Cassa malati: conti malati, cittadini salassati

Daniele Piccaluga, coordinatore

C’è chi dice che la nostra iniziativa costa troppo. È il PLR, lo stesso partito che per anni ha giurato che la libera circolazione fosse una benedizione. Il risultato lo conosciamo: stipendi compressi, disoccupazione in crescita, premi di cassa malati alle stelle e un ceto medio spremuto come un limone. Ma tranquilli: a Palazzo i conti quadrano sempre. Peccato che siano i loro, non i nostri.
Dall’altra parte il PS, che promette il tetto del 10%. Bello, generoso, quasi poetico. Peccato che manchi il finale della favola: chi paga i 300 milioni? È come offrire a tutti la cena al ristorante e poi sparire lasciando il conto sul tavolo dei ticinesi. Una toppa che rischia di costare più del vestito.
Noi invece proponiamo una cosa chiara e concreta: se lo Stato ti obbliga a pagare premi altissimi, almeno non ti tassi pure sopra. Non è un regalo, è semplice giustizia fiscale: non si può tassare due volte la stessa spesa, prima come premio obbligatorio e poi come imposta. E non si tratta di difendere i privilegiati: si tratta di aiutare il ceto medio, quello che non ha diritto ai sussidi ma che ogni mese deve sacrificare spese essenziali come il dentista o le attività dei figli per pagare la cassa malati. Sono proprio queste famiglie – la maggioranza silenziosa del Ticino – a trarre il vero beneficio dall’iniziativa.
Al comitato PLR di Mendrisio hanno votato no all’unanimità all’iniziativa della Lega. Ma in fondo i liberali restano sempre il partito del «nì»: mai un sì convinto, mai un no coraggioso, sempre un equilibrismo da funamboli. Questa volta hanno scelto il «no» perché dire «sì» sarebbe stato troppo rischioso e dire «forse» troppo imbarazzante.
La nostra iniziativa, lo abbiamo sempre detto, non ferma l’aumento dei premi. Ma almeno riduce il salasso. È un aiuto concreto, immediato, misurabile. Non un’utopia rossa, non un’astensione blu, ma una risposta di buon senso.
Alla fine, la differenza è tutta qui: i socialisti sognano, i liberali e i centristi esitano, la Lega agisce senza troppi bla bla. I ticinesi, che i conti li fanno davvero a fine mese, hanno davanti una scelta semplice: continuare a farsi spennare come polli o dire finalmente basta. Il 28 settembre votiamo «sì» all’iniziativa della Lega.

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