Presto al voto per abbassare le imposte di circolazione: finalmente!

Grazie alla decisione di ieri del gran consiglio – nonostante si siano dovuti aspettare quasi 5 anni – finalmente il popolo ticinese potrà votare sulla diminuzione delle imposte di circolazione. Ciò è stato possibile grazie ad un accordo tra Lega-PPD-Udc da un lato e PS-Verdi dall’altro, finalizzato alla chiamata alle urne. Grande assente, per contro, il PLR, che ancora una volta dimostra il proprio ostracismo nei confronti dei diritti popolari.

I cittadini potranno scegliere tra il modello rosso-verde e il modello del rapporto Caverzasio (Lega) –  Dado (PPD). Quest’ultimo prevede uno sgravio sulle imposte di circolazione di circa 20 milioni di franchi  annui, ed è frutto dell’iniziativa popolare con primo firmatario Marco Passalia a cui hanno aderito diversi esponenti leghisti tra cui per esempio Boris Bignasca, capogruppo in GC.

Finalmente il popolo torna ad esprimersi su degli sgravi fiscali. Sgravi particolarmente importanti in questo periodo quando il ceto medio, ed in primis chi ha bisogno dell’automobile per andare a lavorare, è colpito dagli aumenti sulla benzina e dall’inflazione in generale.

LEGA dei Ticinesi

Sconti sulla benzina: la partitocrazia di nuovo schierata contro i cittadini e l’economia

La Lega dei Ticinesi prende atto con sconcerto, ma senza sorpresa, della bocciatura degli sconti sulla benzina anche da parte della maggioranza del Consiglio nazionale. 

Questo perché il sedicente “centro” PLR – PPD si è ancora una volta accodato servilmente alla sinistra rossoverde, la quale pubblicamente gioisce per l’impennata dei prezzi del carburante.

C’è da sperare che i cittadini se ne ricorderanno alle prossime elezioni cantonali e federali, ormai non più tanto lontane.

La partitocrazia, in un momento di massicci rincari, si rifiuta dunque di sostenere i cittadini del ceto medio e basso, l’economia ed il commercio ticinese di frontiera.

Questo al contrario di quanto fanno tutti i Paesi confinanti con il nostro.

Secondo la partitocrazia, i “ricchi svizzeri” si possono permettere di pagare gli stellari rincari sul carburante (ed anche quelli sull’olio combustibile). Ciò è certamente il caso dei politicanti della casta; ma per i comuni cittadini, la musica è ben diversa.

Le stazioni di servizio italiane ringraziano e stappano lo champagne.

La Lega dei Ticinesi ringrazia chi si è impegnato, purtroppo scontrandosi con il njet della casta, per sostenere cittadini ed economia: in particolare il Movimento Giovani Leghisti che ha lanciato la petizione a sostegno degli sgravi fiscali sulla benzina, e le oltre 3500 persone che in pochi giorni l’hanno sottoscritta.

Lega dei Ticinesi

Ennesima giornata nera per la Svizzera

La Lega dei Ticinesi deplora l’ingresso della Svizzera nel Consiglio di sicurezza dell’ONU. 

La candidatura elvetica, opera dell’ex Consigliera federale Calmy Rey (PS), andava ritirata al più tardi con l’uscita dal governo della ministra socialista ginevrina. Invece è stata portata avanti; e adesso il presidente di turno della Confederazione, il PLR Ignazio Cassis, tenta addirittura di presentare l’ingresso della Svizzera nel Consiglio di sicurezza dell’ONU come un trionfo.

La Svizzera, all’interno del Consiglio di sicurezza dell’ONU, non conterà nulla; dovrà però giocoforza prendere posizione e decidere misure che sono incompatibili con la nostra neutralità.

Oggi dunque, per colpa della partitocrazia, la neutralità svizzera può considerarsi totalmente abbandonata; di certo non gode più di alcuna credibilità internazionale.  Ciò avrà pesanti conseguenze negative per il futuro del Paese.

