Comunicato stampa
Iniziativa biodiversità: NO
La Lega dei Ticinesi esprime la propria soddisfazione per la bocciatura dell’iniziativa popolare “Per la biodiversità”. Si trattava infatti di un’iniziativa estremista, che avrebbe trasformato ampie superfici del nostro Paese in aree protette praticamente intoccabili. L’iniziativa avrebbe avuto conseguenze deleterie sull’agricoltura, sull’autoapprovvigionamento alimentare (meno terre coltivabili a fronte di una continua impennata della popolazione a seguito dell’immigrazione incontrollata), sulla filiera del legno, sul turismo,… Ma anche i proprietari di immobili e gli inquilini ne avrebbero pagato le conseguenze, sottoforma di maggiori costi (con ripercussioni sugli affitti) e burocrazia legati ad inutili misure di protezione.
La Lega dei Ticinesi, pur non facendosi illusioni al riguardo, auspica che questa nuova sconfitta serva ad infondere un po’ di realismo ai benestanti climatisti da salotto urbano – quelli che sognano di imporre alla popolazione una pletora di costi, obblighi e divieti, alla faccia della “difesa del reddito” – spingendoli ad assumere un atteggiamento più pragmatico e meno improntato all’isterismo ideologico.
Riforma previdenza professionale: NO
La Lega dei Ticinesi è dispiaciuta per la bocciatura della riforma previdenziale. Essa avrebbe infatti permesso a centinaia di migliaia di persone di accedere al secondo pilastro o di aumentarne le future rendite, preservando ed aggiornando il nostro sistema di previdenza a tre pilastri, che costituisce un modello di successo svizzero. La riforma avrebbe favorito i lavoratori e le lavoratrici a tempo parziale, i redditi bassi e gli “over 55”. Avrebbe inoltre risolto il problema del travaso di fondi tra assicurati e pensionati.
Essendo purtroppo il tema estremamente “tecnico” e a tratti fumogeno, i contrari – sinistra e sindacati – hanno avuto buon gioco nel fomentare incertezze e nel diffondere “fake news”. Anche i conti sbagliati dell’AVS, la cui responsabilità ricade sul Dipartimento dell’Interno a conduzione socialista, possono aver creato un generale clima di sfiducia attorno alle cifre del sistema previdenziale. L’obiettivo della sinistra e dei sindacati è notoriamente quello di delegittimare ed indebolire il secondo pilastro a beneficio di un modello ridistributivo ed assistenzialista ad oltranza. Spiace che, con il no odierno, la popolazione – non si sa quanto consapevolmente – abbia permesso di compiere un passo in questa direzione, tutt’altro che
auspicabile.
Illegali e richiedenti: Mendrisiotto accerchiato!
Comunicato stampa
Mendrisiotto ancora sotto pressione per il raddoppio di entrate illegali al confine sud da luglio ad agosto. I numeri non mentono: gli stranieri che hanno tentato di introdursi in Svizzera sono stati 4’150, contro i 2’362 nel mese di luglio (e i 1’825 in giugno). Il tutto tenendo conto che oramai addirittura l’80 per cento degli oltre 4mila illegali sono stati intercettati proprio nel Mendrisiotto!
La Lega dei Ticinesi è preoccupata per questa nuova impennata, con cifre che raggiungono i livelli del 2023 e del 2022, ma con l’aggravante che ora il fenomeno è quasi totalmente sulle spalle del Ticino. Per questo motivo, oltre a sottolineare il grosso lavoro che si sobbarca il personale dell’Ufficio federale della dogana e della sicurezza dei confini (UDSC), la Lega dei Ticinesi chiede un rafforzamento del sistema di protezione dello stesso UDSC contro le entrate illegali in tutto il Mendrisiotto.
Nello stesso tempo riafferma con forza di non accettare un aumento del numero di richiedenti l’asilo di stanza nel Mendrisiotto. Il Consigliere federale Beat Jans aveva promesso alle autorità locali un massimo di 350 unità (la capienza del nuovo centro extralusso di Balerna) e invece si scopre che il numero effettivo è di 500!
