Iniziativa Parlamentare generica – “Radar”: giusto prevenire, ma serve una giusta “misura”
La Polizia fa il proprio lavoro offrendo un servizio ineccepibile a tutta la popolazione del nostro Cantone. Stesso discorso vale per il Dipartimento delle Istituzioni. Entrambi, oltre che ad applicare le leggi, devono svolgere importanti compiti di prevenzione ed i controlli della velocità ricadono proprio in questa categoria. E se chi li organizza ha un dovere chiaro nel doverli eseguire e nel prevenire (con le responsabilità che ciò comporta) – in parole povere nel dover “piazzare” radar per dar seguito a questo dovere di prevenzione – ecco che a tendere, senza una “misura” o un’indicazione chiara da parte del Legislatore, i controlli continueranno ad essere sempre più capillari ed importanti.
Gli scriventi rappresentanti del Gruppo Parlamentare Lega dei Ticinesi, ritengono quindi vi sia anche un dovere da parte del Legislatore (quindi il Gran Consiglio) nel dare a tutto la propria giusta “misura”: con indicazioni ed indirizzi a questa politica di prevenzione. Oggi, infatti, i controlli della velocità risultano numericamente importanti e particolarmente ricorrenti. Sono – a nostro avviso – molti: talvolta veramente troppi.
Bastano – in tal senso – i due grafici qui allegati per ben comprendere le proporzioni.Il Parlamento, anni fa, chiamato ad esprimersi sul tema, decise che per calibrare l’impiego dei radar e quindi per dare una “misura” ragionevole al loro utilizzo, la località (il Comune) del posizionamento dei radar avrebbe dovuto essere segnalata. Oggi così è: quindi ogni qualvolta un radar cantonale viene installato in un determinato comprensorio comunale, ecco che questo viene comunicato pubblicamente tramite comunicato stampa da parte del Dipartimento delle Istituzioni. Ma questo oggi non basta. Purtroppo – infatti – questo iter non ha cambiato le cose. I controlli sono sempre più regolari, importanti e capillari. E questo nonostante un tasso di eccessi di velocità “fotografati” passato da quasi il 10% del 2014/15 al 3.3% del 2022: peraltro a dimostrazione di quanto l’automobilista sia sempre più prudente e corretto (certamente anche grazie alla prevenzione finora attuata). In più, a contrastarne l’efficacia preventiva, proprio in questi anni sono sorte miriadi di applicazioni o chat “vietate” con migliaia di iscritti (regolarmente chiuse e poi riaperte) atte a segnalare le postazioni di controllo della velocità. Cosa che peraltro crea anche una pericolosa e distorsiva asimmetria informativa fra i cittadini.
Per questa ragione e a fronte di una realtà attuale ben diversa da quella anche solo di dieci anni fa, gli scriventi chiedono che:
1. si aggiorni in modo più ragionevole e meno “forte” l’attuale politica dei controlli di velocità;
2. tutte le postazioni per il controllo della velocità vengano segnalate con un apposito cartello. Ad esempio – ma questa è solo un’ipotesi a dipendenza del tratto e della tipologia di strada – per una distanza massima di 5km. Così da garantire sul tratto coinvolto una velocità secondo i limiti e contemporaneamente segnalare la presenza del controllo;
3. il numero di postazioni di controllo della velocità (tanto cantonali quanto comunali) presenti contemporaneamente sul territorio cantonale venga coordinato e limitato ad un tetto massimo.
In tal senso andranno quindi adottate le necessarie modifiche legislative.
La presente iniziativa è volutamente presentata nella forma generica al fine di permettere al Gran Consiglio di esprimersi sul principio, lasciando però che tutti i dettagli derivino da una giusta mediazione fra le parti o da un’apposita proposta del Consiglio di Stato.
Boris Bignasca e Michele Guerra