Pure la Conferenza sull’Ucraina di Lugano – anch’essa fortemente voluta dal presidente PLR della Confederazione in funzione del proprio marketing politico – si inserisce nella deleteria scia della dismissione della neutralità elvetica, e del continuo avvicinamento ed asservimento del nostro Paese ad organismi internazionali antidemocratici quali ONU, NATO, UE. Una via disastrosa non solo dal profilo della neutralità, ma anche da quello della sovranità e dell’indipendenza della Svizzera.

Oggi è un giorno nero, l’ennesimo, per la storia del nostro Paese. Certamente la maggioranza dei cittadini elvetici non condivide la progressiva svendita della nazione in corso ormai da anni. 

Altro che entrare nel consiglio di sicurezza! La Svizzera dovrebbe uscire dall’ONU.

Lega dei Ticinesi

Prezzi della benzina e del gasolio alle stelle! Leggi la petizione del Movimento giovani leghisti

Firma la petizione qui

La guerra in Ucraina, come c’era da attendersi, ha provocato un repentino ed importante aumento del prezzo del carburante, destinato a durare, che si ripercuote sulle aziende come pure sulle economie domestiche. Tra queste ultime, a subire maggiormente il peso del rincaro sono quelle con reddito modesto.

La Confederazione preleva l’imposta sugli oli minerali, comprensiva dell’imposta e del supplemento d’imposta.

Nel 2020 l’imposta sugli oli minerali gravanti sul carburante ha generato entrate per oltre 2,5 miliardi di franchi. Il 45 % di questa somma, secondo la chiave di riparto, entra nelle casse generali della Confederazione. Il 50 % è a destinazione vincolata per compiti nell’ambito stradale ed aereo, ed il restante 5% è invece destinato al Fondo per le strade nazionali ed il traffico d’agglomerato. 

Almeno per quanto attiene al 45 % di entrate destinato alle casse federali, la Confederazione ha margine di manovra. Esiste pertanto la possibilità di attenuare per le economie domestiche e le aziende l’impatto della guerra in Ucraina sui costi del carburante senza intaccare i fondi a destinazione vincolata a beneficio delle infrastrutture viarie.

Per questo motivo il Movimento Giovani Leghisti chiede al Consiglio Federale, attraverso questa petizione, di rinunciare temporaneamente, almeno in parte, alle entrate dell’imposta sugli oli minerali (si pensa in particolare alla quota non vincolata, destinata alle casse generali della Confederazione) per mitigare il rincaro del costo del carburante generato dalla crisi ucraina, che grava in modo importante sulle economie domestiche e sulle imprese ticinesi e svizzere. Un passo che sempre più paesi stanno compiendo: non è accettabile che il nostro rimanga immobile!

La Lega completa il suo Consiglio esecutivo

Domenica 22 maggio 2022, nel Comune di Monteceneri, si è tenuta l’Assemblea ordinaria della Lega dei Ticinesi. Alla presenza di una quarantina di soci (gli aventi diritto di voto sono i rappresentanti del Movimento a livello federale, cantonale e i municipali) è stata, in particolare, definita la composizione del Consiglio esecutivo per il periodo 2021-2023.
Secondo lo statuto ne fanno parte di diritto il Consigliere nazionale Lorenzo Quadri, i Consiglieri di Stato Norman Gobbi e Claudio Zali, il Capogruppo in Gran Consiglio Boris Bignasca e come uditore il Presidente del Movimento Giovani Leghisti Stefano Tonini.
A loro si aggiungono quattro rappresentanti nominati all’unanimità dall’Assemblea: Sabrina Aldi per il Luganese, Massimiliano Robbiani per il Mendrisiotto, Patrizio Farei per il Bellinzonese e Alto Ticino, e Alessandro Mazzoleni per il Locarnese e Valli.
Al termine, l’Assemblea ha accolto la proposta del Consiglio esecutivo di nominare Rosanna Molteni, per lunghi anni segretaria amministrativa del Movimento e del Gruppo parlamentare, socia onoraria della Lega dei Ticinesi.