Il tempo è galantuomo: non esiste, e non è mai esistito, alcun “caso Gobbi”
Comunicato stampa
La Lega dei Ticinesi prende atto con soddisfazione della decisione del CdS di reintegrare Norman Gobbi nella responsabilità politica della Polizia cantonale.
Tale decisione è invero alquanto tardiva: avrebbe infatti dovuto essere presa già in giugno, quando il procuratore generale Andrea Pagani ha chiuso l’inchiesta sull’incidente automobilistico occorso al direttore del DI nel novembre del 2023 – incidente di cui Gobbi è stato vittima e non responsabile, essendo stato urtato in autostrada da un altro automobilista – e in relazione al quale Gobbi non è mai stato indagato. La chiusura dell’inchiesta confermava infatti in via definitiva la totale estraneità del Consigliere di Stato ad eventuali illeciti commessi in relazione all’incidente citato.
Si ricorda inoltre che Norman Gobbi decise di autosospendersi dalla direzione politica della Polizia cantonale malgrado questo passo non fosse affatto necessario, non avendo il diretto interessato alcunché da rimproverarsi. A portare a tale decisione, la (lodevole) volontà del Consigliere di Stato di tutelare le Istituzioni, ma anche la propria famiglia, dalla strumentale “shitstorm” scatenata contro di lui dalla partitocrazia e dai media al servizio della medesima, per squallidi moventi di politichetta partitico-elettorale.
Norman Gobbi è infatti stato infangato ad oltranza, sul nulla, in quanto “ministro” leghista e coordinatore ad interim del Movimento.
La reintegrazione di Gobbi nella direzione politica della Polizia cantonale chiude ora in modo definitivo l’ignobile pantomima sull’incidente stradale di novembre, confermando in toto ciò che la Lega ha sempre sostenuto: ossia che l’intera vicenda non fosse altro che un cumulo di strumentalizzazioni interessate e di panna montata, priva di qualsiasi base reale.
Il tempo è galantuomo e oggi i nodi vengono al pettine. Risulta confermata la malafede e la pochezza dei media e dei rappresentanti politici che hanno strumentalizzato e cavalcato l’incidente: siamo certi che i cittadini – sia in veste di elettori che di abbonati ai quotidiani che di radio e telespettatori – se ne ricorderanno al momento opportuno.
Oggi possiamo dunque ribadire, senza possibilità di smentita, che non esiste, né è mai esistito, alcun “caso Gobbi”. Esiste, per contro, un “caso Dadò”, un “caso MpS” ed un “caso stampa di regime”.
Un benvenuto stop agli smantellamenti postali, grazie anche alla Lega
Comunicato stampa
Da un’ampia maggioranza del Consiglio nazionale è arrivato ieri l’altolà alle politiche di smantellamento del servizio pubblico della Posta.
La chiusura di uffici postali, il taglio di servizi all’utenza e gli aumenti tariffali portati avanti dal CEO Roberto Cirillo e dal presidente del CdA Christian Levrat (PS) con l’approvazione del Consiglio federale, colpiscono in particolare le regioni periferiche, ma anche le realtà urbane.
Il Ticino ne è da anni pesantemente penalizzato e in futuro – se i piani della Posta non cambieranno – rischia di esserlo in misura anche maggiore.
La Lega si rallegra per questo risultato, al quale ha fornito un significativo contributo per il tramite del proprio rappresentante in Consiglio nazionale Lorenzo Quadri, che è stato co-relatore della proposta.
Se anche la Camera alta seguirà questa impostazione, la politica di presenza della Posta sul territorio dovrà essere ripensata.
