“Un momò al Nazionale per sensibilizzare Berna”

Caverzasio ci crede, non è in lista solo per “bellezza”: vincere per il Mendrisiotto

Daniele Caverzasio vuole portare a Berna un po’ di Mendrisiotto, regione del nostro cantone che sta vivendo, sotto certi versi, un periodo difficile

La migrazione che spinge da sud: Berna secondo lei capisce realmente il problema del Ticino?
Ritengo che Berna non comprenda appieno il problema che il Ticino affronta soprattutto in questo periodo di particolare pressione migratoria, dove come noto al centro di Pasture sono ospitati più migranti di quanti ne possa ospitare. Il Ticino ha esigenze specifiche e necessita di una politica migratoria che tenga conto delle sue peculiarità, in modo da preservare la sicurezza e l’equilibrio socio-economico della regione, messi a dura prova da persone che non rispettano le leggi e non possono essere sanzionate e espulse. A mio avviso, la situazione ticinese non viene capita nella sua complessità e particolarità da Berna e quella del Mendrisiotto ancor meno, motivo per cui sono fortemente convinto che la nostra regione non possa rimanere senza una voce forte, equilibrata e di destra in Consiglio Nazionale.

Quali sono i temi a lei cari che vorrebbe, in caso di elezione, trattare in Consiglio Nazionale? 
Ci sono diversi temi che mi stanno particolarmente a cuore, con un occhio attento alla difesa del concetto di Svizzera che desidero per il futuro, alla realtà ticinese e del Mendrisiotto. In concreto, in primo luogo, mi concentrerei sulla promozione dell’economia locale e sulla creazione di posti di lavoro stabili per i residenti. Inoltre, lavorerei per rafforzare la sicurezza interna, attualmente purtroppo minacciata, soprattutto a Sud, dalla eccessiva pressione migratoria. Mi chinerei sul sistema educativo per migliorarlo e renderlo maggiormente al servizio delle esigenze dell’economia, oltre che su sostegni per le famiglie e le imprese ticinesi, compresi aiuti per i premi di cassa malati troppo elevati. 

La Lega dei ticinesi riuscirà a tenere lontano l’ondata rossoverde che abbiamo visto, per esempio, durante le scorse votazioni cantonali?
La Lega dei ticinesi ha dimostrato di avere una forte presenza nel panorama politico cantonale e, se continua a rappresentare le istanze della destra ticinese, potrebbe mantenere una base di sostegno solida per respingere l’ondata rossoverde. Tuttavia, è importante che continui a lavorare sodo per coinvolgere gli elettori e presentare soluzioni concrete per le sfide che la regione affronta, mantenendo ben saldi i principi della sua azione politica, ovvero la difesa dei valori svizzeri e dei residenti, ma al contempo aprendosi a tematiche derivanti dall’attualità, portando idee fattibili e equilibrate. Penso ad esempio alla politica energetica: non può rimanere un argomento appannaggio della sinistra che ne fa ideologicamente un cavallo di battaglia. Sta anche a noi chinarcisi e trovare idee attuabili e concrete. 

Il Mendrisiotto e la Capitale: cosa li accomuna?
Sia Berna, capitale della Svizzera, che il Mendrisiotto devono avere istituzioni pragmatiche e concrete che difendano i valori tradizionali e i residenti. Serve una posizione forte per poter portare le proprie istanze e i propri bisogni al cospetto dell’Unione Europea per quanto concerne Berna e di Ticino e Svizzera per il Mendrisiotto. La Svizzera, con il suo sistema federalista, la sua moneta e il suo essere paese in posizione centrale ma non membro UE, ha svariate peculiarità che Bruxelles deve ascoltare, specularmente i momò, con problematiche come frontalierato, traffico, immigrazione, necessità di collegamento con treni a lunga percorrenza e il completamento di AlpTransit (utili anche a Berna!), devono essere sentiti e considerati nella capitale.

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