Sì al Decreto di risanamento dei conti cantonali: i cittadini dicono basta allo “spendi e tassa”

La Lega dei Ticinesi accoglie con soddisfazione la decisione popolare di domenica favorevole al Decreto di risanamento dei conti cantonali.

Si tratta di una decisione di principio. I cittadini ticinesi richiamano gli organi politici ai loro compiti: il controllo della spesa pubblica non può essere trascurato ed occorre uscire dalla perniciosa logica dello “spendi e tassa”. Le tasche dei contribuenti non sono un self service: i cittadini non accetteranno ulteriori aggravi fiscali in tempo di crisi. La spesa pubblica è fuori controllo:  è dunque sul fronte delle uscite che occorre intervenire per pareggiare i conti dello Stato, non certo su quello delle entrate. Il Ticino non ha in effetti un problema di gettito fiscale, che è anzi costantemente aumentato. Il problema risiede dal lato della spesa. Non è accettabile che, in una realtà di 350mila abitanti, il totale del gettito delle persone fisiche non basti a coprire i costi del personale cantonale.

Con il voto del 15 maggio i cittadini ticinesi hanno inoltre bocciato senza appello le velleità tassaiole della sinistra, che oltretutto andrebbero a colpire i contribuenti quando il loro potere d’acquisto si assottiglia sempre più per i motivi tristemente noti: pandemia, guerra in Ucraina ed effetto boomerang delle sanzioni, aumenti di cassa malati. Il PS ha presentato alcuni mesi orsono un sedicente “piano di rilancio” che prevede di fare esplodere la spesa pubblica per ben 220 milioni di franchi all’anno, da finanziare per intero tramite aggravi fiscali.

Propositi di questo tipo, come pure un risanamento dei conti pubblici sulle spalle dei contribuenti mentre le uscite continuano ad esplodere e la burocrazia a gonfiarsi, sono dunque stati respinti dalle urne. La politica cantonale sarà finalmente obbligata a prenderne atto ed a comportarsi di conseguenza.

Lega dei Ticinesi

Violare la neutralità: un errore capitale. No all’ingresso nel Consiglio di sicurezza dell’ONU e tornare ad investire nella difesa

La Lega dei Ticinesi condanna l’aggressione armata dell’Ucraina da parte della Russia, che ha riportato la guerra convenzionale in Europa (quella che secondo la partitocrazia, sinistra in primis, avrebbe dovuto essere “impossibile”).

In queste circostanze, la neutralità  risulta  fondamentale non solo non per noi, ma per tutta l’Europa. La neutralità armata ha protetto la Svizzera per oltre 200 anni. Essa è il presupposto per i famosi “buoni uffici” elvetici nell’interesse della pace. La servile adesione alle sanzioni decise dall’UE – che ricorda da vicino la ripresa dinamica, ossia automatica, del diritto UE prevista dall’accordo quadro istituzionale – demolisce la credibilità della Confederazione come mediatrice.

E’ evidente che, per non peggiorare ulteriormente la situazione, la Svizzera deve ritirare immediatamente l’improvvida candidatura al Consiglio di sicurezza dell’ONU: non farlo sarebbe l’ennesima dimostrazione che la maggioranza della classe politica elvetica ha ormai gettato alle ortiche, nella foga di “accodarsi”, l’essenza stessa della nazione, ed uno dei suoi beni più preziosi.

Come la Germania (a governo rossoverde!) ha nei giorni scorsi deciso nuovi massicci investimenti nelle forze armate, anche la Svizzera deve tornare a disporre di un esercito in grado di assolvere alle proprie mansioni di difesa. Oggi questo non è più il caso. La responsabilità di tale situazione, come noto, è della sinistra che, sostenuta dal cosiddetto “centro”, ha portato avanti una politica di smantellamento: sia per quel che riguarda gli effettivi, sia in campo di armamenti ed ammodernamento dei mezzi a disposizione. Al punto che, dopo aver perso la votazione sul credito quadro per l’acquisto di nuovi aerei da combattimento, la sinistra ha lanciato un’iniziativa popolare del tutto pretestuosa contro il modello di velivolo scelto dal CF. Ci aspettiamo che questa astrusa iniziativa, in considerazione della situazione attuale, venga ora ritirata; sarebbe un doveroso gesto di responsabilità.