Situazione interna a Ticino Turismo e analisi dei risultati turistici degli ultimi anni
Interrogazione di Boris Bignasca e cofirmatari
Lodevole Consiglio di Stato,
in considerazione dei recenti sviluppi riguardanti l’ente parastatale Ticino Turismo, sollevati anche da una recente intervista al direttore Angelo Trotta (sul portale tio.ch), desideriamo porre alcune domande su temi che riteniamo importanti per il settore turistico del nostro Cantone e per la gestione di questo ente cruciale per l’economia ticinese:
- È stato riportato che, negli ultimi anni, vi è stato un significativo aumento delle dimissioni di personale all’interno di Ticino Turismo, con alcune partenze accompagnate da tensioni interne. Quali misure ha preso il Consiglio di Stato per monitorare questa situazione?
- Alla luce delle testimonianze che parlano di una possibile “scarsa progettualità”, come viene valutato il processo decisionale e strategico di Ticino Turismo?
- Il Consiglio di Stato ritiene ancora efficiente il sistema attuale: le quattro OTR e TicinoTurismo come “cappello” cantonale?
- Si chiede di fornire in forma tabellare se possibile, i risultati turistici del Canton Ticino negli ultimi anni (es dal 2021 ad oggi). In particolare, vorremmo avere i dati riguardanti:
- Il numero di turisti (distinguendo tra visitatori nazionali e internazionali);
- Il numero di pernottamenti;
- La durata media dei soggiorni;
- Il PIL creato dal turismo in Ticino ;
- Evoluzione del budget di TicinoTurismo
- Confronto con altri Cantoni o regioni (Grigioni; Vallese; ecc)
- Quali azioni concrete sono state intraprese negli ulitmi 3 anni per migliorare l’offerta turistica ticinese e renderla più attrattiva per i visitatori?
- La chiusura del tunnel ferroviario del Gottardo e altri eventi come la chiusura della A13 e le avverse condizioni meteorologiche sono state indicate come cause di una flessione nei risultati turistici del 2023. Quali strategie sono state messe in atto per mitigare tali impatti?
Cordiali saluti
Compensazione caro vita 2024 per funzionari e docenti
Interpellanza di Maruska Ortelli
In seguito alle recenti decisioni del Consiglio di Stato riguardanti le misure compensative per il
caro vita 2024, si è stabilito di assegnare a funzionari e docenti un bonus di CHF. 400.— e due
giorni di congedo supplementari. Tali giornate di congedo si concretizzeranno nella chiusura
delle scuole il 20 dicembre 2024 e il 7 gennaio 2025, aggiungendo così due ulteriori giorni di
vacanza al calendario scolastico.
Se da una parte queste misure intendono fornire un sostegno concreto ai docenti e funzionari
per far fronte all’aumento del costo della vita, dall’altra si generano effetti collaterali non
trascurabili che impattano le famiglie e i Comuni. Infatti, l’aggiunta di questi due giorni di chiusura
delle scuole potrebbe creare significative difficoltà organizzative per le famiglie, in particolare per
quelle in cui entrambi i genitori lavorano e che quindi necessitano di servizi di accudimento per i
propri figli.
In tal senso, i Comuni che offrono servizi extrascolastici potrebbero essere costretti ad ampliare
tali servizi per coprire i due giorni aggiuntivi, con inevitabili conseguenze finanziarie. In
particolare, queste spese potrebbero ricadere sui contribuenti, creando una situazione di
“scaricabarile” in cui i costi delle misure adottate a livello cantonale si trasferiscono alle comunità
locali e, di riflesso, ai cittadini.
Considerando quanto sopra esposto, appare opportuno interrogarsi sugli effetti di tale decisione
e sulle misure previste dal Consiglio di Stato per gestire e mitigare le conseguenze negative per
le famiglie e i Comuni.
