Industria del sociale: risparmiare senza penalizzare gli utenti. Si può?
Interrogazione
Nell’ambito dell’attività e della conseguente spesa dello Stato, molte attività sono delegate ad enti e organizzazioni esterne attraverso dei mandati di prestazione di varia natura e di vario oggetto, ma referenti alle stesse organizzazioni. Pur partendo dal principio della buona fede, possiamo però immaginarci che determinati servizi e prestazioni possano essere svolti con qualche risorsa in meno senza penalizzare gli utenti.
Infatti, i vari mandati vengono concessi da unità amministrative diverse (socialità, integrazione, lavoro, trasporti, formazione, …), senza un reale coordinamento e supervisione dei singoli contratti.
Per valutare questa situazione si chiede al Consiglio di Stato di:
- Quanti sono i mandati di prestazione cantonali ad organizzazioni attive nell’ambito sociale e formativo?
- Perché questi mandati non vengono resi pubblici o almeno messi a disposizione del Gran Consiglio per una valutazione?
- Quante sono le organizzazioni che ricevono mandati di prestazione nell’ambito sociale e formativo?
- Quanti sono i dipendenti di queste organizzazioni?
- Quanti sono gli utenti di queste organizzazioni?
- Che tipo di permesso hanno gli utenti di queste organizzazioni? (CH, domiciliato, dimorante, asilante, ecc)
- Quante sono le organizzazioni che ricevono più di un mandato? (Indicare il nome dell’organizzazione, il numero di mandati e l’importo complessivo)
- È garantita una visione d’insieme dei mandati dati in diversi settori per identificare eventuali miglioramenti nella gestione dei costi?
- Il Cds intende valutare nuove modalità di contrattualizzazione globale per ovviare a mandati cumulativi, anche in settori diversi, alla stessa organizzazione (es. SOS, CRS, Caritas, …)?
Boris Bignasca
Per il gruppo LEGA dei Ticinesi