Occorre tornare ad investire nella sicurezza del Paese: le ultime drammatiche evoluzioni internazionali dimostrano che essa, contrariamente a quanto le maggioranze politiche hanno tentato di far credere, non è affatto scontata. Investire nella sicurezza avrà inoltre il vantaggio aggiuntivo di tornare a creare posti di lavoro, anche in Ticino.

Lega dei Ticinesi

Esenzione del partner dall’imposta di successione e donazione.

Nel corso dell’ultima seduta di Gran Consiglio la LEGA ha presentato un’iniziativa parlamentare
elaborata volta a modificare la Legge Tributaria. Nel concreto viene chiesto di estendere l’esenzione
dall’imposta di successione e donazione, oggi riconosciuta unicamente al coniuge, ai discendenti e
agli ascendenti in linea diretta, anche per il partner convivente che, al momento della donazione o del
decesso, viveva in concubinato con il disponente da almeno cinque anni o aveva figli in comune con
lui.
Il nostro Cantone, infatti, non conosce l’esenzione fiscale in ambito di imposte di successione e
donazione a favore del partner convivente, presente invece in altri Cantoni. Peraltro, è anche parere
del Tribunale federale che in caso di una convivenza che dura già da cinque anni, si debba in linea di
principio presumere che si tratti di una comunità di destino simile al matrimonio.
La LEGA reputa necessario modificare la legge tributaria per rimanere al passo con i tempi e con gli
altri Cantoni. Con questa proposta si vuole infatti allineare il Cantone Ticino agli altri cantoni svizzeri
che, con una visione più moderna della società, hanno riconosciuto la valenza di un legame duraturo
sempre più attuale.
Per il Gruppo Lega dei Ticinesi, Enea Petrini

No ai sussidi ai media: chiamare alla cassa i colossi del web

La Lega dei Ticinesi esprime la propria soddisfazione per il No odierno al pacchetto di sussidi ai media (151 milioni di franchi all’anno).

Questi sussidi, ben lungi dall’avere una durata limitata a 7 anni, sarebbero invece diventati permanenti.

Il 70% dei nuovi aiuti sarebbe finito nelle capienti tasche dei grandi gruppi editoriali, quelli che nel 2021 hanno realizzato ben 300 milioni di Fr di utili.

I nuovi sussidi, respinti dai votanti, avrebbero asservito sempre più la stampa alla partitocrazia: chi paga comanda! Ed è evidente che non si crea “indipendenza” rendendo i media sempre più dipendenti dal denaro pubblico.

I nuovi sussidi non avrebbero affatto finanziato la pluralità, ma proprio il contrario: ovvero l’omologazione e l’appiattimento sul pensiero unico “mainstream”.

La volontà di finanziare non già i media in generale, bensì quelli di regime, permeava l’intero pacchetto in votazione, che – ad esempio – escludeva i media gratuiti da qualsiasi sostegno.

I cittadini svizzeri già pagano oltre 1,2 miliardi di Fr all’anno per il canone radioTV. Quanti soldi pretendono di estorcere al contribuente, oltretutto in tempo di crisi, le maggioranze politiche per finanziare i propri megafoni mediatici?

Le difficoltà finanziarie della stampa scritta dipendono dal calo pubblicitario. I colossi americani del web (Google, Facebook, Amazon, Microsoft, Apple,…) si sono accaparrati una grossa fetta di pubblicità.

La Lega dei Ticinesi si aspetta ora che la politica:

  •  affronti il problema del calo del mercato pubblicitario sulla stampa cartacea nelle dovute modalità, ossia chiamando alla cassa chi – i colossi statunitensi di cui sopra – ha fatto man bassa.
  • Rinunci definitivamente ad ogni velleità tassaiola in ambito mediatico, specialmente sotto il pretesto della “pluralità”: il panorama mediatico svizzero non è affatto pluralista, è solo affollato.
  •  Si astenga dall’introdurre ulteriori divieti di pubblicità, che la Lega dei Ticinesi combatterà.