Pertanto chiedo al Consiglio di Stato:
- Quali valutazioni sono state fatte circa l’impatto delle giornate aggiuntive di chiusura
scolastica sulle famiglie, in particolare su quelle che necessitano di servizi di accudimento
per i propri figli? - Il Consiglio di Stato ha considerato la possibilità che la misura adottata comporti costi aggiuntivi
per i Comuni? In tal caso, sono state previste compensazioni o contributi da parte del Cantone
per sostenere i Comuni che dovranno organizzare servizi di accudimento nei due giorni supplementari? - Quali misure concrete intende adottare il Consiglio di Stato per evitare che le famiglie si trovino
in difficoltà a causa della chiusura delle scuole il 20 dicembre 2024 e il 7 gennaio 2025. - Sono stati presi in considerazione modelli alternativi di compensazione per i docenti e funzionari
che non avrebbero comportato la chiusura delle scuole, come ad esempio l’erogazione di ulteriori
bonus o congedi flessibili? - Infine, il Consiglio di Stato prevede un monitoraggio dell’impatto di queste giornate di chiusura
aggiuntive per valutare eventuali disagi e, se necessario, rivedere la misura in futuro?
A che punto siamo con la caccia regolatoria e proattiva del lupo in Ticino?
Interrogazione di Sem Genini e cofirmatari
La situazione del lupo e delle predazioni in Ticino anche quest’anno è molto grave e diversi alpi sono
stati scaricati anticipatamente per la presenza del predatore. Purtroppo la stampa e l’opinione pubblica
sembrano essersi abituati e l’uccisione di pecore e capre non sembra più fare grande notizia, anzi
passa in sordina, a parte le continue predazioni sugli alpi di Mergozzo e Nimi, sopra Gordevio, dove gli
alpigiani sono disperati e non sanno più cosa fare. Su altri alpeggi (vedi alpe Canegg e alpe V. Sertena
sopra Isone oppure in Val Chironico) la situazione è altrettanto grave e gli alpigiani altrettanto
angosciati, ma meno conosciuta.
Gli ultimi eventi in ordine temporale sono accaduti il 19 agosto, data in cui per SMS sono state segnalate
tre probabili predazioni: alpe Foppa (Monteceneri), zona Ra Barbada (Pura) e alpe Grossalp (Bosco
Gurin). Inoltre le capre dell’alpe Zaria (Fusio) proprio lo stesso giorno sono state scaricate a causa di
altre predazioni senza il ritrovamento dei capi feriti o morti, ma con avvistamento del lupo. Da notare
che l’attacco al Grossalp è avvenuto verso le 10:30 del mattino e pertanto questo branco è
particolarmente dannoso e ha perso ogni timore dell’uomo, per cui si rende urgente un’eliminazione del
branco. In caso contrario non vi è nient’altro da fare che scaricare in anticipo i due alpeggi: al Grossalp
155 capre; a Sfille una novantina con le conseguenze nefaste sulla produzione di formaggio DOP della
Valle Maggia che tutti possiamo immaginare.
Recentemente con nostra piena soddisfazione l’Ufficio della caccia e della pesca del Canton Ticino,
che ringraziamo, ha annunciato che, in vista di una futura regolazione del lupo in Ticino a partire da
settembre 2024, organizzerà due momenti informativi aperti alle cacciatrici e ai cacciatori che sono
interessate/i a una possibile collaborazione e a un loro coinvolgimento nell’ambito della regolazione del
lupo durante i periodi in cui la caccia è aperta. A quanto pare il mondo venatorio ha reagito in massa e
il numero di iscritte/i alle serate è molto elevato.
Inoltre il 15 agosto, in un comunicato stampa, il Canton Grigioni ha fatto sapere di aver chiesto all’Ufficio
federale dell’ambiente l’autorizzazione per l’abbattimento di almeno 35 lupi, cioè due terzi dei giovani
esemplari nei branchi con cuccioli nati quest’anno e l’eliminazione di due branchi completi. L’obiettivo
è ridurre i conflitti con l’agricoltura e aumentare il timore dei lupi nei confronti dell’essere umano. Il
periodo di intervento previsto, in base alla legge in vigore, si estende dal 1° settembre al 31 gennaio
2025.
Non sappiamo se il Canton Ticino abbia fatto altrettanto nonostante i termini per inoltrare le richieste di
regolazione all’UFAM potrebbero già essere scaduti.
