“Un convinto sì all’iniziativa leghista”
Michele Guerra, Granconsigliere
Ci sono decisioni che non appartengono alla contabilità ma alla coscienza civile. Quella del 28 settembre 2025 è una di queste. Da anni denunciamo l’insostenibilità dei premi di cassa malati, in Ticino fino al 25% più alti della media nazionale. Pagare i premi non è una scelta, è un obbligo di legge. Ed è quindi obbligatorio pagare questo surplus oltre che pagarne i continui aumenti. Tassare un obbligo – soprattutto in queste condizioni di costante aumento – significa chiedere al cittadino di pagare due volte: prima alla cassa malati, poi al fisco. Questa è la stortura che intendiamo correggere.
Un percorso coerente, non uno slogan. Anni fa ho promosso – e scritto – un’iniziativa parlamentare per una cassa malati pubblica cantonale (prendendo spunto da un atto simile che la Lega aveva presentato quasi 30 anni prima): una riforma strutturale per riportare sotto controllo un sistema già allora fuori equilibrio. Come quella di quasi 30 prima, fu bocciata, persino quando proponemmo varianti mediane per favorire un compromesso praticabile. Quella sconfitta non ha spento il dovere di cercare soluzioni.
E se strutturalmente non vengono implementate soluzioni, ecco che la via fiscale può aiutare ad abbattere il peso dei premi. Oggi siamo al culmine di quel cammino: proponiamo una via immediata, legale e giusta – la deducibilità integrale dei premi.
Cosa cambia, concretamente. L’iniziativa modifica l’art. 32 cpv. 1 lett. g LT e alza i massimali di deduzione per oneri assicurativi così da coprire, in pratica, i premi obbligatori (LAMal):
Persone sole: da 5’500 a 9’000 CHF
Coniugati: da 10’900 a 18’000 CHF
Pensionati: persone sole da 7’800 a 11’200 CHF; coniugati da 15’400 a 22’300 CHF
Per figlio a carico: 1’200 CHF (invariato)
Il Gran Consiglio ha respinto la proposta (62 NO, 18 SÌ, 4 astenuti). In democrazia, quando il Parlamento dice di no ad un atto popolare, decide il Popolo. E la domanda è semplice: ciò che sei costretto a pagare (e che continua ad aumentare), lo puoi almeno dedurre?
Numeri alla mano, senza infingimenti. I contrari ricordano che il Ticino concede già deduzioni più alte della media svizzera. È vero. Ma non danno peso al dato decisivo: i premi ticinesi sono anche tra i più alti e ogni anno subiscono aumenti spaventosi (che colpiscono una popolazione non proprio fra le più ricche di Svizzera).
L’impatto finanziario. Le stime tecniche indicano un onere in più di diversi milioni per Cantone e Comuni. Sono cifre importanti, che spingono a scelte di priorità, efficienza e digitalizzazione: e non rassegnazione all’ingiustizia. Se c’è un problema serio che tocca le ticinesi ed i ticinesi, va affrontato con coraggio. E per fare questo non bisognerà mandare in fallimento lo Stato, ma semplicemente ottimizzare una spesa pubblica che ormai da troppi anni aumenta soltanto.
Questa è una misura fiscale, non pretende di riformare da sola il sistema sanitario: serve a interrompere la doppia penalizzazione su premi altissimi ed in costante aumento mentre continuiamo a batterci per correttivi strutturali a livello federale.
Perché è giusto sostenere questa iniziativa?
1. Equità: siamo obbligati a pagare premi altissimi e in costante aumento. Non è giusto essere tassati su quanto sborsiamo per sostenerli.
2. Semplicità e certezza: massimali chiari, applicazione lineare.
3. Rispetto per chi tiene in piedi il Paese: famiglie, lavoratori, indipendenti e pensionati, tutti avranno respiro immediato.
4. Coerenza istituzionale: dopo anni di proposte riformatrici respinte, non fare nulla non è più un’opzione. Questa è la via praticabile oggi.
La nostra storia insegna che libertà e giustizia camminano insieme. Oggi ci viene chiesto se vogliamo continuare a tassare una spesa imposta dalla legge o se vogliamo rimettere al centro il cittadino.
Il 28 settembre vi chiedo di affermare con forza un principio semplice: ciò che sei obbligato a pagare (sopratutto se eccessivo e in costante aumento), lo puoi dedurre.
Per rispetto della vostra fatica, per coerenza con le battaglie di ieri, per responsabilità verso chi verrà domani.