Lega dei Ticinesi

Votazioni del 26 settembre 2021: Lega dei Ticinesi soddisfatta dell’esito alle urne

Iniziativa 99%: per fortuna sotterrata
La Lega dei Ticinesi esprime la propria soddisfazione per l’affossamento della disastrosa iniziativa “99%”, esempio di fallimentare populismo di sinistra e di anacronistiche velleità di lotta di classe. L’iniziativa – che mirava a tassare dei soldi immaginari sulla base di un concetto, il “reddito da capitale”, che neppure esiste nel diritto fiscale svizzero – non avrebbe penalizzato solo pochi super ricchi, bensì anche le piccole e medie imprese ed il ceto medio nel suo complesso. Ciò al di là del fatto che mettere in fuga i migliori contribuenti con una fiscalità predatoria è un atto altamente autolesionista: non riempie le casse pubbliche ma, al contrario, le svuota. A tutto danno – ancora una volta – del ceto medio, poi chiamato a rimediare agli ammanchi. Per l’ennesima volta il popolo ha ribadito alla sinistra parassitaria di non volere aggravi fiscali. Dubitiamo che il messaggio verrà mai recepito dai destinatari, accecati dall’ideologia tassaiola ed indifferenti alla volontà dei cittadini. Ma il voto odierno sull’iniziativa 99%, anche in Ticino, conferma che la politica deve spazzar via dal tavolo qualsiasi ipotesi di aggravi fiscali, e al contrario procedere spedita a sgravi a beneficio in prima linea del ceto medio e delle persone singole; queste ultime dimenticate ormai da un ventennio.

I ticinesi dicono stop allo “spendi e tassa”
La Lega dei Ticinesi accoglie con grande favore l’approvazione del Referendum finanziario obbligatorio (RFO). Il Ticino si dota così di uno strumento collaudato, che già esiste in varie forme in 18 Cantoni. I Cantoni che conoscono il RFO non sono né paralizzati, né retrogradi. Ed i loro cittadini non sono chiamati ossessivamente alle urne. Per contro, le finanze di questi Cantoni sono messe meglio di quelle ticinesi. In Ticino la spesa pubblica è ormai fuori controllo. Con il moltiplicatore cantonale, la partitocrazia ha creato lo strumento che le consente di mettere le mani nelle tasche dei cittadini tramite aggravi fiscali, facendo così pagare ai contribuenti l’incapacità – o la mancanza di volontà – delle maggioranze politiche di controllare le uscite statali. Il RFO è il necessario contraltare. I ticinesi avranno quindi la possibilità di decidere sulle nuove spese del Cantone: questo non gioverà solo alle finanze, ma anche alla democrazia. Evidente, dunque, il segnale politico contro lo “spendi e tassa” uscito oggi dalle urne. Le proposte del PS, che pretende di rilanciare (?) il Ticino facendoci pagare ogni anno quasi un quarto di miliardo di Fr. d’imposte in più, sono pertanto da considerarsi già defunte.

Legittima difesa: un segnale importante
La Lega dei Ticinesi è pure molto soddisfatta per l’approvazione dell’iniziativa a sostegno della legittima difesa. Il Sì popolare è giunto malgrado l’informazione governativa a dir poco tendenziosa e l’ostruzionismo dei media e dei partiti, che ha impedito il dibattito sulla proposta. La novità approvata è forse modesta all’atto pratico, del resto il margine concesso dal diritto cantonale è assai limitato. Il gesto politico di sostegno alle vittime di un’aggressione è comunque importante. La Lega continuerà a battersi anche a livello federale per un fattivo potenziamento del diritto alla legittima difesa; in particolare di quella di chi è stato aggredito nella propria abitazione da delinquenti senza scrupoli.