A seguito di quanto sovraesposto e dell’imminente arrivo del 1° settembre, poniamo i seguenti quesiti:
Il Consiglio di Stato si è già attivato e ha già inoltrato all’Ufficio federale dell’ambiente le sue
richieste di abbattimento per l’imminente periodo di regolazione?
- Se sì, il Consiglio di Stato può fornirci la strategia che ha adottato e dei dettagli in merito?
- Se no, perché?
Consiglio di Stato è intenzionato ad abbattere il lupo / i lupi che stanno ormai da diverso tempo
uccidendo diversi animali da reddito (almeno 7 capre morte e 20 disperse) sugli alpeggi di
Mergozzo e Nimi sopra Gordevio, dove la soglia minima per un abbattimento è stata raggiunta e
superata?
Considerata la recente predazione diurna sull’alpe Grossalp e i precedenti di questo caso (vedi
richiesta di eliminazione inoltrata nel dicembre 2023 all’UFAM, ma non accolta), il Consiglio di
Stato come intende superare l’ostacolo della diversa interpretazione giuridica dell’Ordinanza
federale per poter eliminare urgentemente il branco come sarebbe necessario per poter dare
continuità all’attività alpestre in quella regione?
Quale strategia intende adottare il Consiglio di Stato onde evitare un abbandono dell’attività
alpestre, sia degli alpeggi pascolati da ovini, sia di quelli con produzione di formaggio con latte di
mucca e di capra, come purtroppo sta avvenendo in questi ultimi anni?
Lega: un successo la Festa del 1° agosto
La Lega dei Ticinesi ha celebrato con successo il Natale della Patria a Giubiasco, nonostante il caldo afoso che ha colpito il Ticino nell’ultima settimana. Oltre 350 sostenitori del Movimento hanno risposto all’invito, riaffermando l’impegno per la difesa delle tradizioni e dei valori svizzeri, da sempre al centro dell’azione politica della Lega.
Questo evento dimostra che la Lega è forte e in salute! Il positivo esito delle ultime elezioni comunali ha creato entusiasmo e nuovi stimoli, con una tendenza incoraggiante che attraversa il Ticino da Airolo a Chiasso, lasciando ben sperare per il lavoro politico dei prossimi mesi e anni, così come per i futuri appuntamenti elettorali.
La parte conviviale bellinzonese è stata preceduta da una breve cerimonia ufficiale. Il coordinatore ad interim della Lega, il Consigliere di Stato Norman Gobbi, e il suo collega di Governo Claudio Zali hanno tenuto discorsi focalizzati su temi d’attualità e rilevanza per il Cantone.
Il Presidente del Gran Consiglio Michele Guerra, reduce da una mattinata trascorsa in alta Vallemaggia per mostrare vicinanza alla popolazione locale duramente colpita dalla recente alluvione, ha sottolineato l’importanza di ritrovare la forza e l’unità che hanno caratterizzato la storia della Svizzera: “tornare ad avere quella forza e quell’unità di chi, in passato, unendosi ha creato la Svizzera e ha lottato secoli per la libertà da oppressori esterni per darci libertà e neutralità. La Svizzera è una storia di lotta e di resistenza. Allo stesso modo in Ticino dobbiamo continuare a batterci e a farci valere.”
Il Consigliere nazionale Lorenzo Quadri ha concluso la cerimonia, ricordando che il 733° compleanno della nostra Patria “non sia la garanzia di eternità, poiché le cose possono cambiare radicalmente in poco tempo. All’orizzonte si profila l’accordo quadro istituzionale 2.0 con l’UE. Un patto che permetterebbe a Bruxelles di comandare in casa nostra. L’Unione europea ci imporrebbe le sue leggi e i nostri diritti popolari, che costituiscono una specificità invidiata da tutto il mondo, diventerebbero di conseguenza carta straccia”.
