazia di nuovo schierata contro i cittadini e l’economia

La Lega dei Ticinesi prende atto con sconcerto, ma senza sorpresa, della bocciatura degli sconti sulla benzina anche da parte della maggioranza del Consiglio nazionale. 

Questo perché il sedicente “centro” PLR – PPD si è ancora una volta accodato servilmente alla sinistra rossoverde, la quale pubblicamente gioisce per l’impennata dei prezzi del carburante.

C’è da sperare che i cittadini se ne ricorderanno alle prossime elezioni cantonali e federali, ormai non più tanto lontane.

La partitocrazia, in un momento di massicci rincari, si rifiuta dunque di sostenere i cittadini del ceto medio e basso, l’economia ed il commercio ticinese di frontiera.

Questo al contrario di quanto fanno tutti i Paesi confinanti con il nostro.

Secondo la partitocrazia, i “ricchi svizzeri” si possono permettere di pagare gli stellari rincari sul carburante (ed anche quelli sull’olio combustibile). Ciò è certamente il caso dei politicanti della casta; ma per i comuni cittadini, la musica è ben diversa.

Le stazioni di servizio italiane ringraziano e stappano lo champagne.

La Lega dei Ticinesi ringrazia chi si è impegnato, purtroppo scontrandosi con il njet della casta, per sostenere cittadini ed economia: in particolare il Movimento Giovani Leghisti che ha lanciato la petizione a sostegno degli sgravi fiscali sulla benzina, e le oltre 3500 persone che in pochi giorni l’hanno sottoscritta.

Lega dei Ticinesi

Ennesima giornata nera per la Svizzera

La Lega dei Ticinesi deplora l’ingresso della Svizzera nel Consiglio di sicurezza dell’ONU. 

La candidatura elvetica, opera dell’ex Consigliera federale Calmy Rey (PS), andava ritirata al più tardi con l’uscita dal governo della ministra socialista ginevrina. Invece è stata portata avanti; e adesso il presidente di turno della Confederazione, il PLR Ignazio Cassis, tenta addirittura di presentare l’ingresso della Svizzera nel Consiglio di sicurezza dell’ONU come un trionfo.

La Svizzera, all’interno del Consiglio di sicurezza dell’ONU, non conterà nulla; dovrà però giocoforza prendere posizione e decidere misure che sono incompatibili con la nostra neutralità.

Oggi dunque, per colpa della partitocrazia, la neutralità svizzera può considerarsi totalmente abbandonata; di certo non gode più di alcuna credibilità internazionale.  Ciò avrà pesanti conseguenze negative per il futuro del Paese.

Pure la Conferenza sull’Ucraina di Lugano – anch’essa fortemente voluta dal presidente PLR della Confederazione in funzione del proprio marketing politico – si inserisce nella deleteria scia della dismissione della neutralità elvetica, e del continuo avvicinamento ed asservimento del nostro Paese ad organismi internazionali antidemocratici quali ONU, NATO, UE. Una via disastrosa non solo dal profilo della neutralità, ma anche da quello della sovranità e dell’indipendenza della Svizzera.

Oggi è un giorno nero, l’ennesimo, per la storia del nostro Paese. Certamente la maggioranza dei cittadini elvetici non condivide la progressiva svendita della nazione in corso ormai da anni. 

Altro che entrare nel consiglio di sicurezza! La Svizzera dovrebbe uscire dall’ONU.

Lega dei Ticinesi