13esima AVS: finalmente!
Di seguito la presa di posizione della Lega dei Ticinesi sull’esito dell’odierna votazione federale.
La Lega dei Ticinesi prende atto con soddisfazione dell’approvazione della Tredicesima AVS
sia in Ticino che a livello federale.
Come noto la Lega si batte, praticamente dalla sua nascita, per il versamento di un sostegno
finanziario agli anziani in difficoltà. Negli anni ha presentato varie proposte in questa direzione,
anche a livello popolare. Proposte purtroppo sempre respinte a seguito dell’opposizione della
partitocrazia, sinistra in primis, che ha fatto quadrato contro per motivi di bottega partitica.
Le iniziative della Lega, diversamente dalla 13a AVS approvata oggi, erano mirate al sostegno
degli anziani di condizione economica modesta, e non versate ad innaffiatoio.
Tuttavia la Lega ha sostenuto con convinzione la proposta odierna, perché aiutare gli anziani
diventa sempre più urgente, specialmente in Ticino dove un terzo della popolazione over 65 si
situa sotto la soglia di povertà. In considerazione degli aumenti vertiginosi dei premi di cassa
malati (e la situazione non è certo destinata a migliorare nei prossimi anni), delle bollette
elettriche (ringraziamo anche la svolta verde ideologica) e dei prezzi in generale, la 13a AVS è
ormai, di fatto, una compensazione del rincaro.
Se oggi la 13a AVS fosse stata respinta, possiamo stare certi che non sarebbe arrivato alcun
aiuto alternativo per molti anni.
Sul fronte del finanziamento della nuova prestazione: la Lega si opporrà ad aumenti dell’IVA
come pure dei contributi riscossi dai lavoratori e dai datori di lavoro. I fondi necessari a finanziare
la 13a AVS vanno raccolti risparmiando sull’asilo, sulle prestazioni sociali agli stranieri, sugli
aiuti all’estero, sui contributi all’UE ed all’Ucraina. Tutti ambiti in cui il margine di manovra è
assai ampio.
La Lega dei Ticinesi prende pure atto con soddisfazione della prevedibile bocciatura
dell’iniziativa popolare PLR che chiedeva l’aumento dell’età pensionabile in una prima fase a 66
anni per tutti, con poi successivi adeguamenti automatici in base alla crescita della speranza di
vita: un modello che avrebbe sottratto in futuro il tema dell’età della pensione dal dibattito
politico, legandolo tramite Costituzione ad un solo fattore (l’aumento della speranza di vita,
appunto) e misconoscendo tutti gli altri. A partire dalla situazione socioeconomica e del mercato
del lavoro.
L’iniziativa in questione era particolarmente improponibile in Ticino vista la situazione sul
mercato del lavoro del nostro Cantone, imputabile alla libera circolazione delle persone voluta
dalla partitocrazia, a seguito della quale chi perde l’impiego a 55 anni (o anche prima) ha
scarsissime possibilità di trovarne un altro.
La Lega dei Ticinesi continuerà pertanto ad opporsi a proposte che mirano ad un aumento
dell’età della pensione.
Comunicato stampa. 3 marzo 2024