La Lega dei Ticinesi si prepara a un autunno politico “caldo”, con dibattiti sul preventivo cantonale 2025, votazioni federali e iniziative popolari in corso di raccolta firme. Augura a tutti un buon Natale della Patria, sottolineando l’importanza di coltivare e promuovere i valori svizzeri e il senso di appartenenza al nostro Paese durante tutto l’anno, non solo il 1° agosto!
Negoziati con l’UE: basta!
Alla vigilia del 1° Agosto, festa della Patria, la Lega dei Ticinesi esprime profonda preoccupazione per i negoziati in corso con l’UE e per quelle che saranno le conseguenze sulle cittadine e sui cittadini svizzeri.
Una recente decisione della Corte di Giustizia dell’Unione europea resa nota il 29 luglio ha stabilito che l’ormai rottamato reddito di cittadinanza introdotto nel 2019 in Italia risultava discriminatorio, perché fissava a 10 anni il periodo di residenza per uno straniero che intendeva ricevere tale “vitalizio”. Le norme europee prevedono un tempo di attesa di soli 5 anni.
Questo dovrebbe far capire anche a chi non vuol capire che se la Svizzera dovesse sottoscrive i nuovi accordi con l’UE, nel campo del diritto di cittadinanza e di altri campi che ne discendono (immigrazione, protezione dei salari) verrebbero applicati tassativamente gli stessi criteri temporali. Ciò annullerebbe ulteriormente ogni possibilità di protezione interna. Un fatto che comporterebbe un aumento esponenziale degli aiuti e dei sussidi a favore degli stranieri.
A fine giugno il Consiglio federale aveva ammesso che sui negoziati con l’UE “le posizioni non sono ancora sufficientemente convergenti” nei settori dell’immigrazione e della protezione dei salari, annunciando approfondimenti nei mesi successivi. In autunno il Consiglio federale farà un nuovo punto della situazione. Tenuto conto che per Bruxelles l’unica “convergenza” è quella di una ripresa pari pari del diritto europeo, la Lega dei Ticinesi teme che questi mesi prima dell’autunno serviranno unicamente per un esercizio alibi defaticante, con il risultato finale – ormai già scritto da tempo dal Governo federale e dai partiti turboeuropeisti – di propinarci una ministra altamente indigesta e oltretutto costosa.
Viabilità: CUPRA aperta sempre, da subito!
La Lega dei Ticinesi, dopo la chiusura dell’A13 per diverse settimane, torna a chiedere ad USTRA di aprire da subito e tutti i giorni l’agevolazione verso il Passo del San Gottardo al portale sud.
La catastrofe che ha colpito la Mesolcina – e Lostallo in particolare – ha colpito tutti noi, e la Lega dei Ticinesi ha espresso sin da subito la sua vicinanza alla popolazione mesolcinese. Tra i disastri causati da questa catastrofe c’è l’interruzione della strada nazionale A13 per diverse settimane; la conseguenza sarà il riversamento del traffico pesante e di transito turistico sull’asse del San Gottardo, dove le colonne di autoveicoli sono già oggi giornaliere.
Recentemente l’ufficio federale delle strade (USTRA) ha comunicato che il progetto CUPRA (accesso agevolato da Quinto in autostrada verso il Passo del San Gottardo) sarà aperto solo nei weekend e da metà dal 19 luglio fino a metà settembre tutti i giorni. Già lo scorso anno, il Consigliere nazionale leghista Lorenzo Quadri aveva sollecitato il Consiglio federale, chiedendo l’apertura continuata del progetto CUPRA a fronte delle numerose code del 2023; e poche settimane ha nuovamente chiesto al Governo federale il perché di questa limitazione comunicata negli scorsi giorni.
Ora, considerata la situazione della viabilità che aumenterà, la Lega dei Ticinesi chiede alla Confederazione di attivare la CUPRA da subito e tutti i giorni, in modo da agevolare e snellire il traffico sud-nord al San Gottardo. Questo a giovamento della vivibilità dei villaggi leventinesi e dei commerci locali.
Lega dei Ticinesi